Federico Salce (Padova, 15.XII.1951 - Bologna, 6.VIII.2012).

Spettinare spettatori
Parlando di un Larghetto del Dies irae a quattro voci di Giacomo Antonio Perti, la sera del 17 maggio 1999 Federico Salce diceva a Carlo Vitali: "Mi piacerebbe parlare con te di quel luttuoso motto di quattro note ripetuto omofonicamente tre volte. Quell’incipit, nel suo contesto, meriterebbe un approfondimento, tanto quanto il Tristanakkord o il ta-ta-ta-tà della Quinta". Un semplice aneddoto per iniziare a comprendere la passione di Salce per un periodo preciso della storia della musica, un periodo di vivacità, di entusiasmo, di ricchezza vocale e strumentale, un periodo che in S. Petronio, a Bologna, aveva favorito la formazione e l’espressione di geniali compositori: il Barocco. Federico Salce nasce a Padova il 15 dicembre 1951. La nonna, Elvira Mutto di Villa Santina (Padova), si era diplomata in pianoforte al Conservatorio di Bologna il 3 maggio 1900 e aveva frequentato il maestro Giuseppe Martucci tra le mura della stessa casa in cui, per strana combinazione, molti anni dopo avrebbe abitato con la famiglia il nipote Federico Salce. Dopo la maturità scientifica e già brillante chitarrista, Salce si laurea al DAMS di Bologna in Storia della musica discutendo con Luigi Rognoni una tesi su Webern. Intanto, anche su consiglio del compositore Bruno Bettinelli che era amico di famiglia, compie studi al Conservatorio di Bologna: consegue prima i diplomi in Composizione e Direzione di coro, poi in Direzione d'orchestra con Gabriele Bellini. Studia inoltre con Rossana Dalmonte, Mario Baroni, Tito Gotti e Giordano Noferini (l'allora direttore dell'istituto). Nel 1979 collabora con Vladimir Delman, direttore al Comunale, ed è maestro collaboratore di Michele Campanella al festival della Valle d’Itria (soprano Daniela Dessì); nel 1980 frequenta l’Accademia Chigiana; collabora anche con padre Santucci al coro dei Servi di Maria a Bologna.
Ebbe il primo insegnamento negli anni 1978-79 al Conservatorio "Martini" di Bologna, poi insegnò dal 1980 al 1983 al Conservatorio "Frescobaldi" di Ferrara e nel 1984 ritornò al "Martini" dove restò fino al 1997. Tenne corsi di perfezionamento per i coristi del Comunale di Bologna, come per quelli del Conservatorio di Ferrara e collaborò come direttore di coro con la scuola di teatro "Galante Garrone" di Bologna. Negli anni '80 fondò a Bologna (e poi diresse in numerosi concerti in varie città d'Italia) il “Kalicantus”, ensemble di voci femminili con il quale diffuse il raro repertorio dedicato a questo particolare organico dai grandi compositori tedeschi del XIX secolo quali Schubert, Schumann e Brahms. Diresse la corale "Gazzotti" di Modena con la quale eseguì molti concerti a Modena, Bologna, Ferrara, Reggio Emilia e Aix en Provence. Nel 1988, al Covent Garden di Londra, sostituì Gabriele Bellini, il suo maestro. Nel 1993 incominciò una attiva collaborazione con il Coro delle Voci bianche del Comunale di Bologna.
Prima maestro della schola di quella Cappella Musicale Arcivescovile di S. Petronio che era sorta per volontà di papa Eugenio IV e di cui Giacomo Antonio Perti era stato maestro per 60 anni, Federico Salce divenne poi maestro della cappella stessa nel 28 settembre 1998, su incarico dell'arcivescovo di Bologna cardinale Giacomo Biffi. Come maestro del coro partecipò al festival barocco dell'Abbazia di Chaise Dieu (Francia) nel 1995: il 26 agosto diresse i Vespri di Giovanni Paolo Colonna e il 27 sia una Messe Dominicale (che fu diffusa in diretta su France-Culture) che Il ballo delle ingrate di Monteverdi. Tornò nel 1996 con La rappresentazione di anima e corpo di Cavalieri il 21 agosto e il Gloria di Vivaldi il 24 agosto, con grande successo. Nel 2000 lavorò con Tito Gotti, già stato suo insegnante, curando il concerto Miti, storie, canti e preghiere, concerto poi eseguito il 22 novembre 2000 in Sala Bossi a Bologna (con musiche di Antonio Maria Bononcini, Domenico Gabrielli, Giovanni Paolo Colonna, Giacomo Antonio Perti). Particolarmente significativo un momento dell'annata “Bologna città della cultura 2000”: il 14 novembre, nella chiesa di S. Martino, in occasione dell’esecuzione della ricostruita liturgia del Codex Calixtinus, il coro di S. Petronio e il coro cracoviense di Damien Poisblaud si esibirono insieme in un alternarsi e fondersi di voci. Nel 2000 Salce provvide a costituire l’orchestra della Cappella Musicale di S. Petronio e la fece debuttare con Sacrae Symphoniae, un concerto organizzato da “Musica Insieme” grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna. Salce, infine, eseguì innumerevoli concerti in Sala Bossi collaborando con gli allora direttori del Conservatorio di Bologna Lidia Proietti e Carmine Carrisi.
Federico Salce è mancato il 6 agosto 2002, in seguito a una malattia contro la quale combatteva da un anno.
Motti e mottetti
Federico Salce era un uomo dalle molteplici iridescenze artistiche: conciliava la passione per Mahler, le cui note ancora vibravano nell’aria fina dei frequentati prati altoatesini, con i lunghi giorni passati negli anfratti polverosi della sacrestia di S. Petronio sfogliando, annotando, trascrivendo: questo era uno dei suoi principali interessi. Fine e appassionato conoscitore del Barocco (sua è stata la riscoperta di partiture come la messa e i mottetti concertati di musicisti comacchiesi del '600), ha indagato e ritrovato, nei locali della fabbriceria dove aveva lo studio, le musiche composte per la cappella dai Giacomo Antonio Perti, Maurizio Cazzati, Domenico Gabrielli, Giovanni Battista Vitali e Giovanni Paolo Colonna le cui note, grazie a tale rigorosa attività, hanno potuto riecheggiare nuovamente tra le navate della basilica bolognese. Studiava quelle partiture, istruendo i propri cantori con un impegno attraverso un lavoro attento, preciso, certosino.
La sua ironia di fondo, necessaria a mantenere unito un coro di ottanta elementi, si accompagnava al rigore nel cercare la nota, il tempo, l’intonazione esatta. Certe sue parole ancora risuonano nella sala prove:
«Questa si chiama posizione labbra a quadrifoglio, non a mughetto! - Non siate rane dalla bocca larga! - Dovete spettinare il pubblico, colpirlo con un raggio laser - Soprani, dovete aspettare l’introduzione dell’organo, lo sentite l’organo? [doppio senso: il coro sussulta dalle risate trattenute] - zum-pa-pa zum-pa-pa, senza spingere come pazzi! - In concerto, qualunque cosa accada, dovete rimanere impassibili; adesso facciamo la prova: io dico una cosa buffa e voi non dovete ridere - Ricordate, prima atmosfera rarefatta, poi sialzasialzasialzasialza, poi si abbassa, poi scompare».
Scartabellava continuamente negli archivi e trovava di tutto, in lettere dimenticate, ma anche i motti di spirito degli antichi maestri di cappella di cui era degno erede. Ricorda Carlo Vitali che Federico Salce si divertiva a citare, quasi fosse un presagio, come Giacomo Antonio Perti fosse stato celebrato in dialetto bolognese ai suoi funerali:
«Perti quel Mstron famous, ch’feva què zò
Feid dl’Armuni c’audiron in Paradis
Cols l’alter dì i sù zorn all’improvvis
Per turnarsen là sù d’ond Dij al mandò
I Anzel ch’l’asptaven, quand’ai arrivò
Gridon: Ben vgnù Nunin dai brut Pais…»
[Perti, quel famoso Maestrone che testimoniava quaggiù dell’Armonia che udremo in Paradiso, terminò l’altro ieri i suoi giorni all’improvviso per tornarsene lassù donde Iddio l’aveva mandato. Gli Angeli, che lo aspettavano, quando arrivò gridarono: Benvenuto Nonnino dal brutto Mondo...].
Bozza concertistica
Segue, probabilmente incompleta, una serie di notizie relative a esecuzioni di musiche trascritte da Salce stesso. Concerti tenuti nella basilica di S. Petronio (rassegna I Concerti di Musica Insieme) in occasione della festività del patrono e diretti da Salce come maestro della schola: 3.X.1994, musiche di Torelli e Perti; 3.X.1995, musiche di Colonna, Perti, Jacchini, Cazzati e Martini; 3.X.1996, musiche di Colonna, Perti, Franceschini, Torelli, Vivaldi e Pasquini; 3.X.1999, musiche di Perti, Carretti e Giovanni Bononcini; 2.X.2000, musiche di Carretti e Vivaldi; 3.X.2001, musiche di Perti, Riccieri e Carretti; 3.X.2002, musiche di Schubert e Perti.
Altri concerti in basilica: 11.IV.1996, Le glorie musicali in epoca barocca in S. Petronio, musiche di Guami, Colonna, Perti, Torelli, Giovanni Gabrieli, Pasquini, Cazzati e Martini; 21.IX.1997, in occasione del 23° Congresso eucaristico nazionale, musiche di Bach, Torelli, Perti, Corelli e Carretti; 12.V.2000, Sacrae Symphoniae, musiche di Giovanni Bononcini, Cazzati e Perti; 3.IV.1998, Le glorie musicali in epoca barocca, musiche di Guami, Colonna, Perti, Torelli, Giovanni Gabrieli, Pasquini, Cazzati e Martini. Concerti tenuti altrove: 13.XII.1998, Modena, Teatro Storchi, Festa della Musica; 25.XI.2000, Roma, S. Maria sopra Minerva, Gaudete in Domino, musiche di Carretti e Perti; 23.VI.2001, Faenza, Cattedrale, musiche di Perti, Carretti e Varotti. Rappresenta parte di questo repertorio il cd Tesori inediti dall'archivio di S. Petronio (1999): Cappella Musicale Arcivescovile di S. Petronio, all'organo Liuwe Tamminga, I violino Carla Ferraro, maestro di cappella Federico Salce, booklet allegato di Carlo Vitali.

Silvia Manfredini
Salce e la coralità petroniana
in Jadranka Bentini e Piero Mioli (a cura di)
Maestri di Musica al Martini. I musicisti del Novecento che hanno fatto la storia di Bologna e del suo Conservatorio
Bologna, Conservatorio «Giovan Battista Martini», 2021