ANFOSSI (Pasquale) nato verso il 1736, studiò da prima il violino in un conservatorio di Napoli, e dopo avere esercitato quest'instromento per più anni, diessi allo studio della composizione sotto i maestri Sacchini e Piccini. Quest'ultimo gli si affezionò in maniera che nel 1771 lo propose per compositore al teatro delle Dame in Roma, e benchè la prima Opera non gli fosse riuscita, lo propose ancora per l'anno d'appresso, e malgrado il cattivo successo della seconda, un'altra gliene fece scrivere nel seguente anno, e questa volta Anfossi fu applaudito. L'incognita perseguitata, che fece rappresentare nel 1773, fu approvata con entusiasmo; la Finta Giardiniera nel 1774, ed il Geloso in cimento nel 1775 non ebbero minor successo; ma l'Olimpiade, ch'egli diè nel 1776, cadde interamente, e i disgusti che provò l'autore in quest'occasione, il decisero a lasciar Roma. Percorse egli l'Italia, e verso il 1780 venne in Francia, col titolo di maestro del conservatorio di Venezia, ove sin dal 1769, aveva egli fatto rappresentare l'opera di Cajo Mario: quivi all'accademia reale fece egli sentire l'Incognita perseguitata, ma questa musica graziosa e delicata, applicata ad un poema freddo, ed eseguito secondo un sistema che eragli straniero, non ebbe generalmente il successo che meritava. Dalla Francia Anfossi passò in Londra, e nel 1783, egli era direttore del teatro italiano in quella città. Nel 1787 tornò in Roma, ove diede egli molte Opere, il di cui felice successo dimenticar gli fece le sue antiche disgrazie, e gli acquistò un credito e una considerazione straordinaria, che conservò sino alla fine de' suoi giorni, che egli terminò nel 1795. Lo spagnuolo Yriarte nel suo eccellente poema della Musicalo annovera fra più rinomati compositori italiani. Carpani trova somma analogia tra l'Anfossi e l'Albano, il cui pennello fresco e pieno di grazia era più adatto ad idee brillanti che a soggetti fieri e terribili, e perchè forse le Grazie e gli Amori sono stati l'ordinaria occupazione di quel gran dipintore. Anfossi ritrovatore facile e fecondo, e massimamente nel buffo, ottenne forse fra i compositori lo stesso luogo che Goldoni fra i poeti comici (Arteaga t. 3.). Egli formò il suo stile sopra quello di Sacchini e di Piccini; ha gusto ed espressione: la sua musica chiara e ben regolata ha brio ed effetto. Molti de' suoi finali sono de' modelli in questo genere. Il suo Oratorio la Betulia liberata è stimato un capo d'opera. Anfossi ebbe un fratello, che prometteva moltissimo in quest'arte, se la morte rapito non lo avesse assai giovane. “Egli non poteva scrivere una nota, dice Carpani (Lettera 13.), se non in mezzo a' capponi arrostiti, a salsicce fumanti, e presciutti e stuffati.”

Giuseppe Bertini
Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de’ più celebri artisti di tutte le nazioni si’ antiche che moderne
Palermo, dalla Tipografia Reale di Guerra, 1814

ANFOSSI PASQUALE: Nacque in Napoli circa l'anno 1736. Entrato per alunno nel Conservatorio di Loreto cominciò prima a sonare il violino, e dopo aver fatto ciò per anni 10, cominciò a comporre sotto la direzione de maestri Sacchini, e Picinni. Quest'ultimo avendo molto affetto per lui, lo propose per comporre un'opera nel teatro delle dame in Roma nel 1771, che non avendo avuto favorevole incontro, fu proposto per scrivere altra opera nell'anno seguente. Ma anche questa fu disapprovata come la prima. Ciò non ostante con somma costanza scrisse la terza, che fu applaudita. Animato da un tal felice successo scrisse nel 1773 l'incognita perseguitata che piacque moltissimo, e l'istesso applauso riscosse la finta giardiniera rappresentata nel 1774, ed, il geloso in cimento nell'anno seguente; ma l'Olimpiade da lui composta nel 1776 venne generalmente criticata, onde il povero Anfossi disgustato abbandonò il soggiorno di Roma. Si portò indi in diverse Città d'Italia, e nel 1780 si condusse in Francia intitolandosi maestro del Conservalorio di Venezia, nella qual Città fin dal 1769 avea fatto rappresentare il suo Cajo Mario. In Francia fu eseguita la sua Musica dell'incognita perseguitata, che per la sua delicatezza applicata ad un soggetto frivolo incontrò assai poco. Passò indi in Londra, ove nel 1783 fu dichiarato direttore del teatro italiano. Nel 1787 ritornò in Roma, ed ivi compose molle Musiche, che venero encomiate al maggior segno, onde dimenticossi i torti ingiusti che avea ricevuti in della Città. Ivi fini di vivere nel 1795. Anfossi formò il suo stile su quelli di Sacchini, e Picinni. Quindi fu un Compositore facile e fecondo, pieno di gusto, e di espressione, e la sua Musica era sempre chiara, e ben regolata. Alcuni suoi finali sono di modello in tal genere. Come antico sonator di violino, i suoi accompagnamenti davan grande risalto a questo stromento. Anche a'secondi violini dava un ottimo effetto. Si ammira nelle sue composizioni una vaga maestria delle imitazioni, nella destrezza del modulare, e nella semplicità e vaghezza dell'armonia. Fra le sue produzioni si novera l'avaro, che piacque molto agl'intendenti, come anche la sua Betulia liberata. Riusciva moltissimo nel genere tenero e brillante, onde dal dotto Carpani vien chiamato l'Albano della Musica, poichè quell'ottimo dipintore amava eseguire col suo pennello soggetti teneri e graziosi. Lo spagnuolo Iriarte nel suo Poema della Musica fra' migliori Compositori di Musica annovera l'Anfossi. Si hanno di lui anche le seguenti produzioni musicali: la clemenza di Tito -- la Nitteti -- la Didone -- col rimbombo de' tamburi, scena buffa - pastorelle anche io con voi, cavatina -- perché se Re tu sei, duetto -- Dei pietosi in quest'istante, duetto -- sono in mar non veggo sponde -- frena quel pianto amaro -- vieni o sonno dolce obblio - cari affetti del cor mio, arie -- tre sinfonie -- un solfeggio nel metodo del canto, stampato a Parigi, e molti salmi scritti a Roma.

Carlantonio de Rosa marchese di Villarosa
Memorie dei compositori di musica del Regno di Napoli
Napoli, dalla Stamperia reale, 1840