François Jacquier

JACQUIER (il Padre), francese dell'ordine de' Minimi, professore di matematica nel loro collegio della S. Trinità de' monti in Roma, nel suo Corso di filosofia (tom. 3 part. 2, 131, edit. rom.) spiega il sistema musicale dell'Eulero, e lo abbraccia rigettando quello del Galileo. Egli con altri filosofi deriva il piacere dell'armonia dall'esatta ragione e proporzione, che si trova in alcune corde musicali. Musica, dice il metafisico Leibnizio, est exercitium arithmeticæ occultum nescientis se numerare animi... Errant enim, qui nihil in animâ fieri putant, cujus ipsa non sit conscia. Anima igitur etsi se numerare non sentiat, sentit tamen hujus numerationis insensibilis effectum, seu voluptatem in consonantiis, molestiam in dissonantiis inde resultantem. (Epist. ad divers. t. 1, ep. 154). Ha proposto gli stessi principj nel suo Tratt. de homine, p. 3, § 36, e nel Compendio di musica. L'Eulero, il Diderot, e il P. Jacquier li hanno adottati; ma il dotto Eximeno sulle tracce del d'Alembert, li ha tutti seriamente confutati nel secondo capitolo del suo primo libro a carte 75. “L'insegnare a dilettare l'udito per le proporzioni delle corde è lo stesso, che insegnare a convincere l'intelletto per il numero delle parole, e lo stesso ancora che voler condire i cibi per regole di geometria.” Il P. Jacquier viveva ancora nel 1781. Ne' suoi commentarj a Newton, ch'egli compose insieme col suo confratello il P. le Seur, per supplire al difetto della teoria de' suoni del matematico inglese, ha fatto de' calcoli così complicati, che non puossi pienamente restar affidati nelle loro conclusioni, e i posteriori geometri, dice l'ab. Andres, non hanno infatti abbracciata la dottrina del Newton.
Giuseppe Bertini
Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de’ più celebri artisti di tutte le nazioni si’ antiche che moderne
Palermo, dalla Tipografia Reale di Guerra, 1814