MAZZA (Angelo), rinomatissimo poeta italiano di Parma, tra le cui poesie oltre al sonetto, del quale si è parlato nello scorso articolo [MAYR ndr], vi sono di lui Tre Odi sull'armonia. In una sua lettera scritta da Parma, al di lui amico Cesarotti, del 1772, “Tre odi sull'armonia, egli dice, mi fanno istanza di presentarsi a voi, del cui favorevole orecchio ove possan gloriarsi non ambiranno che altri le ascolti. Sentirò volentieri, anzi vi prego a non la mi tacere, l'opinion vostra ec.” Alla quale così rispose il cel. professore di Padova. “Le tre vostre Odi hanno tutte le ragioni di andarsene superbette anzi superbissime; ed io lungi dallo sgridarle, mi compiaccio d'incoraggiarle maggiormente, e di farle conoscere ed applaudire da chiunque ha gusto in queste materie.” Altre ne scrisse poi il Mazza sullo stesso soggetto, e nel 1793 chiesene con un'altra lettera il giudizio dell'amico Cesarotti: “Due Signori Bolognesi, han riprodotto alcune Odi mie sulla Musica fiancheggiate dall'autorità del vostro giudizio: ne riceverete un esemplare ec.” Tradusse egli ancora le odi di Pindaro in versi italiani, e lagnavasi col Cesarotti de' pochi lumi che si hanno della greca musica, da cui tanto dipender dovette il buon esito di quel poeta-musico. “Vivo mi punge il desiderio (scrive egli al medesimo) di ascoltar Pindaro ragionare tra noi. Ben mi fa pena lo sconosciuto musicale andamento della espressione e del numero, da cui risultava un precipuo vantaggio alle odi di quell'Immenso. Se i principj della musica greca fossero meno oscuri, sarebbe men duro l'indovinarlo. Ma io credo che vaneggiasse largamente Brazzuolo, e seco lui il Tartini, quando l'uno colle attitudini affannate della persona, e gli sfinimenti della voce, l'altro co' variati e insensibili ricercamenti del violino si adulavano di riuscirvi.”

Giuseppe Bertini
Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de’ più celebri artisti di tutte le nazioni si’ antiche che moderne
Palermo, dalla Tipografia Reale di Guerra, 1814