CORSI (Giacopo), gentiluomo fiorentino fautore delle belle arti, nè meno intelligente della musica massimamente teorica, viveva sulla fine del sedicesimo secolo. Alla di lui casa si trasferì la letteraria adunanza che tener soleasi in quella di Giov. Bardi dei conti di Vernio, di cui si è ragionato al suo articolo, e ove intervenivano Caccini, Peri, Galilei, Rinuccini e altri grand'uomini, che unendo i loro lumi e i sforzi del loro ingegno giunsero a dare una regolar forma all'opera di musica tale quale si è conservata sino al presente. Il primo saggio che se ne fece fu la Dafne del Rinuccini, messa in note dal Caccini e rappresentata in casa del Corsi nel 1594 alla presenza del granduca. Allorchè questi valentuomini vollero inventare la vera musica drammatico-lirica, non trovarono a perfezionar la melodia mezzo più spedito di quello di sbandirne, e screditarne il contrappunto allora regnante. Il Corsi in un Discorso da lui indirizzato a Giulio Caccini sopra la musica antica e il parlar bene, che va inserito nelle opere di Giambattista Doni, (tom. II.) chiama quel contrappunto: quella spezie di musica tanto biasimata dai filosofi, e in particolare da Aristotile.

Giuseppe Bertini
Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de’ più celebri artisti di tutte le nazioni si’ antiche che moderne
Palermo, dalla Tipografia Reale di Guerra, 1814