Giuseppe Federico Beneventano (Scicli, 13.IV.1824 – Modica, 4.XI.1880).
Per volontà del padre studiò legge all'Università di Napoli, ma abbandonò presto gli studi giuridici per dedicarsi alla musica. Allievo per il canto di G. Guglielmi, debuttò nella donizettiana Linda di Chamounix (Remigio) al Teatro San Carlo di Napoli nella stagione invernale del 1843. Il successo del giovane baritono fu lusinghiero a tal punto che, secondo Francesco Regli, Vincenzo Maria Battista scrisse per lui l'opera Anna la Prie, rappresentata (quaresima del 1843) nello stesso teatro. Nell'estate del 1843 Beneventano fu scritturato dal teatro napoletano del Fondo, dove interpretò Adolfo di Gewal ossia I montanari svedesi di Aurelio Bruno, Il ravvedimento di un ladro di Luigi Cammarano e Mattia l'invalido di Dermino Mayo.
Cantò poi a Vienna, ma nel gennaio 1844 fece ritorno a Napoli per eseguire al Teatro San Carlo Caterina Cornaro di Gaetano Donizetti e a quello del Fondo Matilde di Monforte di Paolo Fodale e Ettore Fieramosca di Mariano Manzocchi. Nell'autunno del 1845 vi interpretò pure Il vascello di Gama di Saverio Mercadante (opera che il Regli dice composta per lui).
Ottenuta poco dopo una scrittura al Teatro alla Scala di Milano, vi eseguì fino al marzo 1846 con buon esito opere di Donizetti (Roberto Devereux, Linda di Chamounix e Anna Bolena), di Gioacchino Rossini (Otello ossia Il moro di Venezia, nella quale gli venne adattata la parte tenorile di Jago) e di Mercadante (Il bravo), partecipando anche alla prima di Estella di Murcia (21 febbraio) di Federico Ricci.
Nel luglio 1846 ebbe un buon successo al Teatro Riccardi di Bergamo nella Linda di Chamounix. Alla fine dell'anno 1846 sì recò in America. A New York fece parte della compagnia A. Sanquirico - S. Patti - C. Pogliani, dapprima, dal gennaio al giugno 1847, alla Palmo’s Opera House di Ferdinand Palmo (dove, oltre all'usuale repertorio, venne eseguita per la prima volta Linda di Chamounix) e poi all'Astor Place Opera House; infine, in quest'ultimo teatro, dal novembre 1849 al novembre 1850, fu nella compagnia di Max Maretzek. Particolare ricordo meritano l'insolita rappresentazione della Parisina di Donizetti, che Beneventano interpretò a fianco del soprano Teresa Truffi (22 novembre 1847, Astor Place Opera House) e la prima newyorkese del Nabucco verdiano (4 aprile 1848). Cantò in seguito all'Avana, auspice l'impresario spagnolo naturalizzato cubano Francisco Marty y Torrens (1786-1866), e al Messico, e si trattenne in America fino al 1856 riscuotendo, tuttavia, successi piuttosto apparenti. Accoglienza discorde ebbe anche a Londra, dove nel 1856 furono ammirate la sua patetica voce e le sue doti di attore (fu il primo Giorgio Germont nella Traviata di Verdi data allo Her Majesty's Theatre il 4 maggio 1856). In successive tournée Beneventano cantò a Madrid, a Lisbona, a Barcellona, incontrando più caldi consensi. Di ritorno in Italia nel 1859, apparve al Teatro Regio di Torino nella stagione di carnevale-quaresima (1859-1860) per cantare alcune opere di Rossini (L'assedio di Corinto e Guglielmo Tell), di Donizetti (Lucia di Lammermoor) e di Verdi (I due Foscari). Da Torino passò, dall'aprile al giugno dello stesso anno 1860, al Theater auf der Wieden di Vienna, poi a Budapest. Nella stagione di carnevale-quaresima 1860-1861 fu di nuovo alla Scala di Milano e, dopo una breve parentesi a Parigi, in quella successiva 1861-1862, più applaudito nella Favorita di Donizetti (5 gennaio 1861) e nell'Espiazione di Achille Peri (7 febbraio 1861) che nella Lucrezia Borgia di Donizetti (2 gennaio 1861), nel Barbiere di Siviglia di Rossini (21 febbraio 1861) e nella Jone di Petrella. Ritornato in Sicilia, Beneventano eseguì una serie di concerti per voce e pianoforte accompagnato dall'illustre maestro e pianista suo concittadino Ottavio Penna. Prese parte ancora alla prima esecuzione dell'opera Gonzales Davila di Vincenzo Moscuzza al Teatro Epicarmio di Siracusa (20 agosto 1869).
Beneventano morì a Modica il 4 Novembre 1880 ed il suo corpo mortale indossava un costume di scena. I funerali furono celebrati dal Vescovo Mons. Blandini presso la Chiesa di San Pietro.
Subito dopo i funerali un lungo corteo funebre si avviò verso la sua città natale di Scicli dove venne sepolto presso la Chiesa di Santa Maria La Nova. La sua voce - che Regli non esitava a chiamare «unica, poiché oltr'essere estesa e tonante [...] si piega[va] mirabilmente all'agilità e alla dolcezza» - permise a Beneventano di eseguire in modo soddisfacente opere verdiane e con più felice adeguatezza quelle, da lui predilette, di Mozart, di Donizetti e soprattutto di Rossini, per le quali necessitava il fiorito stile di canto virtuosistico. Va ricordato che tutte le volte che si trovava nella sua meravigliosa Villa di contrada Bugilfezza di Modica al rientro delle sue trionfali tournée internazionali, era solito recarsi a Scicli presso la Chiesa di Santa Maria La Nova ad eseguire la Salve Maria del grande compositore Saverio Mercadante.
La storia narra che la sua voce era possibile ascoltarla anche fino alla scala del padre eterno (luogo che si trova all'altezza del cimitero monumentale di Scicli).

Marcello Giordano Pellegrino