IBICO, uno de' principali poeti lirici della Grecia, nacque in Messina da un cittadino di Reggio. Egli, come tutti i poeti di que' tempi, era ancora eccellente musico. Neante di Cizico ed Euforione presso Ateneo (lib. 4, e 14), affermano ch'egli fu inventore d'un istrumento triangolare di quattro corde che rendeva un suono acuto, ed a cui si diè poi il nome di Sambuca lirofenicia. Ibico fu ucciso da' ladri in un bosco della Calabria quattro secoli innanzi l'era volgare. Dicesi che sorpreso da costoro, e sul punto di essere ucciso, vide egli passare uno stuolo di grue: oh cielo! sclamò, voi sole sarete testimoni della mia morte. I ladri essendo di poi assisi nel teatro, videro passare alcuni di questi uccelli, e sovvenendosi delle parole d'Ibico, dissero fra loro come per ischerno, ecco le grue d'Ibico. Il loro detto svegliò negli astanti la memoria del perduto poeta, ed il sospetto del delitto: i ladri furono arrestati, esaminati, convinti e condannati, onde restò in proverbio le grue di Ibico, presso a' Greci e a' Latini giureconsulti, per dinotare una cosa per convincenti indizj manifesta (Fabric. B. G. t. 14).

Giuseppe Bertini
Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de’ più celebri artisti di tutte le nazioni si’ antiche che moderne
Palermo, dalla Tipografia Reale di Guerra, 1814