NORDIO CESARE. — Nato a Trieste, nel 1891, studiò con G. Orefice a Milano e con Max Reger a Lipsia. Tenne per un anno la cattedra di composizione al Conservatorio di Palermo, donde passò con lo stesso insegnamento al Liceo di Bologna, di cui, dal 1925, è direttore. Per il teatro ha scritto e fatto rappresentare la fiaba musicale L'Augellin bel verde (Trieste, 1921); ma la sua maggiore attività, oltrechè nell'insegnamento e nella critica musicale, verte nel campo sinfonico. Appartengono infatti alla sua produzione i poemi sinfonici Festa lontana, Fantasia notturna, Sogno di primavera, Sicilia, gli Intermezzi per la Giulietta e Romeo del Barbarani e l'impressione orchestrale Il Lago d'amore, inspirata al Poema di Bruges (La Città Morta), ed eseguita la prima volta al Comunale di Bologna nel 1926, direttore A. Guarnieri.

Giulio Cesare Paribeni
Sinfonisti italiani d'oggi. Guida per i radio-amatori dei concerti
Musica sinfonica, da camera e varia n. 6-8
Milano, ERTA - Edizioni Radio Teatrali Artistiche, 1932

Musica disciplina
Cesare Nordio nasce a Trieste il 31 agosto 1891 da Riccardo, imprenditore attivo nel settore dei servizi navali, e Antonia Cambiagio. I suoi studi musicali in composizione iniziano nella città natale: tra il 1907 e il 1911 è allievo di Carlo Perinello presso il Conservatorio “Giuseppe Tartini”. Si trasferirà quindi brevemente al Conservatorio di Milano nella classe di composizione di Giacomo Orefice (anno scolastico 1911-1912) per approdare al Conservatorio di Lipsia nella classe di Max Reger tra il 1912 e il 1914, dove trova come compagno di studi un altro futuro direttore del Conservatorio di Bologna, Ettore Desderi.
Tornato a Trieste, Nordio diviene sostituto del direttore d’orchestra Rodolfo Ferrari al Teatro “Verdi” e insegnerà, tra il 1914 il 1923 con la parentesi della guerra, armonia, contrappunto e composizione al Conservatorio “Tartini”. Contemporaneamente sarà docente di composizione, estetica e storia della musica all’Istituto musicale pareggiato “Giuseppe Verdi”, svolgendo anche l’attività di critico musicale presso il giornale «L’Era Nuova». L'infaticabile attività del giovane Nordio viene interrotta solo dallo scoppiare della guerra: lascia Trieste e si arruola con slancio come volontario nell’esercito Italiano assieme ai quattro fratelli. Mario, giornalista, e Augusto, medico, ritorneranno a casa, ma i gemelli Aurelio e Fabio cadranno entrambi in combattimento. Cesare, ufficiale di complemento nel 1° Reggimento Genio di Pavia, visse la ritirata di Caporetto di stanza sul Tagliamento.
Dopo il conflitto Nordio aderì senza tentennamenti al fascismo diventando presto una figura di spicco all’interno del Sindacato nazionale fascista dei musicisti. Suo un impressivo, e divertente resoconto pubblicato sulla «Sera» del 22 novembre in occasione di due concerti dati da Toscanini e dell’orchestra della Scala a Fiume per omaggiare D’Annunzio: come segno di ringraziamento al maestro e ai professori d’orchestra “gli arditi improvvisarono in loro onore una finta battaglia sul Campo di Cantrida, rincorrendosi con temerario coraggio fra gli scoppi delle bombe a mano e il fuoco continuo delle mitragliatrici in azione”.
Il 21 dicembre 1921 si sposa con Elsa Grego e dal matrimonio nasceranno nel 1922 Aurelio e nel 1926 Laura. Nel 1924, in seguito alla morte di Antonio Favara, viene chiamato dal ministero a ricoprire la cattedra di Armonia, contrappunto, fuga e composizione presso il Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Palermo. Vince quindi il concorso bandito per la cattedra stessa (che vedeva una prestigiosa commissione formata da Ottorino Respighi, Alberto Franchetti, Giuseppe Mulè) e ricopre anche l’incarico di docente di Quartetto. Anche a Palermo prosegue l'attività giornalistica come critico musicale del giornale «L’ora». Il suo cursus honorum non si ferma e nel 1925 vince anche il concorso per la cattedra di Fuga e composizione del Liceo musicale di Bologna (commissione Setaccioli, Zanella, Pedrollo) diventando già nel marzo di quell'anno reggente dell'istituto. Sarà confermato direttore a luglio, mantenendo l'incarico dell’insegnamento di composizione. Da quell'anno e per circa un ventennio Nordio diviene così il principale regista della vita musicale bolognese, dando nuova stabilità e slancio al Liceo. Possiamo dire che con il suo insediamento e il suo attivismo il Liceo di Bologna conosce indubbiamente una nuova primavera. Nordio firma un nuovo regolamento e istituisce le classi di Quartetto, di Canto corale e di Cultura musicale generale. Riapre inoltre la classe di Organo, chiusa da alcuni anni, mentre il corso di Pianoforte complementare diviene obbligatorio per tutti gli strumentisti. Rende le lezioni di strumento obbligatoriamente collettive, escludendo dalle commissioni d’esame i docenti dei candidati e includendo nel contempo membri esterni al Liceo. Un grande merito riconosciuto alla sua direzione è quello dell’attivazione, a partire dall’anno scolastico 1927-28, del primo corso effettivo in Italia (sebbene non ancora riconosciuto dal ministero) di Direzione d’orchestra, materia che fino ad allora faceva parte della cattedra di Fuga e composizione. Nordio ne assume l’insegnamento, seguito negli anni da allievi di indubbio valore tra cui si ricordano Pietro Grossi, Arrigo Guarnieri, Giuseppe Savagnone, Amedeo Baldovino, Adone Zecchi, Franco Ferrara, Rinaldo Zamboni, Mario Medici, Francesco Molinari Pradelli, Stefan Stefansky, Albert Gyulai, Teddy Cafaro.
L'attività infaticabile e lungimirante del direttore Nordio, certo un personaggio di ferrea volontà e decisionismo, si concentra quindi con cura attenta sulla selezione del personale docente. Esemplare per dipingere la sua volontà di portare qualità nell'insegnamento al di là di ogni lungaggine o intoppo amministrativo è il caso del diciannovenne Arturo Benedetti Michelangeli assunto da Nordio per chiara fama subito dopo la vittoria al Concorso internazionale di Ginevra, decisione che comportò sensibili strascichi polemici per non avere coinvolto il Comune di Bologna nella scelta. Ma l'inflessibile Nordio non controllerà solo le assunzioni: era egli stesso esempio &plastico del controllo del &popolo dei docenti e degli studenti, della disciplina e del rigore che tutti dovevano abbracciare e rispettare. Un ricordo vivo di ex alunni lo vede in piedi sulla scalinata del Liceo per controllare l’orario di entrata dei docenti. Questa rigorosa - potremmo forse dire asburgica - applicazione dei regolamenti fece scrivere nel 1942 al bibliotecario del Conservatorio Claudio Sartori che a Bologna “si giunse a parlare di disciplina militare”. Questi meriti, anche legati alla sua “disciplina militare”, erano comunque importanti e riconosciuti e nel 1934 Nordio venne confermato direttore dalla commissione ministeriale composta da Umberto Giordano, Riccardo Zandonai e Luigi Ferrari-Trecate.
Forte di questa nuova conferma, Nordio impresse così un’ulteriore spinta alle attività e all’immagine del Liceo mettendo in campo una serie di iniziative che rimangono ancora nei tratti del Conservatorio a partire dall'intitolazione. Da tempo Bologna ambiva infatti a elevare il suo Liceo musicale al rango di Conservatorio statale e negli anni di Nordio il tema era molto sentito. Uno dei primi problemi da risolvere fu quello relativo al nome dell’istituto dal momento che i regolamenti ministeriali prescrivevano che il nome di un compositore non potesse essere associato a più di un Conservatorio. La rinuncia all'intitolazione a Gioachino Rossini, che già dava il nome al conservatorio di Pesaro, fu certamente dolorosa ma necessaria. Fu così decisione di Nordio intitolare il Liceo musicale a Giovanni Battista Martini, dedicando inoltre la sala dei concerti, a cui aveva assicurato un nuovo organo, e l’aula di organo rispettivamente a Marco Enrico Bossi e a Ottorino Respighi, mentre adornava lo scalone di ingresso con i busti bronzei di Giovanni Battista Martini e Ferruccio Busoni. Meritoriamente, con l’ausilio del bibliotecario Francesco Vatielli, Nordio arricchì la biblioteca di un'importante collezione di opere musicali della prima parte del XX secolo.
Nel quadro del mondo musicale e organizzativo il direttore Nordio è un motore di iniziative di spicco, e quindi è imprescindibile che il suo prestigio e la sua posizione “politica” lo pongano spesso durante i suoi anni bolognesi al centro di momenti significativi. In particolare è degno di essere ricordato il ruolo chiave avuto in occasione dell’aggressione subita a Bologna da Toscanini la sera del 14 maggio 1931. Come è noto, in seguito al rifiuto di eseguire la Marcia Reale e, soprattutto, l’inno fascista Giovinezza prima di un concerto sinfonico dedicato a Giuseppe Martucci, il maestro venne affrontato da un gruppo di facinorosi tra i quali si contava anche un giovane Leo Longanesi, accreditato da alcuni come il vero autore materiale dello schiaffo che venne dato a Toscanini. Meno noto è il fatto che per la mattina successiva fosse stata organizzata una spedizione squadristica contro il Liceo musicale, i cui studenti e insegnanti si erano mostrati colpevoli di essersi espressi in difesa di Toscanini. Nordio, forte anche della sua posizione politica, seppe affrontare le squadre fasciste che avevano intenzione di devastare il Liceo e riuscì ad allontanarle. Solo nel pieno della seconda guerra mondiale, il 27 maggio 1942, giunse finalmente a conclusione il lungo processo di statizzazione del Liceo musicale che diventa così Regio Conservatorio di musica “G. B. Martini”, con Nordio, il principale artefice del successo, direttore confermato. Questa vittoria certo onora l'attività infaticabile di un personaggio che tra equilibri politici e organizzativi era riuscito anche a svolgere una intensa attività di compositore: un'attività che naturalmente si configura come momento di relazione e comunicazione della propria arte ma anche come affermazione della propria influenza e del proprio potere culturale, a partire dai primi anni di permanenza bolognese. Nel 1927, ad esempio, Gino Marinuzzi porta al successo al Comunale di Bologna il poema sinfonico Fantasia notturna; e nel 1929 a Bologna con il Teatro sperimentale italiano e nel 1930 a Verona con la compagnia di Cesco Baseggio vengono eseguiti gli intermedi orchestrali e i melologhi per l’opera teatrale Giulietta e Romeo di Berto Barbarani, definiti da Nordio stesso come una nuova forma di teatro.
Cesare Nordio era quindi in quegli anni un nodo imprescindibile della musica bolognese: direttore di Conservatorio, compositore, direttore d’orchestra dall'intensa attività (con una particolare attenzione al repertorio italiano settecentesco) e direttore artistico delle stagioni di musica sinfonica del Comunale, da lui organizzate fin dal 1926 con la presenza dei migliori artisti della scena internazionale come Marinuzzi, Mitropoulos, Respighi, Scherchen, Gui, De Sabata, Stravinskij e Guarnieri. Presso il Liceo organizza inoltre nell'anno 1926-27 i Concerti popolari di musica da camera, che vengono interrotti dopo la prima stagione e quindi ripresi nel 1934 con interpreti come Rubinstein, Brajlowsky, Segovia, Backhaus, Gieseking, Cortot, Prokofiev fra gli altri. Partecipa come giurato a importanti concorsi internazionali: il Prix Liszt a Budapest nel 1933; negli anni 1933, 1935, 1936, 1938, 1939 il Concorso internazionale di canto e pianoforte di Vienna, di cui è cofondatore con Clemens Krauss e sarà presidente delle due ultime edizioni; e sempre a Vienna il Concorso internazionale di canto, violino e violoncello nel 1937.
Bologna, Bolzano, Il Cairo
Giunge quindi la guerra che trascinerà con sé il destino di Nordio a Bologna. Dopo il successo della trasformazione del Liceo in Conservatorio, nel 1944 gli accadimenti drammatici del momento storico e il conseguente riordino amministrativo dovuto alla proclamazione della Repubblica Sociale costringono Nordio, che non si piega al nuovo corso politico, a lasciare Bologna. In calce a uno dei curricula da lui redatti e conservati al Museo teatrale “Schmidl” di Trieste, annota: “Nel 1944 fuggo da Bologna per sottrarmi all’imposizione del giuramento alla Repubblica di Salò ed il governo fascista mi punisce trasferendomi al Conservatorio di... Bolzano (chiuso, per ragioni belliche)!! Poi - alla liberazione - il trasferimento di Bolzano è stato immediatamente annullato” (le ragioni sono la distruzione del Conservatorio di Bolzano per via dei bombardamenti alleati). Nordio viene così “appoggiato” amministrativamente al Conservatorio di Venezia, allora diretto da Gian Francesco Malipiero, e tra il 1944 e il 1945 risiede tra Cittadella e Venezia. In questi frangenti, come testimoniato dal figlio Aurelio a chi scrive, si adopera per nascondere l’amico Lionello Levi, di origine ebraica, già docente del Liceo musicale di Bologna e critico del «Resto del Carlino» fino all’entrata in vigore delle leggi razziali del 1938. Tra Nordio e Malipiero si verrà quindi a creare un aspro conflitto: in una lettera del 9 ottobre 1945 a Giuseppe Maggiorino Gatti, Malipiero, che diversamente da Nordio aveva aderito alla Repubblica Sociale, lo accuserà di essere uno dei più accesi sostenitori della propria epurazione.
Ma anche la guerra si conclude e nel 1948, dopo un breve periodo trascorso al Conservatorio di Pesaro, Nordio viene nuovamente destinato, alla morte del direttore Mario Mascagni, al Conservatorio “Claudio Monteverdi” di Bolzano dove rimane fino al 1962, anno del suo pensionamento: in questa sede si prodiga per riorganizzare l’istituto secondo le linee guida già messe in atto a Bologna e segue il processo di ricostruzione dell'edificio terminato nel 1952. Ormai stabilmente reinsediato nelle sue funzioni direttoriali, nel 1949, in occasione del XXV anniversario della scomparsa di Ferruccio Busoni, riesce finalmente a concretizzare il progetto di istituire un premio pianistico dedicato alla sua memoria, un progetto probabilmente accarezzato già dal 1930 organizzando a Bologna delle manifestazioni celebrative. La prima edizione del concorso, che sarebbe dovuta essere anche l’unica, si tenne tra il 12 e il 25 settembre 1949 nella nuova Sala da concerto del Conservatorio, inaugurata il 3 maggio precedente con un evento diretto dallo stesso Nordio. Grazie al patronato della Fiera internazionale di Bolzano il maestro riuscì a dotare il concorso di premi economicamente molto importanti: 500.000 lire per il primo classificato da parte dell’Ente fiera, oltre a un pianoforte a mezza coda offerto dalla casa costruttrice di Bolzano Schulze-Pollmann; 200.000 lire per il secondo (offerte da Arturo Benedetti Michelangeli che Nordio aveva voluto come insegnante anche a Bolzano) e 100.000 lire per il terzo (premio offerto dalla città di Trieste, che aveva dato i natali alla madre di Busoni Anna Weiss). La Società dei concerti e l’Azienda di soggiorno e turismo di Bolzano si fecero garanti dei premi per il quarto e quinto classificato. Decisivo anche l'intervento nella formazione della giuria composta nella prima edizione dallo stesso Nordio (presidente in quanto direttore dell'istituto) e da Benedetti Michelangeli, Jacques Fevrier, Antonino Votto, Egon Kornhaut e Gino Tagliapietra come giurati, con un comitato d’onore composto da Claudio Arrau, Wilhelm Backhaus, Alexander Borowsky, Robert Casadesus, Alfred Cortot, Edwin Fischer, Walter Gieseking, José Iturbi, Dinu Lipatti, Nikita Magaloff, Nicolai Orloff, Arthur Rubinstein, Rudolf Serkin, Egon Petri e Carlo Zecchi (gli ultimi due, come Tagliapietra, allievi di Busoni). Sul rapporto della città di Bolzano con il premio Busoni, Nordio ebbe a scrivere nel 1952:
«Pensavo anche che il capoluogo dell’Alto Adige, ideale ponte fra le due maggiori civiltà musicali, si prestava idealmente a diventare sede di una manifestazione destinata a rendere omaggio alla memoria di un insigne artista italiano che nell’ambito del mondo culturale tedesco aveva svolto gran parte della sua molteplice attività di compositore, di interprete, di polemista».
Decisiva per la riuscita del concorso fu anche l'intuizione di arricchire il concorso di quindici concerti-premio, dovuti a una fitta rete di relazioni: Teatro alla Scala di Milano, Accademia di Santa Cecilia di Roma, Radio Italiana, Comunale di Bologna, Maggio musicale fiorentino, Teatro “Verdi” di Trieste e le Società dei concerti di Napoli, Catania, Bari, Padova, Torino, Brescia, Verona, Trento e Parma. Nordio fu certamente determinante in molte delle scelte artistiche del concorso, soprattutto in una delle più discusse, quella di non attribuire il primo premio nel caso che nessuno dei concorrenti avesse raggiunto l’unanimità dei voti. La mancata acclamazione di un vincitore nella prima edizione (il primo premio venne attribuito per la prima volta solo nel 1952) si rivelò determinante nella decisione di ripetere la manifestazione e di renderla permanente.
Negli anni '50 Nordio prosegue il suo lavoro di direttore d’orchestra e di compositore continuando a esplorare i rapporti tra musica e teatro con intermezzi e melologhi per la Medea di Euripide messa in scena nel 1951 dalla Compagnia del carrozzone di Valentina Fortunato, Romolo Valli e Alessandro Esposito. Nel 1956 riceve l’incarico di ispettore centrale per l’istruzione musicale presso il Ministero della pubblica istruzione. Nel 1957 gli viene conferita la nomina a Commendatore della Repubblica Italiana e nel 1961 la Medaglia d’oro per i Benemeriti della cultura e dell’arte. Nel 1962, con il pensionamento, abbandona la presidenza del concorso Busoni, secondo il regolamento da lui stesso redatto. Nel 1964 dona al Conservatorio “Giuseppe Tartini” di Trieste circa 750 tra spartiti musicali e pubblicazioni didattiche e stesso anno, nell’ambito di scambi internazionali, viene incaricato dal Ministero degli affari esteri di dirigere e riorganizzare il Conservatorio superiore del Cairo, rientrando in Italia solo nel 1967 allo scoppio della Guerra dei sei giorni. Ritornato infine a Bologna come membro della commissione artistica del Teatro Comunale sotto la sovrintendenza di Carlo Maria Badini, muore nella città a cui aveva dedicato tanta passione ed energie musicali e organizzative, l’8 settembre 1977. Verrà sepolto a Trieste nel cimitero di S. Anna.
Dal catalogo e dalla bibliografia
Più o meno circoscritta alla prima metà della vita, l'attività creativa di Nordio comprende queste musiche (con luogo e data di composizione ove possibile): Sogno di Primavera, Lipsia, 1914; Tra il dolore e la gioia e Fides da Myricae di Giovanni Pascoli, per voce e pianoforte, Lipsia, Trieste, 1914; Ricordo di Luigi Capuana; Fantasia notturna, poema sinfonico; L’augellin belverde di Gozzi, Trieste, 1921; Sur les ruines d’Ipres, poemetto per organo e quartetto d’archi, 1921; Festa lontana, Bologna, 1922; Il poema di Bruges (La città morta), tre impressioni sinfoniche (Prime luci, Il lago d’amore, Fantasia notturna [Le Beffroi]), Trieste, [1922], rid. dell’autore per pianoforte, Milano, [1926 ca.]; Meditazione per viola, arpa e organo, 1923; Sicilia, melologo di Federico de Maria, Palermo, 1924; Elegia romantica, poemetto per canto e pianoforte di Sergio Corazzini (da Desolazione del povero poeta sentimentale), Roma, 1925; Quartetto in re min., 1926; Quartetto in mi min., 1926; Due impressioni per pianoforte, Bologna, 1929; Giulietta e Romeo, intermezzi e melologhi, 1929; Musetta per organo, 1929; Berceuse per organo, 1929; Canzone per organo, Bologna 1932; Musette per orchestra, Bologna, 1932; Poema per violino e orchestra/pianoforte, 1940; Umoresca (Kessyana) per pianoforte, 1935; Canzone; Morte dell’Urogallo, melologo di Tullio Armani; Medea, intermezzi e melologhi, 1951; Musiche per orchestra per un documentario sull’Alto Adige, 1953; Vocalizzo per basso. Questi invece i pochi scritti: Über die wasentlichen Unterschiede zwischen Glucks und Wagners Opern-Reformen, Leipzig, 1914; Giambattista Viotti, discorso commemorativo tenuto il 29 giugno 1924 nella Sala “Scarlatti” del R. Conservatorio di musica “V. Bellini” di Palermo, nel primo centenario della morte, Palermo, 1924; Nel primo centenario della nascita di César Franck, Trieste, 1925; Gli Istituti Musicali Pareggiati, Firenze, [1938 ca.]; Preludio, in Rossiniana a cura del R. Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna, Bologna, [1942]; La piccola storia di un grande concorso, in Il Conservatorio statale di musica Claudio Monteverdi di Bolzano, per l’inaugurazione ufficiale della nuova sede, Bolzano, 1952.
Per finire, una bibliografia: C. Schmidl, Dizionario universale dei musicisti, Trieste, 1927-29², ad vocem; C. Sartori, Il Regio Conservatorio di Musica G. B. Martini di Bologna, Firenze, 1942, pp. 141-144, 202-206; C. Palandri (a cura di), Gian Francesco Malipiero e il carteggio con Guido M. Gatti, Firenze, 1997, pp. 407-408; A. Bambace, Cinquant’anni suonati. Storia e cronaca del Concorso Busoni, Bolzano, 1998; L. Verdi, Cesare Nordio e il Liceo Musicale Bolognese fra le due guerre, in Bologna Novecento un secolo di vita della città, a cura di M. L. Bramante Tinarelli, Bologna, 1998, pp. 79-82; A. Vannoni, L’istituzione della classe di Direzione d’orchestra presso il Conservatorio G. B. Martini di Bologna e la presenza femminile, in Storia di una «novità»: la direzione d'orchestra al femminile, atti della giornata internazionale di studi (Firenze, 19.VI.2003) a cura di L. Navarrini Dell'Atti, Firenze, 2004, pp. 215-268; P. Scattolin, Appunti e commenti sulla figura e sulla musica di Cesare Nordio, in “Martini” docet, atti delle giornate di studio a cura di P. Mioli, Bologna, 2007, pp. 319-331; H. Stuppner, Die Klavierwettbewerb Ferruccio Busoni, in Musik und Gesellschaft in Südtirol, Bolzano, 2009, vol. I, pp. 429-465 e Das Konservatorium in der zweiten Hälfte des 20. Jahrhunderts, Ivi, pp. 518-562. Altre notizie sono reperibili in G. Radole, Trieste, la musica e i musicisti (1945-1989), Trieste, 1992 e Le scuole musicali a Trieste, Trieste, 1992; M. Medici, Un mio lontano incontro con Szymanowski polacco di razza, voglioso di Occidente, in «Quadrivium», XXV, 1984; V. Levi, La vita musicale a Trieste. Cronache di un cinquantennio, 1918-1968, Trieste, 1999.

Daniele Tonini
Nordio, dal 1925 al 1944
in Jadranka Bentini e Piero Mioli (a cura di)
Maestri di Musica al Martini. I musicisti del Novecento che hanno fatto la storia di Bologna e del suo Conservatorio
Bologna, Conservatorio «Giovan Battista Martini», 2021