Francesco Antonio Vallotti

VALLOTTI (Franc. Antonio), nato a Vercelli nel 1697, fece i suoi primi studj nel Seminario di quella città, ed applicatosi con ispezialità alla musica sotto il cel. Brisson, fece in quest'arte de' molto rapidi progressi. La poco fortuna de' suoi parenti l'obbligò a prender l'abito di minore conventuale; dopo il noviziato, ritornò in Piemonte, studiò la teologia e la filosofia, e lasciò ben tosto le lettere per la musica. Egli fu dapprima organista del suo gran convento di Padova, e poco appresso ne divenne maestro di cappella. La sua maniera sembrò tutta nuova: fornito di un sentimento delicato, e di un'anima, per così dire, tutta armonica, fu del paro applaudito da' suoi compatriotti e dagli esteri. Dopo il 1750 veniva riguardato come uno de' migliori teorici, e de più bravi compositori per chiesa. Il dottor Burney rapporta di aver veduto presso di lui nel 1770 in Padova, oltre ad una preziosa biblioteca, due grandi armadii pieni di partiture delle sue composizioni, tra le quali eravi la Messa di Requiem per le esequie di Tartini (Travels, etc.). Nel 1779, diè egli alla luce in Padova la prima parte della Scienza teorica e pratica della moderna musica, in 4º. Questo primo libro è puramente teorico: altri tre ne prometteva l'autore, che son rimasti inediti. Il secondo dovea contenere gli elementi pratici della musica; il terzo i principj del contrappunto, e 'l quarto le regole dell'accompagnamento. Egli morì a 16 gennaro del 1780, l'ab. Fanzago pronunziò il suo elogio. Il cel. P. Martini fu incaricato dai Padri di Padova a cooperarsi alla pubblicazione del resto di quell'opera del Vallotti, ed essendogli stati perciò rimessi i manoscritti, così loro scriveva: Non posso esprimere con quanto piacere abbia dato una scorsa a tali scritti, dai quali rilevasi il profondo sapere del P. Vallotti, e il danno che ne verrebbe al pubblico se non si proseguisse a stampare quanto manca al compimento di tutta l'opera. Non sappiamo però per qual ragione sia svanita l'esecuzione di un sì util progetto. Anche il Burney grandemente bramava che se ne facesse parte al pubblico per la maniera chiara ed intelligibile, con la quale era scritta. Nell'Effemeridi letterarie di Roma del 1780, uscì quindi una mordace critica al primo tomo del Vallotti, che recò molto disgusto al Martini. Sono stato tentato, dice egli in una lettera, per la stima e l'onore del defunto a rispondervi; ma il mio naturale abborrisce troppo la guerra. Codesto P. Barca amicissimo del Vallotti, e che è informato del profondo suo sapere potrebbe confutare i Signori Effemeridisti, per far noto al mondo, che se fosse vivo il cel. Vallotti, forse non si sarebbero azzardati a tanto, perchè loro avrebbe risposto per le rime. La migliore apologia però sarebbe stata al certo la pubblicazion delle sue opere, il che, per disavventura dell'arte non si è sinora avverato.
Giuseppe Bertini
Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de’ più celebri artisti di tutte le nazioni si’ antiche che moderne
Palermo, dalla Tipografia Reale di Guerra, 1814