Riccardo Pick Mangiagalli

Riccardo Pick Mangiagalli.
La nativa Strakowitz in Boemia, dove questo musicista vide la luce nel 1882, non lo ebbe che pochissimi anni. Venuto infatti con la famiglia a Milano in tenera età, egli è italiano di sentimenti, di educazione e di cittadinanza. Studiò al Conservatorio della metropoli lombarda, avendo a maestri l'Appiani per il pianoforte e il Ferroni per la composizione.
Iniziò la carriera come pianista, facendosi apprezzare in molti concerti tenuti in Italia e all'estero. Contemporaneamente il Pick-Mangiagalli si faceva conoscere come autore di musiche da camera, tra cui una Sonata per Violino e Pianoforte, un Quartetto, parecchie Liriche vocali e una larga produzione pianistica, che mentre, davano la misura del valore e della preparazione del compositore, rivelavano in lui una speciale sensibilità coloristica.
Dal 1914 il Pick esordì in teatro con una forma scenica, di cui egli doveva diventare il più apprezzato cultore in Italia: quella del balletto moderno. Scrisse così e fece rappresentare con successo Il Salice d'Oro, Il Carillon Magico (considerato un capolavoro del genere), Mahit, Sumitra, Casanova a Venezia. Solo più tardi si misurò con le scene liriche e vi ebbe successo con Basi e bote, commedia musicale in tre atti su libretto di Arrigo Boito (Roma, Teatro Argentina, 1927). Intanto l'esperienza fatta con un genere eminentemente sinfonico, come il balletto, gli suggerì di dedicarsi anche alle forme orchestrali da concerto; ciò che egli fece con Notturno e Rondò fantastico, Sortilegi, Due Preludi, Quattro Poemi, Piccola Suite, Preludio e Fuga, composizioni da cui il Pick trasse larga rinomanza di sinfonista in Italia e all'estero, dove egli è frequentemente eseguito.
NOTTURNO E RONDO' FANTASTICO op. 28. Prima esecuzione: Milano, Maggio 1919. Direttore: E. Panizza.
Colori tenui e frasi dai contorni sfumati danno carattere di fantastica vaghezza al Notturno, specialmente nella prima metà e nella chiusa, dove prevalgono melodicamente il violino, e il violoncello solisti. Al centro del pezzo si succedono alcuni periodi costruiti tematicamente, e affidati a legni e corni, su uno sfondo ondulato delle corde.
Nel Rondò, un temino grottesco degli oboi in unione al corno inglese, dà origine, con ben disegnati particolari, al capriccioso umorismo che predomina nell'intero pezzo, e che avvicina nello spirito il Rondò stesso a quel grande modello di estrosità sinfonica, che è L'Apprenti Sorcier di Paul Dukas. Una instancabile mobilità di ritmi e di figure, un ricco sfoggio di colorazione dalle vivaci iridescenze, l'agilità della trama polifonica, mantengono alla composizione uno straordinario interesse, e ne costituiscono le ragioni di immancabile effetto.
SORTILEGI op. 39, Poema per Pianoforte e Orchestra. Prima esecuzione: Milano, Dicembre 1917. Direttore: A. Toscanini.
La trama, che forma il contenuto programmatico di questo poema, è tolta da un'antica novella orientale.
Una giovane sultana mette in dubbio le facoltà magiche dell'incantatore Danesch, il quale, per convincerla del suo potere, compie una serie di evocazioni. E gnomi, genii, spiriti, streghe, passano con evoluzioni vertiginose sotto gli occhi attoniti della principessa. Si susseguono poi giardini incantati, elfi e fate, indi una prateria desolata, sulla quale si rincorrono fuochi fatui. Da ultimo s'ode una stridula risata: tutto è scomparso, anche il mago.
Il poema ha una introduzione lenta di carattere tenebroso e ironico. Attacca poi un Vivacissimo iniziato dal pianoforte concertante, nel quale sono descritte, a vivaci colori strumentali, le varie fasi dell'incantesimo. Infine un rapido scrosciar di note del pianoforte, un colpo di piatti e un glissato discendente stanno a significare la risata dell'esorcista; dopo di che, brevi accordi secchi dell'intera orchestra chiudono il pezzo.
DUE PRELUDI op. 42. Prima esecuzione: Marzo 1921. Direttore: V. De Sabata.
Di carattere lirico ed espressivo, il primo reca come sottotitolo «Voci ed ombre dal vespero» ed ha appunto la forma e lo spirito di un notturno. L'altro «Marosi», di carattere descrittivo, ritrae l'impeto capriccioso delle onde contro un'aspra scogliera.
POEMI, op. 45. Prima esecuzione: Milano, Aprile 1925; Direttore: V. Gui.
Sono quattro: Elegia, in cui domina una espressione di profonda tristezza, ampliantesi a poco a poco, sino a prorompere in uno scoppio di passione. Vivacità e gaiezza caratterizzano invece Menestrelli. Ritmi di danza, squilli e canti festosi s’alternano giocondamente e il brano si chiude, come eco di una musica che vanisca lontanando.
Il terzo poema, «L'armoniosa cuna», è avvolto in un'atmosfera di sogno, nella quale l'affetto vibra sommesso e contenuto. Con «Ballata macabra» l'autore è tornato ad uno dei suoi campi preferiti, quello del fantastico. Due ritmi - uno funebre e l'altro di danza - cominciano a delinearsi, quasi ombre spettrali.
Essi formano lo sfondo, sul quale il poema si svolge, aumentando sempre di più i suoi drammatici contrasti. A poco a poco il movimento si fa incalzante, finchè echeggia veemente il tema principale, dando inizio al carattere tragico e macabro, che la Ballata manterrà sino alla fine.
PRELUDIO E FUGA, op. 47. Prima esecuzione: Roma, Marzo 1928. Direttore: B. Molinari.
Il Preludio, di movimento impetuoso, è fondato su una specie di moto perpetuo degli archi, che ora predomina, ora s'affievolisce, lasciando campeggiare un tema vibrato delle trombe e una frase dolce e legata dei legni, sino a riunire insieme sulla chiusa i diversi elementi presentati in una possente sonorità finale.
Nella Fuga l'A. ha scelto, forse a sfoggio di virtuosità costruttiva, il soggetto più semplice che si possa immaginare: la scala di do maggiore a figure eguali. Naturalmente ad arricchire un tale soggetto, il musicista chiama un controsoggetto plastico e variato.
L'esposizione della fuga è fatta da soli legni; intervengono più tardi gli archi e poi gli ottoni ad animarne e a colorirne lo svolgimento, sino a che in un Più mosso finale il soggetto, restringendo e mutando le proprie figurazioni, e intrecciandosi con altri elementi tematici, conduce ad una chiusa piena di calore e di concitazione.
La produzione sinfonica di Riccardo Pick-Mangiagalli, a tutt'oggi, si completa con le seguenti composizioni:
1°) Una brillante trascrizione orchestrale di tre pezzi scritti originariamente per pianoforte: Soldatini, Berceuse e Danza d'Olaf, riuniti in una Piccola Suite eseguita la prima volta a Milano nel giugno 1927 sotto la direzione di V. De Sabata.
2°) Scene carnevalesche estratte dal balletto «Casanova a Venezia» ed eseguite la prima volta in concerto a Milano nel febbraio 1931, sotto la direzione di A. Toni.
3°) Due Preludi di G. S. Bach, interpretati per Orchestra d'archi con molta fedeltà stilistica e bell'effetto espressivo, eseguiti la prima volta a Boston nell'ottobre 1930 sotto la direzione di J. Kussewitzky.
Giulio Cesare Paribeni
Sinfonisti italiani d'oggi. Guida per i radio-amatori dei concerti
Musica sinfonica, da camera e varia n. 6-8
Milano, ERTA - Edizioni Radio Teatrali Artistiche, 1932