Gian Francesco Malipiero

Gian Francesco Malipiero.
Nato a Venezia il 18 marzo 1882, il Malipiero ha assorbito le tendenze all'arte musicale dalla propria famiglia, dove il padre lo iniziò a sei anni allo studio del violino. Undicenne, viaggiò col padre per città italiane e straniere, sino a che, stabilitosi per due anni a Vienna, studiò quivi l'armonia col prof. Spocker di quel Conservatorio. Tornato a Venezia nel 1899, si inscrisse al Liceo «Benedetto Marcello» diretto allora da M. E. Bossi, e seguì nel 1902 questo insigne maestro a Bologna, dove si diplomò nel 1904 a quel Liceo «G. B. Martini». Visse parecchi anni a Venezia, componendo assiduamente e provvedendo con ardore a completare la propria coltura musicale. Si trasferì nel 1913 a Parigi, dove conobbe da vicino musiche e musicisti d'avanguardia, specialmente francesi e russi.
Nel 1921 ebbe per concorso il posto di professore di composizione al Conservatorio di Parma, e tenne quella cattedra fino al 1924. Da questa data, il Malipiero ha fissato la dimora in una sua villa ad Asolo, dove attende unicamente alla composizione.
Di una fecondità e di una operosità rare, questo musicista cominciò a far parlare di sè quando, nel 1913, vinse il concorso sinfonico dell'Augusteo di Roma con quattro lavori presentati sotto quattro differenti pseudonimi, e, nello stesso anno il concorso lirico del Teatro Costanzi con l'opera Canossa, che andò in scena nel gennaio del 1914. La sua produzione teatrale comprende inoltre: Il Sogno d'un tramonto d'autunno (da G. D'Annunzio), Pantea, L'Orfeide in tre parti (La Morte delle Maschere, Le Sette Canzoni, Orfeo ovvero l'Ottava Canzone), Tre Commedie goldoniane (La Bottega del Caffè, Sior Todaro brontolon, Le Baruffe Chiozzotte), Filomela e l'infatuato, Merlino maestro d'organi, Il Mistero di Venezia, in tre parti (Le Aquile di Aquileia, Il Finto Arlecchino, I Corvi di San Marco), Torneo notturno, l Trionfi d Amore; l'azione coreografica La Mascherata delle Principesse prigioniere.
È opportuno ricordare che, mentre questi lavori teatrali del Malipiero hanno trovato ospitale accoglienza in parecchie città estere, i nostri maggiori teatri - se si eccettua il Teatro di Torino, che mise in scena Le Sette Canzoni - rimangono loro costantemente chiusi.
Si debbono poi all'attivissimo maestro veneziano un mistero per soli, cori e orchestra San Francesco d'Assisi, molta musica da camera, tra cui notissimi i due Quartetti «Rispetti e Strambotti» (premiato al Concorso americano Coolidge) e Stornelli e Ballate, e gran numero di liriche vocali e di composizioni pianistiche.
Alla musica sinfonica il Malipiero ha dato: La Sinfonia degli eroi, La Sinfonia del Mare, Le Sinfonie del Silenzio e della Morte, tre gruppi di Impressioni dal Vero, rispettivamente composte nel 1911, 1915, 1921, le illustrazioni orchestrali Per una favola cavalleresca, Le Pause del Silenzio, Ditirambo tragico, Armenia, Oriente immaginario, Variazioni senza tema, Concerti, Cimarosiana, Arione (poema per violoncello e orchestra), L'Esilio dell'Eroe, cinque espressioni sinfoniche.
Gian Francesco Malipiero attende inoltre da parecchi anni alla pubblicazione delle Opere Complete di Claudio Monteverdi.
Molte trascrizioni e revisioni di antiche musiche, studi, articoli e volumi di storia e di critica, coronano l'operosità esemplare di questo musicista, che, non ancora cinquantenne, ha svolto una somma enorme di nobile lavoro artistico. Dagli esegeti della sua opera Malipiero è stato definito come un «romantico nello spirito, ma classico per la sobrietà e semplicità delle forme». Questa definizione va intesa nel senso che i soggetti preferiti dal maestro veneziano, specialmente nella musica strumentale - sia per orchestra, sia da camera, sia pianistica - rivelano un’indole particolarmente inclinata al sogno, all'irreale, alla vaga nostalgia di cose lontane, alla bizzarria macabra, ai violenti contrasti di passioni o di aspetti plastici, alla breve, ma incisiva descrittività.
D'altra parte la traduzione musicale di questi suoi stati d'animo risulta sempre padroneggiata, nell'espressione, da una straordinaria lucidità di giudizio, dall'amore non mai tradito della semplicità e della concisione, dall'avversione per l'inutile, per il decorativo, per l'accademico, fino a toccare talvolta l'angolosità o l'incompiutezza.
Nella musica sinfonica, pure attraverso quella varietà di atteggiamenti, che l'esperienza di oltre un ventennio può aver suggerito al Malipiero, si rivela una ricerca costante e sempre più affinata di legare la potenzialità espressiva di ogni strumento o di ogni combinazione ai caratteri melodici, ritmici, armonici delle idee musicali, più che a prendere suggerimento di pensieri da immagini coloristiche prestabilite, come fanno parecchi moderni. La struttura della partitura malipieriana è in genere chiara, aliena da eccessivi affastellamenti polifonici, ma vigile sempre del ritmo in ogni parte.
SINFONIA DEGLI EROI. Fu eseguita a Vienna nel 1908 e più volte in Germania nel 1909. È inedita.
SINFONIA DEL MARE. È inedita; risale al 1906.
SINFONIE DEL SILENZIO E DELLA MORTE. Composte nel 1908 ebbero la prima esecuzione a Vienna nel 1911 e a Parigi nel 1916. Furono edite da Rahter di Lipsia.
IMPRESSIONI DAL VERO. Sono tre gruppi di Suites.
La prima, comprendente: Il Capinero, Il Picchio, Il Chiù, risale al 1910-1911, ma fu eseguita intorno al 1914 alla Scala e all'Augusteo e stampata da M. Senart a Parigi nel 1918. Ogni suo numero è una breve histoire naturelle, senza nulla dello spirito ironico di Ravel, ma con piena semplicità di espressione. La seconda Suite (Colloquio di campane, I cipressi e il vento, Baldoria campestre) è del 1915, ed è apparsa in edizione Chester nel 1920. Fu paragonata ad un grande affresco, per le maggiori proporzioni dello svolgimento e l'ampiezza delle sonorità orchestrali. Ad analogo indirizzo, per la consistenza dell'invenzione e l'esperienza dell'arte sinfonica appartiene l'ultima suite (Festa in
Val d'Inferno, I Galli, Tarantella a Capri) composta nel 1922 e pubblicata in Universal Edition di Vienna.
PAUSE DEL SILENZIO. Ed. Pizzi di Bologna (1919).
Sono sette espressioni sinfoniche, in cui forse, più che in qualsiasi altra composizione del Malipiero, si rivela la sua simpatia per le serie di quadretti staccati, che sono qui in continuazione, là in contrasto l'uno con l'altro.
ARMENIA. Ed. Senart, Parigi 1918.
Sono canti popolari armeni, interpretati o parafrasati sinfonicamente.
PER UNA FAVOLA CAVALLERESCA. Illustrazioni sinfoniche.
Prima esecuzione: Roma, febbraio 1921. Direttore: A. Guarnieri.
L'Autore avverte chi ascolta o chi legge la partitura che «Questi frammenti sinfonici, pur illustrando leggendarie scene d'amore, tornei, battaglie, chiari di luna, funerali d'eroi, non hanno nessuna intenzione di musica a programma». Il Malipiero infatti torna ai preferiti soggetti romantici del suo esordio di compositore, ma senza intenzioni descrittive ed onomatopeiche, senza nemmeno delimitazioni d'immagini. Un tema, o inciso ritmico, proposto inizialmente da celli e fagotti, circolerà in tutta la composizione, come a denotare uno stato d'animo fondamentale dell'artista dinanzi al fluttuare dei suoi sogni. Per, il resto una sorta di impressionismo ritmico animerà, con incessante mutabilità, le quattro parti in cui sono divise queste Illustrazioni.
VARIAZIONI SENZA TEMA per pianoforte e orchestra. Prima esecuzione: Praga, aprile 1924. Direttore: A. Casella.
La denominazione di questo componimento rivela, già prima d'ogni esame della partitura, la nota avversione del Malipiero per qualsiasi tirannia di sviluppo tematico, e la sua predilezione per il libero vagare della fantasia, sopratutto nello sterminato campo del ritmo. Tuttavia nei sette episodi di cui constano queste Variazioni, il musicista riesce a far sì che una tale illimitata libertà non diventi incoerenza; e vi riesce mediante l'unità dello stile e mediante lo sfondo di una sensibilità musicale, che si colora di iridescenze variate, pur restando omogenea.
DALLE TRE COMMEDIE GOLDONIANE. Frammenti sinfonici. Prima esecuzione: New York, 1925. Direttore: W. Damrosch.
Le tre commedie del Goldoni che il Malipiero ha musicato per intero, e cioè La Bottega da Caffè, Sior Todaro brontolon, Le Baruffe Chiozzotte, hanno fornito all'autore materia sonora per intagliare tre episodi di musica orchestrale da concerto. Gaio, brillante, pettegolo il primo; lento, caratterizzato da interrotti soliloqui del contraffagotto, il secondo; vivace, ritmato, fresco e volubile il terzo; partecipano tutti del carattere lucido, aspro e volontario dello stile di Gianfrancesco Malipiero.
Giulio Cesare Paribeni
Sinfonisti italiani d'oggi. Guida per i radio-amatori dei concerti
Musica sinfonica, da camera e varia n. 6-8
Milano, ERTA - Edizioni Radio Teatrali Artistiche, 1932