ROSSINI (Gioacchino), da Pesaro allievo del cel. Ab. Mattei, è ancora molto giovane, ma le sue composizioni sono state così bene accolte in Italia per la novità e gajezza dello stile, che vien egli riputato oggigiorno come uno de' più grandi ingegni, e de' migliori compositori del bel paese della musica. Non aveva ancor compiti i dodici anni allorchè acquistossi gran nome per una solenne Messa e un Tantum ergo da lui composto per S. Petronio di Bologna: gli applausi e le grida di tutta l'udienza cambiaron, per così dire, la chiesa in teatro. Aveva egli scritto un Inno in lode di Murat, ma entrate le armi Austriache fecero arrestar Rossini per l'entusiasmo che aveva eccitato la poesia e la musica di quell'Inno: liberossi dal castigo, che gli si minacciava, a condizione di comporre in tre ore la musica di un altro Inno in onor dell'Imperatore. Ad onta della strettezza del tempo vi riuscì al segno che vien creduto quel pezzo un capo d'opera dell'arte. Ha scritto altresì la musica di varj drammi, come il Tancredi, e gl'Italiani in Algeri, che si è rappresentato in questo R. teatro Carolino di Palermo nel corrente anno con universale approvazione. Si racconta di lui, che obbligato a scrivere in Italia un certo dramma, che non gli andava molto a sangue, dopo aver fatta la musica del primo atto, se n'andò via da quel paese di notte tempo per le poste, lasciando scritto in fronte alla partitura: fatevi comporre il resto da uno de' bravi maestri già morti, il che mostra un pò di quella mattezza, che al dir di Tullio, non va scompagnata dai grandi ingegni.

Giuseppe Bertini
Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de’ più celebri artisti di tutte le nazioni si’ antiche che moderne
Palermo, dalla Tipografia Reale di Guerra, 1814