Luigi Boccherini

BOCCHERINI (Luigi) nacque in Lucca l'anno 1740: ebbe le prime lezioni di musica e di violoncello dall'ab. Vannucci, allora maestro di musica dell'arcivescovato. Mostrò egli di buon'ora le più grandi disposizioni. Suo padre abile sonator di contrabasso, coltivolle con diligenza, e finì con mandarlo in Roma, ove prestamente acquistossi una gran fama, e sorprese con produzioni non che feconde, ma anco originali. Pochi anni dopo tornò in Lucca, e volle dare un luminoso attestato di sua riconoscenza al suo maestro Vannucci ed al seminario, ove erangli stati offerti tanti mezzi d'istruzione, sebbene lontano dagli studj ecclesiastici. Egli fè sentire allora, per la prima volta i saggi del suo genio. Filippino Manfredi, allievo di Nardini e concittadino del Boccherini, trovavasi in quel momento a Lucca. Eglino eseguirono insieme le sonate di violino e violoncello, che formano l'opera VII; e rapirono tutta l'udienza. D'allora in poi si unirono nella più stretta amicizia, e lasciaron l'Italia per rendersi in Spagna, ove il regnante principe aveva gusto di riunire i primi talenti. Prevenuti dalla fama, furono accolti con particolar distinzione; ma il lor carattere non era assolutamente lo stesso. Manfredi era quivi venuto nella sola intenzione di ammassar dell'oro, nel mentre che Boccherini, più occupato della sua gloria, consentiva a farsi sentire da' grandi che il sollecitavano; prese dunque il partito di stabilirsi nella Spagna. Ammesso dal monarca, fecesi amare; tosto di poi, fu attaccato alla reale accademia di questo principe, e colmo da lui di onori e di doni. La sola obbligazione, ch'ei gl'impose, fu di dare ciascun anno nove pezzi di sua composizione per uso dell'accademia. Boccherini vi consentì, e mantenne la sua parola. Morì egli a Madrid, nel 1806, in età di 66 anni, vivamente compianto da tutti gli amici delle arti. Una porzione della corte intervenne a' suoi funerali. Le composizioni, ch'egli ha fatte imprimere, formano in tutto 58 opere di sinfonie, sestetti, quintetti, quartetti, trio, duo, e sonate per violino, violoncello e forte-piano. Lo Stabat mater è la sola delle sue opere per chiesa, che sia stata impressa. I padri dell'oratorio di Palermo ebbero anni sono da quei di Genova due Oratorj in musica del Boccherini, il Giuseppe riconosciuto, e il Gioas re di Giuda. Come Durante, egli nulla scrisse per il teatro. Luciano Bonaparte, amatore illuminato delle arti e protettore del sublime Boccherini, è depositario d'una ventina di quintetti, che il Racine della musica instromentale aveva composto per lui; egli ne ha fatto imprimere sei nel 1811. MMrs. Imbault, Boucher e Pleyel posseggono ancora de' quintetti manoscritti del N. A. Gli adagio di Boccherini fanno principalmente l'ammirazione degl'intendenti e la disperazione degli artisti; essi danno l'idea della musica degli angeli. Negli allegro ei non lascia d'esser nobile. Questo compositore non ha mai profanato il suo genio: la sua musica è attinta alla fonte dei sacri libri; perciò è che ella respira quella grandiosa religiosità, in un genere nel quale niuno l'uguaglia. “Gli ammirabili terzetti, quartetti ec. del Boccherini, dice il Ch. Mattei, saran sempre i modelli più perfetti della musica instrumentale; perchè oltre l'estro, la dottrina, l'invenzione, l'esattezza, han la qualità cantabile sempre annessa, che rende quelle note non già un capriccioso accozzamento canoro, ma una misurata ed armonica poetica cantilena.” (Elog. di Jomm.) Boccherini ha preceduto Haydn, egli il primo ha fatti de' quartetti, ed ha fissato il vero carattere del genere. Fino al presente egli è il solo che abbia composto de' quintetti a due violoncelli, ed eccone la ragione, che non è stata data ancora da veruno. Entrava nel suo sistema di composizione il render la musica con tutta la soavità di cui ella è suscettibile; or la qualità de' suoni del violoncello adempie quest'oggetto meglio del violino. Egli dunque si è posto nell'impegno di fare sortire il soprano dal violoncello, riserbando per l'armonia il violino, la violetta ed il basso: quindi l'idea del suo secondo violoncello, che spesso va in concerto col primo. Boccherini manteneva da Madrid una corrispondenza seguita col grande Haydn. Questi due sommi uomini cercavano a rischiararsi vicendevolmente sulle loro composizioni. Mr. Puppo ha ben valutati ambidue col dire: che Boccherini è la moglie di Haydn; poichè si ammira sempre in questo l'armonista: in quello tutto è l'opra dell'inspirazione; la forza brilla eminentemente nel primo, e la grazia nell'altro, e quindi Mr. Cartier ha detto di una maniera originale: Se Dio volesse parlare agli uomini userebbe della musica di Haydn; e s'ei volesse intender della musica, si farebbe sonar quella di Boccherini. Pria di morire egli lasciò al marchese di Benaventi 24 quintetti, l'ultimi che ha fatti e che si possono chiamare il canto del cigno. (Extrait des quatre saisons de Mr. Fayolle.) IV re di Spagna fratello del nostro amabile Monarca, accoglieva ben volentieri i primi virtuosi di musica, e colmavali di doni. Boccherini fu uno di questo numero e compose molta musica per la corte di Spagna. Si racconta ch'egli fè sentire al re un trio, un passaggio del quale, per esser troppo replicato, fu a S. M. dissaggradevole. Boccherini rifece quel trio, ma secondando troppo il suo umore, affettò di replicare, ancora più il passaggio di cui si trattava. Il re non potè contener la sua collera, e l'autore cadde in disgrazia. Allora fu che Luciano Bonaparte, ambasciadore di Francia in Ispagna, fece a Boccherini una pensione di mille scudi, a condizione ch'egli comporrebbe per suo conto sei quintetti in ogni anno.
Giuseppe Bertini
Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de’ più celebri artisti di tutte le nazioni si’ antiche che moderne
Palermo, dalla Tipografia Reale di Guerra, 1814