CLEMENTI (Muzio), nato in Roma nel 1746, vien riguardato come il più gran suonatore di pianoforte che abbia esistito. I Tedeschi non possono opporgli che Carlo-Filippo-Emmanuele Bach. Egli riesce eccellente nell'adagio del pari che nell'allegro: eseguisce i passaggi più difficili in ottave, ed eziandio i trilli in ottave con una sola mano. Nello stesso tempo egli è un compositore di primo ordine: sin dall'età di dodici anni compose una fuga a quattro parti. Aggiungasi ch'egli è ben istruito nelle scienze e nelle arti, e che unisce alla cognizione degl'antichi autori quella delle mattematiche. Verso il 1780 era a Parigi: quindi portossi in Londra, ove ha stabilito un magazino di musica e di cembali a forte-piano. Nel 1809, si era fatta correr voce di sua morte, ma egli era allora in Italia ed è attualmente in Vienna. La collezione compiuta delle opere del Sig. Clementi è stata di recente pubblicata a Lipsia presso Breitkopf. Le sue opere che giungono sino a 43 possono ancora trovarsi presso Mr. Leduc. Ecco quello che un degno allievo di Clementi (Mr. Bertini di Parigi) ha scritto intorno al suo illustre maestro: “I pezzi che Clementi ha composti fannosi rimarcare per la saviezza del piano e la disposizion delle idee. Il suo stile in generale è severo e sempre puro: le sue composizioni sono brillanti, dotte, aggradevoli. Egli ha fatte molte sinfonie, che sono ammirate dagl'intendenti. La sua esecuzione è brillante e di moltissimo gusto, nè stanca giammai il sentirlo sul forte-piano: egli improvvisa in maniera a far credere che il tutto sia scritto. Alla testa de' suoi allievi distinti che ha formati, por si debbono Cramer, Field, madama Bartholozzi ed altri.” Clementi, mentre era in Francia, era molto economo ne' suoi abiti; in sua casa viveva con somma sobrietà, ma amava moltissimo di essere ben trattato in casa altrui. Aveva dello spirito, delle cognizioni, era affabile, obbligante, buon amico, e incapace totalmente di gelosia e d'invidia. “Il celebre Clementi dice l'illustre Carpani, l'emulo del Mozart nelle sue composizioni pel gravicembalo, ed unico forse in oggi nella maniera insuperabile di sonare quell'istrumento, pubblicò in Londra anche un saggio di ritratti armonici assai bizzarro. Intraprese a contraffare i più noti compositori di cembalo de' suoi giorni: il Mozart, l'Haydn, il Kozeluch, lo Sterkel ec. non che se medesimo. E intitolò la sua galleria Caratteri musicali. Il pregio di questo scherzo consiste nell'avere l'autore così ben colta la fisonomia dell'ingegno d'ognuno de' suoi originali che, senza altra notizia chiunque, pratico delle loro opere, si pone ad eseguire queste sonatine composte d'un preludio e d'una cadenza, indovina a dirittura il maestro di cui si tratta. Non ha lasciato l'autore in mezzo alla fedeltà della imitazione, di rallegrare il soggetto con qualche saporito frizzo d'una satira delicata, appoggiando quà e là su quelle affettazioni o sviste, in cui taluno di suddetti originali cadeva talvolta, scherzo in vero degno di quel felicissimo ingegno.” (Lett. 7ª.)

Giuseppe Bertini
Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de’ più celebri artisti di tutte le nazioni si’ antiche che moderne
Palermo, dalla Tipografia Reale di Guerra, 1814