Annamaria Morini (Bologna, 18.X.1950 - ivi, 26.V.2016).

Specchio del volto
Un suono esile, filato, trasparente, pulito, che penetrava visionario nelle partiture dei maestri contemporanei: il flauto era lo specchio del volto di Annamaria Morini, una donna colta che esprimeva un pensiero di alto acume filosofico, una donna che prima di leggerne le partiture si informava sulla poetica dei compositori.
Era nata il 18 ottobre 1950, aveva frequentato il liceo classico (da qui il suo interesse per l’antichità), poi aveva studiato flauto prima con Pier Luigi Mencarelli, diplomandosi al Conservatorio di Firenze, e successivamente, in Italia e in Francia, con Jean-Pierre Rampal, András Adorján e Conrad Klemm. Nei primi anni '70, con un Ensemble di strumentisti, era già alla Biennale di Venezia per eseguirvi musiche di compositori contemporanei di fama mondiale. La letteratura barocca per flauto si rispecchiava in quella contemporanea, secondo lei, e di entrambe Annamaria conosceva ogni aspetto, settore, sfumatura, esprimendovisi perfettamente fino dagli anni 1974-75.
Aveva cominciato a insegnare a Firenze nel 1973, ma nel 1980 era già al Conservatorio "Martini" di Bologna dove rimase per oltre 35 anni come insegnante di Flauto (nel repertorio Storico). Ma fondò anche una classe per la specializzazione in flauto contemporaneo e tra i suoi migliori allievi ebbe Mario Caroli, attualmente insegnante alla Musikhochschule di Friburgo. Collaborò attivamente con il Conservatorio di Reggio Emilia, istituzione a cui lasciò come legato testamentario tutte le sue partiture. Insegnò in Italia e all’estero in corsi e Masterclass di alto perfezionamento in Flauto Contemporaneo.
Nel 1982, su proposta da Adriano Guarnieri, interpretò un brano commissionato dal Comunale per le Feste Musicali: l'occasione era il restauro dei due organi della basilica di S. Petronio, e con lei suonarono gli organisti Wijnand van de Pol e Luigi Ferdinando Tagliavini. Ebbe stretti rapporti con la comunità ebraica e questo la portò varie volte a tenere concerti in Israele, sia in duo che come solista. Partecipò, in qualità di flautista contemporanea, alla Biennale di Venezia, ai festival di Olanda, Avignone, Berlino, Israele e a quello di Autunno in Varsavia; eseguì anche brani che vennero trasmessi dalla Radio Ungherese. Da ricordare i successi ottenuti in Germania (Darmstadt), Sudamerica e Australia. Nel 1986, al Teatro delle Celebrazioni di Bologna, la commissione del Comunale le aggiudicò il Premio "Abbiati". Annamaria Morini ha collaborato con le cantanti Alda Caiello e Daniela Uccello; con i pianisti Stefano Malferrari, Adriano Ambrosini e Miriam Garagnani. Alvise Vidolin, musicista informatico e interprete di Live Electronics, curò la realizzazione elettronica e la regia del suono di diverse sue esibizioni. Hanno composto per il suo flauto Sylvano Bussotti, Franco Donatoni, Fedele Olivero, Fernando Mencherini, Fausto Romitelli, Armando Gentilucci, Salvatore Sciarrino, per un totale di 120 pezzi.
Alcuni degli tanti concerti: 10.IX.1989, Torino, Settembre musica in S. Teresa, Annamaria Morini fl., Raimondo Matacena vl., Emilio Poggioni vla, Hiuliana Albisetti arpa; 10.XII.2011, Milano, S. Fedele, Contrappunti incrociati da Bach ai nostri giorni, musiche di Johann Sebastian Bach, Vittorio Montalti, André Jolivet, Max Reger e Alessandro Solbiati, duo Morini-Porta; 20.V.2012, Università Roma 3, Reloading vanishing per flauto solo; 30.V.2012, Coro di notte dell’Università di Catania, Note di primavera, musiche di Aldo Clementi, Giacomo Manzoni, Bruno Maderna, Luciano Berio, Adriano Guarnieri, Salvatore Sciarrino e Armando Corridora; duo Morini-Porta. Al Duettino augurale nel segno della Bilancia di Francesco Pennisi (1992) s'aggiunga la ricostruzione che la musicista ha fatto della microtonale Tetrakýs di Giacinto Scelsi (2012).
Annamaria Morini, chiudendo i bellissimi occhi azzurri, muore a Bologna il 26 maggio 2016. Nel testamento, ritratto della sua anima e del suo sorriso, ha lasciato scritto: “Alla mia morte suonino le campane”.
Guarnieri, Porta, Perrucci, Talmelli
Il flautismo accademico risultava meccanico, ad Annamaria, e lei se ne differenziava con esecuzioni non spettacolari in cui un suo "neoellenismo", derivante dalla cultura umanistica, si esplicava in modo nuovo, introspettivo, raffinatissimo: eccone esempi in perfetta sintonia con un compositore, un violinista, un'arpista. Da sempre i grandi interpreti hanno ispirato i grandi compositori: così il compositore Adriano Guarnieri e Annamaria Morini hanno collaborato, lungo un rapporto privilegiato durante tutta la vita dell’interprete, in un continuo rimando di suggestioni e di elaborazioni musicalmente concettuali. Nel Trionfo della notte di Guarnieri (da Religione del mio tempo di Pasolini), all’ultima scena dell’opera impostata sull’Angelus che risuona nelle campagne siciliane, mentre una “voce ombra” cantava, lei entrava, vestita di bianco con una coroncina sul capo, e il suono visionario del suo flauto esprimeva il tratto mistico tipico della poesia pasoliniana. Durante le esecuzioni, attraverso quella sua particolare sonorità, raggiungeva una identificazione fisica, un rapporto sonoro di filigrana distillata, un’osmosi fisiognomica piena di sogno ma anche di fisicità. La nascita del fortunato duo con il violinista Enzo Porta (1931-2020) fu del tutto casuale: i due musicisti si conobbero a Roma, nella casa editrice Edipan e, su sollecitazione del maestro Bruno Nicolai, provarono a cercare compositori che scrivessero musiche per questo inedito duo animato da una fortissima tensione perfezionistica. Porta aveva suonato in quartetto per sedici anni e le tecniche assiemistiche si adattavano bene ai loro scopi. Numerosi autori del '700 avevano scritto per flauto e violino, ma, essendo essi compositori di maniera, anche i brani risultavano troppo uniformi e vennero presto abbandonati, a favore di una letteratura contemporanea che si avvalesse di compositori interessati a lavorare specificamente per il loro duo. Questo variegato mondo proponeva spericolate innovazioni, sonorità mai udite, strumenti inusuali, e il duo prendeva in considerazione ogni possibilità. Dal 1988 al 2013 vennero dedicati a Morini-Porta 43 duos di cui una parte sarebbe rimasta ad arricchire sul serio la letteratura cameristica del '900. Gli autori, nel succedersi delle generazioni furono i seguenti (prima quelli storici e poi gli altri): Bruno Maderna, Giacomo Manzoni, Franco Donatoni, Aldo Clementi, Francesco Pennisi, Ivan Vandor, Luciano Berio, Dario Maggi, Alessandro Solbiati, Fabrizio Fanticini, Fernando Mencherini, Adriano Guarnieri, Gilberto Cappelli, Nicola Cisternino, Nicola Sani, Luca Lombardi, Umberto Rotondi, Oscar Bianchi Kaufeler, Alessandro Melchiorre, Riccardo Piacentini, Stefano Gervasoni, Maurizio Cacciatore, Giuliano Montalto. Notevole la presenza femminile: Silvia Colasanti, Betty Olivero, Cristina Landuzzi, Tatiana Kozlova, Doina Rotaru, Chiara Benati, Marcella Mandanici, Nicoletta Conti. E parecchi i compositori stranieri: Robert Platz, Conrad Beck, Helmut Lachenmann, Éric Tanguy, Sébastien Béranger, Daniel Galay, Yotam Haber. Dunque il duo Morini-Porta ha ispirato una nutritissima letteratura musicale, cui bisogna aggiungere una serie di pezzi di Berio, tratti dai Duetti per due violini - Work in progress e adattati per flauto e violino. Durante i concerti, infine, i pezzi per duo erano intervallati da altri solistici in modo da variare l’ascolto. L’ultimo concerto del duo fu a Bologna, al Conservatorio nel 2015, con musiche per flauto, violino e nastro magnetico.
Dal recupero dell’antico suono dell’aulós accompagnato dalla cetra, Annamaria Morini e Paola Perrucci, flauto e arpa, ricavarono nuove sonorità malleabili, adeguate a un repertorio che esprimesse un pensiero musicale rappresentativo del contemporaneo. Hanno scritto per questo duo Giacomo Manzoni, Riccardo Piacentini, Andrea Talmelli e in particolare Adriano Guarnieri. Dalla collaborazione con Guarnieri nacquero due pièces musicali con tematiche femminili (e Giacomo Manzoni le giudicò tra le più belle del compositore). La prima è Solo di donna per flauto, arpa, voce e Live Electronics, dove un grosso impianto deve spazializzare il suono e lo fa andare in sequenza tramite una serie di casse: l’esecutore agli strumenti elettronici può dare origine a un atto creativo, e dunque compositivo, in diretta; e in questo senso le figure dell'esecutore e del compositore possono anche coincidere). Testo di Silvia Cecchi, letterata e magistrato, l'opera si ispira alla vicenda di Stamira, una donna anconetana che, secondo una storia che ha i colori della leggenda, pare bruciasse il porto di Ancona per evitare che il Barbarossa vi sbarcasse. Ecco come il destino può piegarsi alla volontà femminile. La seconda opera è All’alba dell’umano per flauto, arpa, violino, violoncello e Live Elettronics (voce Daniela Uccello). Il testo, sempre di Silvia Cecchi, è tratto dalla storia vera della figlia di Vincenzo Monti: Costanza sposò un pesarese benestante, l'importante letterato Giulio Perticari che morì in giovane età: rimasta vedova, Costanza fu processata a motivo dell’eredità, umiliata e conculcata.
Andrea Talmelli scrisse per il duo Storia di Tawaddudd, un'opera ispirata alle Mille e una notte dove una schiava, piena di bellezza e sapienza, riesce ad aiutare il futuro marito: il senso estetico vi si riflette appieno nella conoscenza interiore. Il duo affrontò anche un repertorio di primo '800: Luigi Toja, Robert-Nicolas-Charles Bochsa e François-Joseph Naderman.
Sentendo e leggendo
Annamaria Morini ha registrazioni per Ricordi, Tactus, Fornit Cetra, Edipan, Limen. Si possono citare: Le mutevoli forme di Sandro Gorli, Ricordi, 1990; Paesaggi della mente, quartetto per fiati di Ada Gentile, Ricordi 1994; Ein Lied per s. fl. cl. pf. e Con Faust per orchestra di Luca Lombardi, Ricordi, 1995; Musica, macchine... magia (Viaggio musicale dal clavicembalo al computer), 4 incontri con gli strumenti musicali e la loro storia, musiche di Johann Jacob Froberger, François Couperin, Sebastián de Albero, Johann Sebastian Bach, Ferruccio Busoni, Alfredo Casella, Gianfrancesco Malipiero, Walter Prati, Massimo Giuntoli, Claudio Astronio, Il Laboratorio; Limen, musiche di Adriano Guarnieri, Bruno Maderna, Giacomo Manzoni e Dario Maggi, Annamaria Morini fl., Enzo Porta vl., Adriano Ambrosini pf., Triplum, 2007; ContemporaneaMente 2002, osservatorio dei compositori d’oggi a cura di Simeone Pozzini, registrazione sonora musicale.
Alcuni scritti: Percorsi strumentali: lessico sonoro del ‘900: il Flauto, materiali per la musica contemporanea, 1990; Nuove tecniche per nuove musiche, serie di 11 articoli pubblicati sulla rivista «Syrinx» dal 1994 al 1997. Un cenno bibliografico: Umberto Rotondi, Per Annamaria ovvero il flauto, Milano, Suvini Zerboni, 1997; Piero Mioli, Nostra Signora del flauto, in «Amadeus», 2016, agosto, p. 111.

Silvia Manfredini
Annamaria, signora del flauto
in Jadranka Bentini e Piero Mioli (a cura di)
Maestri di Musica al Martini. I musicisti del Novecento che hanno fatto la storia di Bologna e del suo Conservatorio
Bologna, Conservatorio «Giovan Battista Martini», 2021