Gaetano Gaspari

Gaetano Gaspari (Bologna, 15.III.1807 - ivi, 31.III.1881).
Accordi o schede?
Così, in una lettera autobiografica del 1° febbraio 1861 indirizzata all’amico e collega Angelo Catelani (che dal 1859 era bibliotecario e conservatore della sezione musicale della Biblioteca Estense di Modena), Gaetano Gaspari narra il suo avvio agli studi musicali:
«Io nacqui in Bologna il 14 marzo 1807, di genitori antimusicali che si decisero a farmi studiare il pianoforte unicamente perché troppo tempo ozioso mi lasciava lo studio della grammatica latina e perché da fanciulletto m'udivano tutto giorno canticchiare con un garbo superiore alla tenera mia età».
Compositore, musicologo, bibliotecario, collezionista, bibliografo, storico della musica, musicista a tutto tondo, il bolognese Gaspari ebbe i natali in una famiglia di umili origini: unico figlio di Luigi, orologiaio di professione, e Anna Maccaferri, fu battezzato la mattina del 15 marzo 1807 nella parrocchia di S. Pietro anziché nella propria, quella di S. Martino ai tempi priva di fonte battesimale, come risulta dall’atto di nascita nei registri battesimali della cattedrale:
«Dominica die 15 Martii 1807
Caietanus Joannes Baptista Carolus Antonius Aloysius Maria, filius domini Aloysii Gaspari et dominæ Annæ Maccaferri eius uxoris, natus hac nocte hora prima matutina sub Paræcia S. Martini Majoris, baptizatus ut supra. Compatres D. Jacobus Maccaferri et D. Barbara Guidi [Domenica giorno 15 marzo 1807 Gaetano Giovanni Battista Carlo Antonio Luigi Maria, figlio del signor Luigi Gaspari e di donna Anna Maccaferri sua moglie, nato questa notte all'ora prima del mattino sotto la parrocchia di S. Martino Maggiore, battezzato come sopra. Padrini il sig. Giacomo Maccaferri e donna Barbara Guidi]»
Iniziati gli studi musicali, il giovane fu poi iscritto al Liceo musicale sotto le cure del maestro Benedetto Donelli: fu proprio per i suoi uffici che il padre si convinse a lasciare che il figlio si dedicasse esclusivamente allo studio della musica, come si evince dal documento sopraccitato, contenente preziose informazioni biografiche poi pubblicate nella seconda edizione della Biographie universelle des Musiciens di François-Joseph Fétis.
«Cominciai a suonare il pianoforte d'anni 12, e nel 1820 fui posto al Liceo sotto la disciplina del m.o Benedetto Donelli che più tardi mi insegnò anche l'accompagnamento numerico e il contrappunto. Compiuto in questo mentre il corso delle umane lettere, e passato in filosofia m'accorsi poco stante dell'impossibilità d'attendere a questa e alla musica insieme; laonde consigliatosi mio padre col Donelli fu deciso che io lasciassi affatto ogn'altro studio per incombere esclusivamente alla musica».
Al tempo venivano ammessi al Liceo solo alunni già iniziati agli studi musicali dai nove ai quattordici anni. Erano divisi in tre classi: gli Scolari, che comprendevano tutti gli ammessi; gli Alunni, gli abilitati cioè a concorrere ai premi di fine anno scolastico; infine i Premiati. Esistevano poi gli Onorari, quegli alunni istruiti privatamente dai professori del Liceo, iscritti nei cataloghi della scuola partecipanti ai concerti ma non abilitati al concorso dei premi. Il corso normale di studi durava tre anni e le scuole erano aperte da novembre a giugno, ma nei mesi estivi i professori erano tenuti a continuare le lezioni teoriche due volte la settimana. Tutti gli iscritti di qualsiasi scuola dovevano studiare il solfeggio, ma i futuri compositori ovvero “contrappuntisti” erano tenuti a seguire anche le lezioni di "buona maniera del cantare, istruzione indispensabile a comporre con effetto musica vocale”.
Gaspari frequentò il Liceo sino al 1827 riscuotendo per le sue qualità musicali numerosi riconoscimenti: nella solenne distribuzione dei premi, nel luglio 1822, venne nominato per la prima volta a titolo di lode nella scuola di pianoforte. Il 12 giugno dell'anno successivo ottenne per lo stesso titolo uno dei premi minori, presentandosi al pubblico come esecutore del trio per pianoforte, clarinetto o violino e violoncello op. 11 di Beethoven: scelta straordinaria, perché solo con Rossini Beethoven ricomparirà nei programmi del Liceo.
Nell'esperimento finale del 1824, un concerto per pianoforte e orchestra, dalle mani del Cardinale legato ricevette la medaglia per il premio più importante.
Dal pianoforte passò poi al contrappunto: il suo nome compare, dal 1825, negli elenchi degli allievi di quella scuola, affidata provvisoriamente al suo insegnante di pianoforte a seguito della morte di padre Stanislao Mattei (avvenuta il 12 maggio). La prima vera composizione di Gaspari data al 21 novembre 1826: gli esperimenti solenni compresero un pezzo per coro e orchestra (I-Bc, Alunni.163, Coro a tre voci con orchestra composto da Gaetano Gaspari bolognese alunno del Liceo per gli esperimenti del 21 novembre 1826) del quale il Vatielli ricorda come la rivista «Cenni storici» del Fiori lodasse l’originalità e la “molta vivacità”. Lo stesso Gaspari, nella scheda descrittiva di questo manoscritto (rimasto al Liceo musicale e attualmente conservato al Museo internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna) da lui stesso redatta una trentina di anni dopo, commenta compiaciuto: “fu questa la prima composizione dello scrivente dopo un solo anno di studio”. E l'ultima opera scolastica, un duetto per soprano e contralto con accompagnamento di pianoforte, nacque nel 1827. Gaspari fu attivo fuori del Liceo anche mentre vi studiava: fin dal 1824, per tre anni, fu organista nella chiesa di S. Martino a Bologna. Dal 22 marzo 1828, quando aveva già terminato gli studi, incoraggiato da Donelli accettò l'incarico di maestro di cappella del Comune e della Collegiata di Cento, località del Ferrarese dove si trasferì il 6 maggio. Iniziò così il suo percorso artistico-professionale, consolidato il 18 aprile dal diploma di maestro onorario conferitogli dall’Accademia Filarmonica (come lui stesso indica nella lettera summenzionata). La cappella centese era proprietà della Comunità, che provvedeva alle spese dell'ufficiatura musicale considerandola un pubblico servizio (i musicisti, cioè, erano equiparati agli impiegati). La partecipazione corale del clero era prevista per la messa e l'ufficio delle ore distribuite lungo la giornata (mattutino, lodi, prima, terza, sesta, nona, vespro e compieta). Il coinvolgimento della cappella riguardava speciali occasioni e solennità, complessivamente un grande numero di funzioni annue come la Settimana Santa e la Pasqua, il Natale e S. Stefano, la Pentecoste, il Corpus Domini, l'Epifania, l'Ascensione, la Purificazione, l'Annunciazione, l'Assunzione, i Ss. Pietro e Paolo, feste solenni particolari come quella della dedicazione della Collegiata per la festa di S. Biagio. L’intervento della cappella per la messa si concentrava sulle cinque parti dell'ordinario (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus Dei) tradizionalmente affidate all'elaborazione musicale, con l'aggiunta di qualche mottetto all'offertorio, all'elevazione o alla comunione, senza escludere nuove composizioni strumentali prima dell'inizio e alla fine della messa. Al vespro, difficilmente tutti i salmi venivano realizzati in musica: ciò avveniva, di regola, per la risposta Domine ad adiuvandum, per l'inno e per il Magnificat. La musica occorrente a tutte queste incombenze era composta principalmente dal maestro di cappella.
L’organico per il quale Gaspari scrisse le sue composizioni nei nove anni di impegno a Cento era costituito da 16 elementi: organo, 2 tenori primi, 2 tenori secondi, 2 bassi cantanti, un violino primo e direttore d’orchestra, 2 violini primi, 3 violini secondi, viola, violoncello, contrabbasso. Ecco il parere di Oscar Mischiati e un ricordo di Gaspari stesso:
«senza voler far torto ai possibili meriti musicali degli altri maestri della cappella, la cui opera attende di essere studiata e valutata, si può ritenere che la figura di maggiore spicco per il secolo scorso, sia stata quella di Gaetano Gaspari».
«L'indulgenza dei centesi mi rese meno scabro l'esordio nella carriera, sicché così animato potei sostenere quella carica con qualche lode e lasciar buona memoria di me allorquando sul finire del 1836 passai a coprire lo stesso posto in Imola».
A Cento Gaspari si unì in matrimonio con Angelica Maria Piombini di Cento (22 febbraio 1835), come risulta dai registri di matrimonio dell’archivio parrocchiale di S. Biagio: il rapporto fu felice e si concluse solo con la scomparsa della consorte, nel 1859. Qualche tempo dopo Benedetto Donelli, trovandosi in precarie condizioni di salute e essendo titolare di due prestigiosi incarichi, come docente di Contrappunto al Liceo e maestro di cappella in S. Petronio, chiese all'ex-allievo di tornare a Bologna per coadiuvarlo. Gaspari rientrò nel 1839, con la prospettiva di una più brillante carriera in città e il desiderio di ricongiungersi agli anziani genitori. Ma l’improvvisa e prematura morte di Donelli, in quello stesso anno, fece svanire ogni speranza: Gaspari, non essendo riuscito a prenderne il posto, rimase senza occupazione e dovette accontentarsi del meno prestigioso incarico di maestro dei cori al Teatro Comunale. Contemporaneamente, nel 1840, ottenne almeno la nomina a docente di Solfeggio (l’esatta dicitura era “solfeggio e vocalizzo”), insegnamento che mantenne fino al 1856. Scrisse all’amico Catelani:
«Fu quindi giuocoforza sobbarcare a dure prove, adattandomi a far il maestro de' cori, ed esponendomi a un esperimento per ottenere (come avvenne il l2 agosto 1840) l'umile scuola del solfeggio al Liceo col più umile onorario di l0 scudi mensili».
Gli anni tra il 1842 e il 1846 continueranno a essere poco soddisfacenti: Gaetano fu proposto ben cinque volte come membro ordinario dell’Accademia filarmonica, ma per conflitti interni all’antica istituzione poté entrare a farne parte come numerario solo nel 1866. Al proposito Vatielli commenta:
«Codesta impossibilità di segnalarsi in Bologna come compositore aveva creato nel Gaspari uno scoramento e un abbattimento d'animo dolorosissimi ma che non restarono senza frutto. Fu allora infatti (lui stesso lo conferma nelle sue lettere) che si diede a tutt'uomo agli studi di storia e di bibliografia musicale e incominciò, pure in mezzo alle ristrettezze finanziarie in cui si trovava, a raccogliere vecchie edizioni e manoscritti e a dettare erudite memorie musicali».
Ampliando la sua biblioteca musicale e raccogliendo materiali con l’intento di compilare un dizionario di bibliografia della musica italiana, Gaspari ebbe presto delle soddisfazioni, ricevendo riconoscimenti anche d'oltre cortina: come erudito e bibliografo insigne vide scemare la sua fama di compositore, con suo grande rammarico. Ma è per questa duplice competenza, di uomo di musica e di cultura, che il 20 dicembre1855 fu scelto con l’incarico di conservatore e curatore dell’archivio del Liceo musicale, nomina che sarà perfezionata il 4 luglio 1856: era “un nuovo impiego di Bibliotecario coll’obbligo aggiunto di erudire gli allievi dello stabilimento nella storia e nell’estetica musicale”. La sua prima reazione non fu certo entusiastica, come risulta da una lettera a Catelani:
«I padri della patria non s' intendono nè possono intendersi di cose musiche, per riformar le quali bisognava consultare gli artisti onesti e di buon senso e seguirne senz' altro i consigli. Golinelli, Aria, Liverani e cent'altri sfìatavansi in dire che il mio posto era l'armonia, predicando la sconosciuta importanza di questa scuola che può bastar da sé sola a formare un compositore. No signore: m'hanno voluto invece affidare un incarico cui le mie forze son troppe sproporzionate, né potrò in niun modo adempiere degnamente. Insomma di un musico han fatto un letterato, errore madornale e nocivo sotto ogni aspetto. Quel che per gli studi positivi e per lungo esercizio potei fare con qualche lode era il comporre per chiesa e l’insegnar la composizione, per tutto il resto son disadatto, né con cinquant'anni sulle spalle posso sperare, anche volendolo, di addestrarmivi».
La biblioteca madre
Nucleo fondante della biblioteca del Liceo Musicale fu la collezione appartenuta a padre Giovambattista Martini, che già nel '700 con i suoi 17.000 volumi era considerata una delle più imponenti librerie musicali di tutti i tempi: la più straordinaria raccolta di libri di musica e sulla musica mai intrapresa da un sol uomo, un'autentica bibliotheca universalis d’ogni sapere musicale. Il prezioso patrimonio bibliografico scampò alle confische napoleoniche grazie all’intervento del discepolo prediletto e successore di Martini, Stanislao Mattei, che lo donò alla città di Bologna, e arrivò attorno al 1827 in deposito al Liceo Musicale (la prima scuola comunale d'Italia, come si sa fondata nel 1804). Ivi rimase come ammasso informe di carte, certamente preziose ma pressoché inconsultabili per ben tre decenni: fu Gaspari a ordinare e catalogare tutta l’immane raccolta, aprendo la via alla sua piena fruizione e restituendole la meritata dignità di biblioteca. Solo la morte, che avvenne nel 1881, lo strappò al compito di dirigere la “sua” biblioteca, incarico che svolse con ogni zelo. “Più che riordinare, egli seppe creare dal Caos la biblioteca del Liceo”, sottolinea il Sartori.
Storico, compositore e maestro di cappella, bibliografo e bibliofilo, Gaspari arricchì la raccolta, impiegando le stesse logiche, la medesima “programmatica sistematicità” che aveva caratterizzato l’operato di Martini, mirando alla completezza assoluta di sezioni, argomenti, opere, edizioni, attraverso acquisti e scambi mirati di volumi rari e di pregio.
Con Gaspari e l'“opera sua diligente, paziente e sapiente” (parola del Vatielli, un illustre successore) nel giro di due decenni la raccolta fu dotata d’un poderoso e dottissimo catalogo a schede, e poté dischiudere a musicisti e studiosi i propri tesori. Collezionista finissimo, il bibliotecario donò al Liceo ben 2.000 volumi di sua proprietà, che sono ancora oggi distinguibili per i piccolissimi ex libris col suo nome incollati in calce agli esemplari: si tratta di volumi tutti molto rari, in buona parte mancanti nella raccolta martiniana. Fu su sua segnalazione che il Liceo poté acquistare, nel 1852, prima ancora dell'incarico ufficiale a lui conferito, la cospicua a preziosa raccolta di libretti (circa 10.000) del marchese bolognese Sebastiano Conti Castelli, al prezzo di soli 46 scudi romani. Come nel caso di Martini, molte delle informazioni sui criteri e le modalità adottate per l’accrescimento della biblioteca vengono dall’epistolario, una fitta corrispondenza che intercorse con eminenti personalità di tutta Europa: ne emergono discussioni su questioni pratiche, come ad esempio la maniera per reperire i volumi sul mercato antiquario, e dotte discussioni su argomenti storici, bibliografici, musicologici con editori come e Ricordi, librai come Lavinée e Romagnoli, studiosi e professori di musica come Basevi, Biaggi, Casamorata di Firenze, Florimo (bibliotecario del Conservatorio di Napoli), critici e scrittori di argomento musicale come Mazzucato e i Caffi, fino ai maggiori esperti europei di letteratura musicale fra cui Fétis, Farrenc, Eitner, Pougin, La Fage, Ambros, Coussemaker. Tra tutti spiccano certamente i preziosi carteggi con l'abate Santini di Roma e il ricco e copioso epistolario con il collega e amico Catelani.
La biblioteca fu fisicamente divisa in tre parti e tale distinzione è mantenuta ancora oggi: la prima parte contiene le opere teoriche e letterarie; la seconda le musiche; la terza i libretti d'opera. Le schede manoscritte di Gaspari, ordinate alfabeticamente per autore, costituirono il catalogo generale della biblioteca, diventando uno strumento fondamentale di conoscenza per gli studiosi e soprattutto grazie agli importanti commenti apportati in molte di esse: sono veri e propri microsaggi di musicologia, di bibliografia musicale, di critica musicale, di storia della musica. Una scelta estremamente moderna fu quella delle schede mobili, un work in progress, perennemente aggiornabile, in un'epoca che usava redigere cataloghi a libro spesso caotici e di faticosa consultazione a causa delle ripetute e farraginose modifiche.
Oltre che provvido bibliotecario, Gaspari fu un protagonista della vita del Liceo: nel 1875, dopo decise insistenze del sindaco, dovette accettare l’incarico di direttore assieme ad Alessandro Busi e Federico Dallari: per anni, infatti, in attesa di trovare un direttore all’altezza dell’incarico, il coordinamento del Liceo fu affidato alla sorveglianza di un consiglio d'arte costituito a turno da tre professori, sotto la presidenza dell'assessore municipale.
Gaetano Gaspari si spense il 31 marzo 1881 a Bologna. Federico Parisini ne descrisse la figura in un Elogio funebre di cui fu data pubblica lettura esattamente un anno dopo nella grande aula del Liceo Musicale: lo elogiò come valente compositore di fama internazionale, citando Farrenc, che a proposito del suo Miserere a cinque voci l'aveva definito nella «Revue musicale» come un “abile maestro versatissimo nella scienza del contrappunto”; Fétis, secondo il quale il salmo aveva forma nuova modulazione ricca; poi Elewijch, Fischer e altri. Il ricordo apriva con lo stesso rispetto che accomuna coloro che si accingano a studiarne la figura: “parlare di Gaetano Gaspari in questa città, in questo luogo pieno di sue memorie evoca in noi gratitudine di concittadino, ammirazione di collega!”.
Musicista da chiesa
Indubbiamente la fama di erudito e bibliografo di cui godette Gaspari oscurò quella di compositore. Tuttavia, egli non smise mai di vivere appieno la sua vita da musicista a tutto tondo. Colui che scelse come suo successore in biblioteca, il Parisini, testimoniò che “egli fu anzi in fama di valente scrittore di musica, specialmente sacra e di ciò fa fede anzitutto la nomina di maestro di cappella nella perinsigne nostra Basilica di San Petronio che ottenne nel 1857”. Gaspari svolse l'attività di maestro di cappella fino al 1880 (insieme ad altri incarichi come quello della presidenza dell'Accademia Filarmonica nel 1861): per arrivare all’ambito titolo dovette superare un concorso che suscitò una certa dose di polemiche. Fu in quell’occasione che Gioachino Rossini, rilasciò a suo favore questa autorevole attestazione di stima: "Mi compiaccio dichiarare essere il signor Gaetano Gaspari uno dei più dotti compositori di musica di Bologna, e possedere tutte le necessarie prerogative per poter con onore coprire il posto di maestro di Cappella di qualsiasi Basilica".
Come compositore Gaspari si dedicò prevalentemente alla musica sacra. Alcune delle sue opere furono pubblicate da Ricordi: Augurio di bambine per l'anno nuovo, canto con accompagnamento di pianoforte; Ave Maria, a voce sola con accompagnamento di pianoforte; Se dal buio della mente, coro con accompagnamento di pianoforte; Alziam solenne un canto, a S. M. il Re d'Italia; Gran fatica è lo studiar, preghiera fanciullesca alla Madonna, con accompagnamento di pianoforte; T'amo dicevi - Perché, crudel, ritorcere - Per un sospiro tenero, tre melodie in chiave di sol con accompagnamento di pianoforte; Miserere mei, Deus, salmo davidico a 5 voci con accompagnamento di organo e pianoforte ad libitum; Mìserere, per la settimana santa a tenori e bassi. con piccola orchestra e con solo organo o pianoforte; Messa in Si bem. magg. per tenori e bassi con accompagnamento di orchestra od organo. Ad apprezzare il suo stile fu anche Giuseppe Verdi, che lo invitò a far parte della rosa dei tredici artisti chiamati a comporre una Messa da Requiem in onore di Rossini da eseguire in S. Petronio a un anno dalla morte. La genesi dell’opera fu assai travagliata e quell'esecuzione non avvenne mai (addirittura la partitura cadde nell’oblio sino al 1986), ma Gaspari aveva composto per l’occasione un Offertorio (Domine Jesu, Quam olim Abrahee, Hostias, Quam olim Abrahae) per soli (SATB), coro e orchestra (manoscritto autografo I-Bc, UU.13) il cui stile è improntato a una composta solenne gravità, con armonie rispondenti alle necessità del sacro canto liturgico e intrecci melodici nobilitati da certa sobria eleganza con incursioni di sapore operistico in linea con il gusto del tempo (seppur Gaspari non avesse mai composto opere).
Il lascito
Alla morte di Gaspari il Municipio di Bologna affidò al successore Federico Parisini la pubblicazione dell'intero catalogo: furono quattro volumi, editi tra il 1890 e il 1905, cui fece seguito nel 1943, a cura di Ugo Sesini, un quinto volume dedicato ai libretti d'opera di compositori identificati. Più chiaramente: Gaetano Gaspari, Catalogo della Biblioteca del Liceo musicale di Bologna, Bologna: Teorica, vol. I, Libreria Romagnoli dall’Acqua [Regia Tipografia Fratelli Merlani], 1890; Pratica [musica religiosa], vol. II, Romagnoli dall’Acqua, 1892; Pratica [musica profana], vol. III, Romagnoli dall’Acqua, 1893; Pratica [musica strumentale], Romagnoli dall’Acqua, 1905; Libretti d'opera in musica [a cura di Ugo Sesini], Cooperativa Tipografica Azzoguidi, 1943; rist. di tutto come Catalogo della biblioteca musicale G. B. Martini, a cura di N. Fanti, O. Mischiati e L.F. Tagliavini, Bologna, Forni, voll. 1-IV, 1961; voll. I-5, 1970. Il catalogo fu pubblicato sulla base delle schede manoscritte che Gaspari aveva compilato in vista di una bio-bibliografia della musica antica poi mai pubblicata, con aggiunte circa le acquisizioni recenti di Federico Parisini (voll. I-II), Luigi Torchi (vol. III) e Raffaele Cadolini (vol. IV; questo ha un’appendice che aggiorna la copertura cronologica al 1904 anche per i volumi precedenti). La versione a stampa omette contenuti di varia natura presenti nella versione manoscritta (alcune trascrizioni di dediche, moltissime indicazioni di provenienza, prezzi e altro), così come alcune intere schede. Del V volume, dedicato ai libretti e curato da Ugo Sesini 38 anni dopo il IV, fu pubblicato solo il primo dei due tomi previsti, relativo a libretti di compositori identificati.
Nell’atto di maneggiare i libri per catalogarli Gaspari vedeva “un’occasione straordinaria e nobilissima per ampliare la conoscenza della propria cultura musicale” (Armellini), uno strumento prezioso per la realizzazione dei suoi studi bio-bibliografici sulla musica bolognese che pubblicava a più riprese sui periodici del tempo: Di ordinamenti e riforme convenevoli al progresso artistico e morale dell'Accademia Filarmonica di Bologna, memoria letta in Bologna alla detta Società filarmonica nell'adunanza del maggio 1861; La musica in Bologna, in «Gazzetta musicale di Milano», 1858; Ricerche, documenti e memorie riguardanti la storia dell'arte musicale in Bologna, in «Atti e memorie della R. Deputazione di storia patria per le provincie di Romagna», V, 1867 e VI, 1868; Ragguagli sulla cappella musicale della basilica di S. Petronio in Bologna, Bologna, 1869; La musica in S. Petronio e continuazione delle memorie riguardanti la storia dell'arte musicale in Bologna, Bologna, 1870; Dei musicisti bolognesi del XVI secolo e delle loro opere a stampa, ragguagli biografici e bibliografici, in «Atti e memorie della R. Deputazione di storia patria per le provincie di Romagna», n.s., I-II, 1875-76; Continuazione delle memorie biografiche e bibliografiche sui musicisti bolognesi del secolo XVI, I, Imola, 1875 e II, Modena, 1877; Dei musicisti bolognesi nella seconda metà del secolo XVI, Modena, 1877; Dei musicisti bolognesi nel secolo XVII, ragguagli biografici e bibliografici, Modena, 1878.
Gli scritti sono stati nuovamente pubblicati in edizione anastatica: Gaetano Gaspari, Musica e musicisti a Bologna: ricerche, documenti e memorie riguardanti la storia dell'arte musicale in Bologna, Bologna, 1970.
Delle ricerche derivate dal riordino della biblioteca è frutto anche uno Zibaldone di Gaspari stesso: si tratta di miscellanee da lui redatte a mano in quattro volumi che rappresentano idealmente la continuazione di quelle martiniane. Chiave di accesso privilegiata alla raccolta della biblioteca, esse contengono notizie di varia natura e costituiscono uno strumento di grande aiuto nella conoscenza sia delle miscellanee martiniane che dell'intera biblioteca intorno alla metà dell'800.
Segnaliamo in conclusione una serie di documenti ed una bibliografia essenziale per la ricostruzione della biografia di Gaspari. Archivio Generale Arcivescovile di Bologna, Registri Battesimali della Cattedrale, vol. 260 (1807), c. 69r, sub 15 marzo 1807; Gaetano Gaspari, Lettera del 1 ° febbraio 1861 ad Angelo Catelani, in Modena (I-Bc, Carteggio G.-Catelani, Ep. G3-C3 861.2.1), trascr. in Cinzia Romeo, Il carteggio G.-Catelani 1848-1866, tesi di laurea, Università di Bologna, a. a. 1994-1995, pp. 257-259; Archivio Parrocchiale di S. Biagio, Registri dei matrimoni, b. 5 (1832-1875), reg. 8, G c. 66; Lettera di Angelo Catelani del 24 marzo 1859 a Gaetano Gaspari, in Modena (I-Bc, Carteggio Gaspari-Catelani, Ep. G3-C3 859.3.24, Romeo p. 103); Gaetano Gaspari, Zibaldone musicale di memorie, documenti, estratti di opere stampate e manoscritte, lettere, autografi, ecc., in gran parte per servir di materiali alla storia, alla biografia, e alla bibliografia della musica, 4 voll., manoscritti autografi (I-Bc, UU.12). Cenni storici intorno alle lettere, invenzioni, arti, al commercio ed agli spettacoli teatrali, Notizie varie, a. 4 (1826-27), tomo 6, sett.-dic., Bologna, Sassi, p. 110; Fétis, Biographie universelle des musiciens et bibliographie générale de la musique, Paris, Firmin-Didot, t. 3 (1862²), p. 413-414; Federico Parisini, Elogio funebre del Cav. Prof. Gaetano Gaspari letto il 31 marzo 1882 nella grand’aula del Liceo musicale di Bologna, Bologna, Regia Tipografia, 1882, pp. 13-14 (rist. in Vite ed elogi di accademici filarmonici di Bologna, Bologna, Forni, 1970, pp. 387-406); Federico Parisini, La biblioteca del Liceo musicale di Bologna, in «Il bibliofilo», IV, nn. 9-10 (1883); pubblicato anche come monografia: Bologna, Società Tipografica già Compositori, 1883, pp. XXXI-XXXIII; Francesco Vatielli, La biblioteca del Liceo musicale di Bologna, Bologna, Zanichelli, 1917, rist. Sala Bolognese, Forni, 1989; Claudio Sartori, Il Regio Conservatorio di musica G. B. Martini di Bologna, Firenze, Le Monnier, 1942; Oscar Mischiati, L'organo della basilica di S: Martino di Bologna capolavoro di Giovanni Cipri, in «L'Organo», I, 1960, n. 2, pp. 213-256; Vincenzo Bazzocchi, «L’illustrazione della biblioteca» del Liceo Musicale di Bologna nel carteggio Gaspari-Catelani (1848-1866), in «L’Archiginnasio», 78 (1983), pp. 267-284; voce Gaetano Gaspari, in Dizionario Enciclopedico Universale della Musica e dei Musicisti cit., p. 127; Oscar Mischiati, La cappella musicale della Collegiata di San Biagio, in Storia di Cento, Cento, Centro Studi “Girolamo Baruffaldi”, 1994, vol. II, pp. 827-874; Claudio Sartori, voce Gaetano Gaspari, in Die Musik in Geschichte und Gegenwart, zweite, neubearbeitete Ausgabe, Cassel, Bärenreiter, 1994-2007, Personenteil t. vii (2002), p. 575; Pacifica Artuso, voce Gaetano Gaspari, in Dizionario biografico degli italiani, LII, Roma, Istituto della enciclopedia italiana , 1999, pp. 473-474; Fabio Fano, voce Gaetano Gaspari, in The New Grove Dictionary of Music and Musicians, Londres, Macmillan, 2001², t. ix, p. 555-556; Lorenzo Bianconi - Paolo Isotta (a cura di), Museo internazionale e biblioteca della musica, guida al percorso espositivo, Bologna, Comune, 2004, 2ª ed. 2006; Mario Armellini, Tra bibliografia e musicologia. Gaetano Gaspari e la collezione libraria del Liceo Musicale di Bologna, in Magnificat Dominum musica nostra, atti della giornata di studio sulla musica sacra nella Bologna d’un tempo dedicata alla memoria di Oscar Mischiati (1936-2004) (Bologna, Chiesa della SS. Trinità, 1.IV.2006), a cura di Piero Mioli, Bologna, Pàtron, 2007, pp. 107-126; Id., Le collectionnisme d’un bibliothécaire: le cas de Gaetano Gaspari, in Denis Herlin - Catherine Massip (a cura di), Collectionner la musique. Erudits collectionneurs, actes du colloque de Royaumont (14-16.XI.2013), Turnhout, Brepols, 2015, pp. 155-197.
Cristina Targa
L'eredità Gaspari
in Jadranka Bentini e Piero Mioli (a cura di)
Maestri di Musica al Martini. I musicisti del Novecento che hanno fatto la storia di Bologna e del suo Conservatorio
Bologna, Conservatorio «Giovan Battista Martini», 2021