Giovanni de' Bardi

BARDI (Giovanni de') fiorentino dei Conti di Vernio nel secolo 17º, cavaliere virtuoso e liberale, di gran cuore, di ottimo gusto, di gentilezza somma, di molta cognizione in ogni genere di letteratura e conseguentemente stimatore giusto e amante de' letterati, a' quali ogni ajuto e favore somministrava. Egli riuniva in sua casa i primi uomini nella musica, che erano allora in Firenze, dove passavan le ore non come è il costume de' nostri tempi, in oziose cicalate, in giuoco rovinoso, frutto della trascurata educazione e della pubblica scostumatezza, ma in dilettevoli e virtuose adunanze, ove la coltura dell'ingegno, il non frivolo spirito e l'attica urbanità vedevansi rifiorire insieme col sincero amor delle lettere, e delle utili cognizioni. I loro ragionamenti cadevano per lo più su gli abusi introdotti nella moderna musica, e su la maniera di restituire l'antica da tanto tempo sepolta sotto le rovine dell'impero romano. Fra questi i più celebri erano Vincenzo Galilei, padre del Colombo della nuova filosofia, Girolamo Meie Giulio Caccini, le di cui dotte opere sulla musica dir si possono il risultato di quelle erudite conversazioni. Il conte di Vernio divenne poi Maestro di camera a' servigi di papa Clemente 8º, e finì i suoi giorni in Roma con la meritata riputazione di gran letterato e di protettor delle lettere. Nel secondo tomo delle opere di Giambattista Doni stampate in Firenze nel 1763, si trova di Giovanni de' Bardi Discorso a Giulio Caccini, Detto Romano, sopra la Musica antica, e 'l cantar bene, pubblicato per la prima volta per opera di Ant. Franc. Gori, e Giovanbatt. Passeri (V. nouv. dictionn. de Bibliogr. par M. Fournier, Paris 1809).
Giuseppe Bertini
Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de’ più celebri artisti di tutte le nazioni si’ antiche che moderne
Palermo, dalla Tipografia Reale di Guerra, 1814