Giuseppe Mulè

Giuseppe Mulè.
Nacque il 29 giugno 1885 a Termini Imerese. Studiò nel Regio Conservatorio di musica di Palermo; conseguì prima il diploma di magistero in violoncello e dopo quello di composizione. Fece una breve carriera come violoncellista. Fra le sue composizioni per violoncello ricordiamo un Largo che è già alla seconda edizione. Ha scritto varii lavori vocali e strumentali fra i quali un Quartetto in 4 tempi.
Una sua romanza A lei della quale l'editore Bongiovanni di Bologna pubblicò la seconda edizione, fu cantata da Amelia Pinto, con accompagnamento di orchestra, innanzi ai Sovrani d'Italia il 27 maggio 1910, nel grande concerto vocale e strumentale tenuto in loro onore a Palermo. In questo concerto venne per la prima volta eseguito il preludio dell'opera La baronessa di Carini.
Nello stesso giorno il Mulè fece eseguire da 200 bambini un suo inno Sicilia, composto per incarico del Comitato dei festeggiamenti.
Nel 1911 vinse il premio di lire mille nel concorso Bonerba con l'oratorio: Il cieco di Gerico.
Nell'aprile del 1912 al teatro Massimo di Palermo fu eseguita e ripetuta per molte sere la La baronessa di Carini. L'opera è stata acquistata dalla Casa Ricordi. Il Mulè ha diretto molti e importanti concerti sinfonici.
Nell'ultimo concerto tenuto al teatro Massimo a favore dei feriti in Libia fece eseguire una sua Ouverture Eroica che sollevò entusiasmo.
Il Mulè sta scrivendo un'opera in 3 atti per incarico della Casa Ricordi.
Annuario dei musicisti. Manuale dei cultori e degli amatori
Casa Editrice “Musica”, Roma, a. I, 1913
MULÈ GIUSEPPE. — Nato a. Termini Imerese nel 1885 e allievo di G. Zuelli al Conservatorio di Palermo di cui divenne direttore nel 1922, passando tre anni dopo al Conservatorio di S. Cecilia in Roma con la stessa carica. Dal 1929 è deputato al Parlamento Nazionale.
È autore di quattro opere tutte rappresentate, e cioè La Baronessa di Carini (Palermo, 1912), Al Lupo (Roma, 1919), La Monacella della Fontana (Trieste, 1922), Dafni (Roma, 1928); delle musiche di scena per Le Coefore di Eschilo e per Le Baccanti di Euripide, delle musiche corali per I Sette a Tebe di Eschilo, Antigone e I Satiri di Sofocle, Medea e Il Ciclope di Euripide, eseguiti tutti nelle rappresentazioni del Teatro greco di Siracusa.
I suoi lavori sinfonici più noti sono:
SICILIA CANORA. Prima esecuzione: Palermo, 1917. Direttore: G. Mulè.
È un poemetto sinfonico vocale in due parti: nella prima, Una Notte a Taormina al senso descrittivo è dato sviluppo unicamente con mezzi melodici, tratti dalle particolari maniere di canto del popolo siciliano, e con l'intervento di una voce di tenore, cui è affidata una calda melodia. Nel secondo episodio, Fioriscono gli aranci, si avvicendano due idee principali, svolta l'una tematicamente nel ritmo di uno scherzo, melodica l'altra, annunziata dalle viole.
INTERLUDIO, dall'opera «Dafni». Prima esecuzione: Roma, 1929. Direttore: A. Toni.
DANZA SATIRESCA, dall' opera «Dafni». Prima esecuzione: Roma, E.I.A.R., 1929. Direttore: G. Mulè.
Giulio Cesare Paribeni
Sinfonisti italiani d'oggi. Guida per i radio-amatori dei concerti
Musica sinfonica, da camera e varia n. 6-8
Milano, ERTA - Edizioni Radio Teatrali Artistiche, 1932
L'archivio di Giuseppe Mulè è custodito nel DMI di Latina.