Michele Arditi

ARDITI MICHELE Marchese. Nacque a 29 settembre 1745 in Presicce in Terra d'Otranto da Pietro, e Francesca Villani civili ed agiate prosapie. Il genitore scorgendo nel figlio un pronto e vivace ingegno ne prese tutta la cura facendogli apprendere le umane lettere nel Seminario di Lecce. Trasferitosi in Napoli si addottrinò delle facoltà filosofiche con la scorta dell'Abate Genovesi, e della matematica, proponendo d'interamente dedicarsi all'acquisto delle scienze esatte, e poi prender la strada della milizia in qualche corpo facoltativo. Ma il padre gli prescrisse che si addicesse al foro; onde, per far l'acquisto della scienza legale, frequentò le scuole di Nicolò Alfani, Domenico Mangieri, e Giuseppe Cirillo professori nella R. Università. Imparò a perfezione la Musica sotto la direzione del celebre Nicolò Jommelli, e vi fece rapidi progressi. Cominciò la carriera del foro sotto la guida dell'avvocato Saverio Simonetti (giunto in seguito alla luminosa carica di Segretario di Stato di grazia e giustizia), e vi fece non ignobil figura, sostenendo fra le altre cause quelle del demanio di Monteleone, e del feudo di Arnone tra Bisignano ed il Fisco.
Malgrado le cure del foro non abbandonò i suoi diletti studj di letteratura, e specialmente di Archeologia, nella quale molto si distinse come dimostrano diverse produzioni da lui pubblicale; delle quali non farem parola, non essendo questo il luogo da favellarne. Ebbe corrispondenza con molti Letterati di grido. Fu eletto nel 1787 socio dell'Accademia Ercolanese, ed in seguito aggregato a quella di Cortona, all'Italiana delle scienze, lettere ed arti, all'Aternina detta de' Velati, alla Pontaniana di Napoli, alla Danese, all'Istituto Archeologico di Roma, alla Peloritana, ed a molte altre. Nel 1807 fu prescelto per Direttore del R. Museo Borbonico, e nel 1817 fu fatto Sopraintendente degli scavi di antichità nel Regno. Istituitosi l'Ordine di Francesco I ne fu creato Commendatore, essendo stato già prima insignito del R. Ordine Costantiniano. Inoltre fu ammesso all'Ordine della Corona di ferro, all'altro di Dannebroche di Danimarca, e dell'Aquila Rossa di Prussia. Ottenne anche il titolo di Marchese. Fu molto benefico, avendo fatto larghe largizioni a molti luoghi pii della Capitale e del Regno. Donò al R. Museo il suo Medagliere, molte inscrizioni, ed oggetti di antichità; alla R. Biblioleca Borbonica alcuni codici, e pergamene, ed al Collegio di Musica molti autografi di valenti Maestri. Carico di onori, e di gloria finì di vivere a' 23 aprile 1838 di anni 93. Lasciò molti manoscritti di opere erudite, che volea dare alla luce, e che in sì lunga vita non si determinò mai a pubblicare.
Le sue produzioni armoniche furono le seguenti: l'Olimpiade del Metastasio -- molte cantate sacre -- moltissime arie -- diverse sinfonie e sonate per cembalo -- molti mottetti per musiche di Chiesa.
Carlantonio de Rosa marchese di Villarosa
Memorie dei compositori di musica del Regno di Napoli
Napoli, dalla Stamperia reale, 1840
ARDITI Michele.
Musicista, filosofo e giurista, naio a Presicce il 12 settembre 1746. Morto il 23 aprile 1838. Studiò musica a Napoli con N. Jommelli. Fu anche archeologo ed esperto di diritto feudale.
Ferdinando I e molti uomini del suo tempo lo ebbero in grande stima. Pubblicò varie opere giuridiche, numismatiche, poetiche e storiche.
Opere musicali: L'Olimpiade, melodramma su lib. di Metastasio (Napoli, 1772); Sinfonie; Arie; Sonate per cembalo; Mottetti per musica di chiesa, ecc., opere che ebbero commenti di Paisiello, Mosca, Zingarelli.
Il Morelli scrive che parecchie delle produzioni, a stampa e inedite, furono donate a Ferdinando I, il quale, a sua volta, le cedette a beneficio del conservatorio di S. Sebastiano. All'Arditi si deve la fondazione del Museo Borbonico, ora Museo Nazionale, a Napoli.
Bibliog.:
Marchese di Villarosa A.: op. cit.; Schmidl C.: op. cit.; Villani C.: op. cit.; Pellegrino T.: Nel primo centenario della morte di M. Arditi (in L'Ordine, Lecce, 31 dicembre 1938).
Pasquale Sorrenti
I musicisti di Puglia
Bologna, Arnaldo Forni Editore, 1988