Pietro Lichtenthal

LICHTENTHAL (Pietro), dottore di medicina tedesco, ma stabilito in Italia dove fece i suoi studj in questa facoltà sotto il cel. D. Frank. Gli si dee un eccellente libro, che cinque anni prima da lui pubblicato in sua lingua fu applaudito in Germania, e quindi alle istanze di alcuni celebri professori di medicina in Italia, da lui stesso in questa lingua tradotto ed accresciuto fu stampato in Milano nel 1811, con questo titolo: Trattato dell'influenza della musica sul corpo umano, e del suo uso in certe malattie, in 8º. L'introduzione è il vero Si quæris miracula della musica, benchè dichiari l'autore di essere ben avverso dall'introdurre chimere nell'arte medica. I soggetti su cui egli si versa, sono: 1. Analisi storica e ragionata dell'effetto della musica sull'uomo sano, con alcune osservazioni sopra certi animali. 2. Prospetto istorico di tutti gli esperimenti empirici che si fecero nella medicina sino dagli antichissimi tempi. 3. Ragionamento come si debba considerare l'effetto della musica. 4. Quali sono le malattie in cui possiamo prometterci un buon uso della musica. 5. Quando si abbia a far uso d'una musica dolce e d'una musica strepitosa. 6. Finalmente alcuni cenni sul modo d'intendere una buona musica. Noi rapporteremo alcune di lui riflessioni, il che non sarà discaro a' lettori. Nella caratteristica, ch'egli dà di varie specie di musica, ecco com'egli parla di quella di chiesa. Egli è senz'altro la specie più sublime di musica. Il suo oggetto è un ideale che porta l'impronta della divinità e della virtù, emanazione di quella. La sua tendenza è di concentrare i sentimenti diversi in un solo, cioè la divozione. Nella Caratteristica delle voci cantanti egli avverte da prima, che generalmente ogni voce, se tiene le ottave di mezzo fa più bell'effetto di quelle che cantano colle ottave alte o basse. Che il Soprano d'un castrato lusinga soltanto l'orecchio le prime volte che viene ascoltato, ma non giunge sino al cuore, quando anche il cantore eunuco fosse eccellente. Che il Soprano di una donna o ragazza formata è pieno di sentimento e produce un grand'effetto: che il Soprano di un ragazzo corista è raramente di molto effetto. Che il contralto d'una donna è espressivo e virile, e invade perfettamente l'animo degli ascoltanti. Il Contralto d'un ragazzo è alquanto più da riputarsi che il soprano di esso. Ma tra gli uomini non c'è voce più bella del tenore. Essa è la pittrice vera di tutte la passioni: i suoi quadri portano il sigillo della verità. Il tenore è pieno di forza, e il suo effetto è grandissimo. Un'altra voce degli uomini è il Basso: il suo carattere è grande, sublime, solenne e pieno di serietà. Ciò ch'egli ha di terribile e di ardito sembra non produrre un effetto sulle anime deboli. Nella caratteristica degli stromenti, il clarinetto, egli dice, è il più bello stromento da fiato, e merita senz'altro il primo ordine nella musica istromentale. Egli corrisponde nel suo ambito a tutte le bellezze d'un pezzo musicale. Il suo respiro è molle, pieno di forza, tenero e soave. Il suo tuono non è quel grido penetrante ch'è l'anima dell'oboè, ma un sentimento diffuso in amore, il tuono de' cuori sensibili trasportati. Il Corno di bassetto è assai vicino alla dolcezza del clarinetto, se non che ha un tuono alquanto malinconico. Ne' corni di caccia i tuoni escono dolci e teneri, e danno la più bella ombra a' quadri musicali: eccellente è l'effetto de' quartetti per 4 corni di caccia, composti dal Sig. Belloli. I meriti del fagotto distano poco da quelli del clarinetto: ambidue ci dipingono gli effetti teneri. Il flauto ha un tuono ingenuo e di natura incorrotta e campestre. Diviene solo d'incarico ove si sente troppo sovente. Gli oboè hanno un tuono molto penetrante e non durevole. I soli abilissimi oboisti possono rendere questo stromento veramente grato a chi lo sente. (Qui in Palermo ne abbiamo un esempio nel Sig. Cukel, sonator di oboè di una singolare dolcezza ed agilità). I tromboni stromenti antichissimi giungono a un più gran fine. Esprimono il sublime, il grande, il solenne, fanno alzare dalle loro tombe gli spiriti, e parlare co' vivi. Maraviglioso è il loro effetto ne' cori. Le trombe hanno un suono eroico, guerriero ed esultante. Un organo tenero spesse volte non lo sopporta. Mozart aveva nella sua gioventù un'antipatìa contro questo stromento, e una volta cadde per esso in convulsioni. Il violoncello agguaglia co' suoi pregi que' del fagotto. Ha un tuono assai dolce, che s'accorda per lo più col tenore: il suo effetto riesce grande s'egli passi a vicenda dalla voce di basso a quella di tenore e di soprano. (Noi possiamo vantarci in Palermo, d'avere un sonatore di quest'istromento, che gareggiar può co' più celebri di tutta Europa. Egli è il Sig. Massettina, che ha formati molti bravi allievi, e che al suo gran talento e scienza musicale unisce una vera pietà e singolare modestia). La viola fa il contralto, e corrobora il basso della musica istromentale, il suo effetto non è dissimile da quello del violoncello, e fa la transizione ai violini. Il violino fa il soprano della musica strumentale; e un buon sonatore produce con esso un ottimo effetto. Nel Pianoforte tutto è melodia e armonia; se non ch'esige sempre un contrappuntista capace onde comunicargli quella maestà, che dee corrispondere a tutto quel grande e bellissimo effetto che può produrre. Quest'istromento è amico dell'uomo in qualsivoglia circostanza delle passioni umane, e la sua efficacia è riconosciuta. Il contrabbasso regge tutto il carico dell'armonia, parla con arditezza, e scuote fortemente nell'unisono col suo organo strepitoso, ec. Intorno al diverso gusto de' tedeschi e degli italiani: Abbiamo egli dice, nelle grandi città di Germania, quasi in ogni casa, quartetti, concerti ec.: perchè sì poca musica vocale? Io dubito esserne questo il motivo: 1.º perchè si manca in Germania di buoni poeti d'opera. 2.º perchè la lingua tedesca non è troppo favorevole. E però direi in Italia esservi più musica vocale che istromentale, perchè la lingua arride sommamente, e vi abbondano buoni poeti d'opera. I suoi cenni sul modo d'intendere una buona musica sono veramente di un ottimo amatore di quest'arte, e filosofo insieme, e possono leggersi con profitto.
Giuseppe Bertini
Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de’ più celebri artisti di tutte le nazioni si’ antiche che moderne
Palermo, dalla Tipografia Reale di Guerra, 1814