Nicola Sala

SALA (Nicolò), uno de' più dotti allievi del gran Leo, era maestro di cappella, professore nel Conservatorio della Pietà in Napoli quivi morto nel 1800 in età di presso a cent'anni. Egli aveva consagrato il corso d'una lunga e laboriosa vita alla formazione di una serie seguita di modelli su le parti tutte della composizione. Nel 1794, questa preziosa fatica fu pubblicata a spese del nostro Sovrano, sotto il titolo di Regole del contrappunto pratico, e l'edizione era di una magnificenza estrema. Questo novello codice della composizion musicale già veniva accolto con gradimento dall'Europa, quando una funesta avventura sopraggiunse a rapirlo all'espettazion generale. In mezzo ai disordini che rovesciaron l'Italia nel 1799, la città di Napoli fu messa a sacco: i rami dell'opera di Sala conservati nella R. stamperia, furono tolti via e dispersi, e 'l frutto d'immense fatiche, d'immense spese, distrutto in un sol momento, parve ridursi al nulla senza riparo. In tale circostanza, credè M. Choron non poter fare cosa più utile ed onorevole che dirigere le sue cure alla ristorazione di questo monumento. Ma al momento di porre in effetto tale impresa, dar gli volle, mercè degli importanti miglioramenti, tutto quel grado di utilità di cui era suscettibile. Cosicchè, senza permettersi di fare il menomo cambiamento all'opera di Sala, senza confondere in modo alcuno il suo travaglio con le addizioni, che sembravangli indispensabili, ordinò le cose in maniera che tutte le cognizioni che formano l'arte del compositore, oggetto essenziale dell'opera, presentate vi fossero con tutto l'ordine, e con tutta la profondità che esigono queste materie, e che le cognizioni relative alle altre parti della musica, che qui non sono se non se oggetto accessorio, fossero brevemente esposte, ma con tutta la chiarezza e l'estension necessaria. Tale è lo scopo che si propose M. Choron ne' suoi Principj di composizione delle Scuole d'Italia, opera classica, formata dalla riunione de' modelli di Sala, Martini, ed altri rinomati maestri, Parigi 1809, 3 vol. in fol. di 1456 rami. Questo si è il solo corpo di dottrina compiuto intorno all'arte della composizione. Noi ne abbiamo parlato abbastanza all'art. Choron.
Giuseppe Bertini
Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de’ più celebri artisti di tutte le nazioni si’ antiche che moderne
Palermo, dalla Tipografia Reale di Guerra, 1814
SALA NICOLA. Nacque in un piccol villaggio presso la Città di Benevento nel 1732. Fu ricevuto per alunno nel Conservatorio della Pietà de' Turchini in tempo che vi era per primo maestro Nicolò Fago detto il Tarantino, e per secondo Geronimo Abos. Sotto la saggia direzion di costoro cominciò Sala la sua musicale carriera, nella quale avrebbe più figurato, se avesse avuto migliore idea di se stesso. Pusillanime fuggiva ogni lode, rispettava i maestri, amava i suoi compagni, riputandosi l'infimo fra di loro. Studiò indefessamente, come si è detto, sotto la disciplina di Fago, uomo profondo nella scienz'armonica, che superò per ciò che riguarda il gusto l'istesso suo maestro Scarlatti. E siccome il fondamento dell'armonia sta fissato sul basso, dal cui movimento nasce tutto il bello, il vario, ed il grande dell'armonia, così Sala studiò profondamente su de' bassi delle varie opere del Fago per propria istruzione: e scorgendo in tale studio il gran vantaggio che avrebbe potuto ricavarne l'arte medesima, prese a formar de' bassi numerati sul gusto del suo maestro, il quale avendogli osservati, l'animò a proseguir l'opera, che poteva divenire di grande utile per gli alunni, e per l'arte musicale. Seguitò pertanto il Sala l'incominciato lavoro, ma essendo morto Fago, Sala si scoraggì, e sospese l'opera. Essendo venuto per maestro nel Conservatorio Pasquale Cafaro, Sala fu fatto secondo maestro, e per le sue ottime prerogative fu dal Cafaro molto amato. Mostrò il Sala la sua opera al Cafaro, che la lodò moltissimo; ma non approvò il pensiere di Sala di volerla pubblicar con le stampe, dimostrandogli che una opera utile solamente per gli organisti e Compositori difficilmente si sarebbe trovata ad esitare. Proseguì ciò non ostante il Sala ad emendare in qualche parte la sua produzione, mai mandare in esecuzione. Cafaro passò all'altra vita, e Sala fu rimpiazzato in sua vece; ed introdotti nel Conservatorio i partimenti e solfeggi di Leo, e poscia quelli di Cafaro, egli non volle far uso de' suoi.
Finalmente l'esimio Giovanni Paesiello fautore delle produzioni patrie e niente geloso dell'altrui gloria, a richiesta del signor marchese di Cesa della Musica intendentissimo, avendo attentamente esaminata l'opera del Sala, la commendò moltissimo; e volendo mostrare all'autore, che molto stimava, il suo impegno onde fosse pubblicata, si cooperò con tutta la premura presso la real Corte, acciò l'opera suddetta fosse pubblicata a spese del Sovrano.
Fu dunque impressa nel 1794 nella reale Stamperia con questo titolo: Regole del contrappunto pratico di Nicola Sala napoletano, primo maestro nel real Conservatorio della Pietà de' Turchini, dedicate alla Maestà di Ferdinando IV Re delle due Sicilie.
Della pubblicazione di una tale utilissima opera, come si è detto, siam debitori a Paesiello. Ma disgraziatamente ora è fatta assai rara, essendo quasi tutti gli esemplari andati a male nelle funestissime turbolenze del 1799. Mons. Charon uno de' compilatori del Dictionnaire historique des Musiciens impresso in Parigi nel 1809 s'impegnò di riprodurre l'opera suddetta, aggiungendovi alcuni suoi miglioramenti, senza mutare in menoma parte ciò, che si era fatto dall'autore, in modo che le addizioni fossero piuttosto rischiaramenti di molte cose dall'istesso autore accennate. Ciò si propose l'autor francese ne' suoi principi di composizione delle scuole d'Italia, formati dalla riunione del modelli di Sala, e Martini, e di altri rinomati maestri, ove parlando dell'opera del nostro Sala aggiunse: c'est le seul corps de doctrine complet sur l'art de la composition.
Sala finì di vivere in assai avanzata età in Napoli nel 1800. Le opere conosciute del medesimo sono le seguenti.
Nel 1761 compose un prologo a 2 voci per lo giorno natalizio di S. M. Cattolica per lo teatro di S. Carlo, eseguito da Clementina Spagnoli, e Salvatore Consorti della real Cappella di Napoli.
Nell'anno istesso la Zenobia per l'istesso real teatro, avendo fatto una tal parte la Tartaglini, la qual Musica fu generalmente applaudita.
Nel 1763 per lo medesimo real teatro compose altro prologo rappresentato nel giorno natalizio di S. M. Vi cantarono Marianna Moser, Gaetano Majorano detto Cafarelli, ed Antonio Raf tenore.
Nel 1769 un altro prologo per lo giorno natalizio di S. M. la Regina, cantato da Elisabetta Taiber, da Ferdinando Mazzanti, e da Pietro Benedetti, detto Sartorini.
Nel 1796 la Merope per lo teatro di S. Carlo.
La Musica sagra è la seguente: una Messa a 4 voci con più strumenti obbligati -- altra Messa a 4 voci -- Iudith, seu Bethuliae liberatio parte I e II -- oratorio funebre per S. Maria degli Angeli a Pizzofalcone per la commemorazione de' defunti -- i responsorii della settimana santa a 4 coll'organo -- Dixit a 5 voci con più strumenti -- Dixit a 5 voci con oboè e trombe -- Litania a più voci -- Iustus ut palma florebit.
Ha inoltre il Sala composto varii solfeggi per basso -- solfeggi di soprano col basso -- arie e duetti diversi -- partimenti -- solfeggio con accompagnamento di piano-forte -- ed una raccolta di lezioni numeriche.
Carlantonio de Rosa marchese di Villarosa
Memorie dei compositori di musica del Regno di Napoli
Napoli, dalla Stamperia reale, 1840
SALA Nicola
Compositore e didatta (Tocco Caudio, 7.IV.1713 - Napoli, 31.VIII.1801). Dal 1732 al 1740 studiò con Nicola Fago, Girolamo Abos e Leonardo Leo al Conservatorio della Pietà dei Turchini di Napoli, restandovi in seguito come «Maestrino». Nell’aprile del 1745, tentò invano di ottenere il posto di «primo maestro», presso la Cappella Reale di Napoli. A questa carica si accedeva per concorso. Insieme con il Sala, vi presero parte Giuseppe de Majo, Francesco Durante, Giuseppe Marchitti e altri ancora. La commissione esaminatrice, formata da Giovanni Battista Costanzi (Roma), Giacomo Antonio Perti (Bologna), Niccolò Jommelli e Johann Adolph Hasse (Venezia), assegnò il posto a Giuseppe de Majo, già vice-maestro della Cappella Reale. Negli anni ‘60 rappresentò alcuni suoi lavori al Teatro San Carlo di Napoli, tra questi il dramma La Zenobia fu ben accolto. Nel 1783 il Senato di Messina chiese al Re di concedergli la facoltà di nominare, senza concorso, il Sala a Maestro di Cappella della Cattedrale della città, ma il Re respinse la richiesta. Sala svolse, così la sua attività musicale a Napoli, rappresentando le sue opere al Teatro di San Carlo e insegnando per tutta la vita al Conservatorio della Pietà dei Turchini, dal 1740 come «Maestrino», da 1787 in qualità di Secondo Maestro e dal 1793 nel ruolo di Primo Maestro. Godette della stima di tutti i musicisti suoi contemporanei, tanto che nel 1779 fu nominato giudice al concorso indetto per la nomina del nuovo Maestro di Cappella della Chiesa Metropolitana di Milano. Dopo aver formato molte generazioni di musicisti - tra i quali ricordiamo Gaspare Spontini, Giacomo Tritto, Giuseppe Farinelli, Stefano Pavesi, Giuseppe Gherardeschi, Luigi Caruso e Ferdinando Orlandini - il 1° ottobre 1799 lasciò l’insegnamento, mentre a Napoli imperversa la repressione borbonica contro i fautori della Repubblica Partenopea. In questa tragica e confusa situazione, scompariranno molte delle sue composizioni, ritrovate solo nel 1860 e custodite poi nella Biblioteca del Conservatorio di Napoli. Alla scarsa originalità delle sue musiche operistiche, «cui si sottomise come ad un obbligo sociale, in poche e infelici occasioni», si contrappone l’efficacia dei suoi lavori teorici e didattici, prima fra tutti le Regole del contrappunto pratico, pubblicate a Napoli nel 1794 dalla Stamperia Reale, su intercessione del celebre Giovanni Paisiello (1740-1816). Il valore dell’opera non sfugge neppure ad Alexandre Ètienne Choron (1771-1834), uno dei maggiori storiografi della musica in Francia, che nel 1808 inserisce il II e III volume delle Regole nei suoi Principes de composition des écoles d’Italie (copie in I-Fn, I-Mc, I-Nc, I-Rsc), contribuendo così a diffondere l’opera didattica del Sala in tutta Europa. A conferma dell’ampia diffusione che ebbero per tutto l’800 e i primi decenni del ‘900 le sue opere didattiche, ricordiamo, infine, la pubblicazione di alcuni suoi partimenti e fughe in raccolte di musiche didattiche curate da Camillo De Nardis (Milano, Ricordi, 1886; copie in I-Fn, I-Mc, I-Nc), da Daniele Napoletano (Napoli, s. n., 1896; copie in I-Mc, I-Nc) e da Jacopo Napoli (Milano, Ricordi, 1959; copie in I-Mc, I-Nc, F-Pn). Al Sala, nel novembre del 2006, è stato intitolato il Conservatorio di Musica di Benevento.
Composizioni: A chi muore per Dio, fuga a 4 voci dispari, «composta lì 12 marzo 1794 nell’occasione che egli ha fatto gli Esercizi spirituali, secondo il suo costume, nella Chiesa del Reale Conservatorio della Pietà de’ Turchini in Napoli» (ms autografo in I-Nc; altra copia in I-Mc / edizione moderna a stampa: Benevento, Edizioni Auxiliatrix, 2007, con revisione di Antonio Caporaso); Amen per coro (ms in I-BGc, D-B); 7 arie, a 1 e 2 voci con strumenti (ms in I-Nc, I-Mc); 2 Cantata a tre voci per festeggiare nel Real Teatro di San Carlo il felicissimo giorno natalizio di sua Maestà (solo il libretto: Napoli, Regia Stamperia, 1763 e 1769; copie in I-Nc, F-Pn); Canzoni a 2 voci e basso continuo (ms in I-BGc); Christe eleison, per 4 voci e basso continuo (ms in I-BGc); Cun sancto spiritu per 4 voci e basso continuo (ms in I-BGc); Dei Patris per 4 voci (ms in I-BGc); Il Demetrio, dramma su libretto di P. Metastasio, rappresentato il 12 dicembre 1762 al Teatro San Carlo di Napoli (ms in I-Nc, P-La); Dixit a due cori con orchestra (ms in I-NOVi, I-Rsc); 2 Dixit a 4 e 5 voci con strumenti (ms in I-Nc); Eleison per 5 voci e basso continuo (ms in I-BGc); Giuditta ossia betulla liberata, oratorio funebre in due parti (ms del 1780 in I-Nc); Gloria Patri per soprano, 2 cori e orchestra (ms in I-NOVi); Il giudizio d’Apollo, «serenata in occasione di festeggiarsi le augustissime nozze di Ferdinando IV di Borbone e Maria Carlotta d’Austria, re e regina delle due Sicilie», su testo di Giovanni Fenizia (solo il libretto: Napoli, Stamperia Reale, 1768; copia in I-Nc / partitura ms in I-MC); In Memoria Eterna per 4 voci e orchestra, inclusa nella Missa Pro Defunctis (1766) di Niccolò Jommelli (ms in I-Nc); Iustus ut palma florebit, per 4 voci sole (ms in I-Nc); Kyrie per 5 voci e basso continuo (ms in D-MÜs); La bella eroina, prologo, eseguito il 13 agosto 1769 al Teatro San Carlo di Napoli (ms in P-La); Lascia ch’io possa almeno, aria per voce con accompagnamento di strumenti (ms in I-Nc); Litanie della Beata Vergine a 3 voci con basso continuo (ms in I-Nc); 2 Litanie per coro a 4 voci e orchestra (ms in I-Nc); Madrigale a 4 voci (ms in I-Mc); Magnificat per 4 voci e orchestra (ms in D-B); Miserere a due cori con strumenti e organo (ms del 1797 in I-Mc); La Merope, dramma serio, su libretto di Apostolo Zeno, rappresentato il 13 agosto 1769 nel Teatro San Carlo di Napoli (ms in I-Nc, P-La / solo il libretto: Napoli, F. Morelli, 1769; copia in I-Nc); 2 Messe a più voci e orchestra (ms in I-Nc); Missa Defunctorum per 4 voci e orchestra (ms in I-Nc); Non so frenare il pianto, aria per soprano e orchestra (ms in D-F); O almen qualor si perde, aria per soprano e orchestra (ms in I-Nc); Padre, del gran arcano, cantata a 3 voci (Napoli, Stamperia Reale, 1763 / solo il libretto in I-Nc, I-Nn); Pater Noster per 2 cori e orchestra (ms in I-Mc); Prologo da cantarsi a due voci nel Real Teatro di San Carlo per festeggiare il felicissimo giorno natalizio della sacra cattolica maestà di Carlo III nostro signore (solo il libretto: Napoli, Stamperia Reale, 1761; copie in I-Nc, I-Nn); Questi ascolta inni devoti, cantata a tre voci per festeggiare nel Real Teatro di San Carlo il felicissimo giorno natalizio di Sua Maestà la regina (solo il libretto: Napoli, Stamperia Reale, 1769); Responsori a 4 voci con organo (ms in I-Nc, D-MÜs); Responsori per il Mercordì, Giovedì e Venerdì Santo per 4 voci e basso continuo (ms in I-Nc); Resta o cara e gli astri amici, aria per soprano e orchestra (ms in I-MC); Se più felice oggetto, aria per soprano e orchestra, dall’opera Attilio Regolo di Niccolò Jommelli, rappresentata nel 1761 al Teatro San Carlo di Napoli (ms in I-MC, I-Nc, GB-Lbl); Te decet e in memoria aeterna, per 4 voci e orchestra, 1756 (ms in I-Nc); Tu es Sacerdos per 2 cori e orchestra (ms in I-NOVi); Vologeso, dramma serio su libretto di A. Zeno, rappresentata nel 1737 al Teatro Argentina di Roma e nel 1739 al Teatronovo da Rua dos Condes di Lisbona (ms in I-Nc); La Zenobia, dramma in 3 atti su libretto di Pietro Metastasio, rappresentato il 12 gennaio 1761 al Teatro San Carlo di Napoli (ms in I-Nc, P-La, CH-Gc); altre composizioni sacre e diverse arie - scritte per le opere di altri compositori - sono conservate in copia manoscritta in I-Nc.
Opere teoriche: 75 Canoni a 2 voci (ms in I-Nc); Elementi per ben suonare il Cembalo (ms in I-Nc); Fughe a 2, 3 e 4 voci (ms in I-Nc); Il modo di fare la fuga a due voci per li studiosi scolari (ms in I-Nc); Partimenti (mss in I-Mc, I-Nc, F-Pn); Regole del contrappunto pratico (ms autografo in I-Nc / edizione a stampa: Napoli, Stamperia Reale, 1794; copie in I-Nc, I-Bc, I-Mc, F-Pn, D-B, GB-Lbl); Solfeggi a voce sola di soprano e basso continuo (ms autografo in I-Nf; altra copia ms in I-Nc); Solfeggi in chiave di basso con basso continuo (ms del 1778 in I-Nc).
Bibliografia: Adriano e Riccardo Amore, Musica e Musicisti in Provincia di Benevento. Lineamenti storici, biografici e bibliografici, Solopaca, Edizioni Libreria del Castello, 2024, p. 100.
Adriano e Riccardo Amore