Caterina Gabrielli

GABRIELI [GABRIELLI ndr] (Caterina); una delle più rinomate cantatrici del p. p. secolo, nata in Roma nel 1730, fu scolara del gran Porpora. Nel 1745, cantò sul teatro di Lucca e fu generalmente ammirata. L'Imper. Francesco I, la chiamò quindi a Vienna, e le lezioni che ebbe da Metastasio finirono di formarla nell'azione e nel recitativo; per il che essa preferiva più che ogni altra virtuosa i di lui drammi. Le grandi ricchezze che ella possedeva allorchè venne in Palermo nel 1765, sono gran prova dei favori da lei ricevuti in Vienna. Il suo talento andava del pari colla bizzarria e 'l capriccio. Il vicerè di Sicilia aveva invitata a pranzo la Gabrieli con la primaria nobilità di Palermo: come essa tardava a rendersi all'ora stabilita, mandò quegli in sua casa per farla avvisata che la compagnia l'attendeva. Essa incaricò l'inviato di far le sue scuse, e far sapere ch'erasi dimenticata dell'invito. Sua Eccellenza voleva perdonarle quell'impertinenza, ma quando i convitati andarono al teatro, la Gabrieli rappresentò la sua parte con la più gran negligenza, e cantò sotto voce tutte le sue arie. Il vicerè offeso la minacciò del castigo, ma ella divenuta più rigogliosa e più fiera dichiarossi, che ben si poteva farle gridare, ma che non la si potrebbe mai far cantare: S. E. la mandò nelle pubbliche carceri, dove si rimase per dodici giorni, nel quale tempo essa dava dei sontuosi banchetti: pagò i debiti de' poveri prigionieri, e distribuì per carità grosse somme di danaro. Il Vicerè fu costretto di cedere, ed essa fu posta in libertà in mezzo alle acclamazioni de' poveri. Non potè mai risolversi di andar in Inghilterra. Sul teatro di Londra, essa diceva, io non sarò più padrona di far quel che voglio, se mi salta in testa di non cantare la plebaglia mi farebbe degli insulti, e forse mi regalerebbe delle sassate; voglio dormir quì meglio in buona salute, quando ciò sarebbe ancor nelle carceri. Nel 1775, l'imperatrice Caterina II, la chiamò a Pietroburgo, ed essa dimandò cinque mila ducati per soli due mesi. Nè pure, disse l'Imperatrice, io dò questa somma a' miei feld-marescialli. In questo caso, ella rispose, V. M. potrà far cantare i suoi feld-marescialli. In Milano nel 1780 cantò con Marchesi e poi con Pacchirotti, mettendo l'uno e l'altro cel. cantante in molta gara e soggezione, ma non spiegò mai meglio tutto il potere della sua voce che in Lucca nel 1785, allorchè Guadagni era il suo eroe in teatro ed in camera.
Giuseppe Bertini
Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de’ più celebri artisti di tutte le nazioni si’ antiche che moderne
Palermo, dalla Tipografia Reale di Guerra, 1814