MERCADANTE SAVERIO. Nacque in Altamura Città della provincia di Bari nell'anno 1797. Nel 1808 fu ammesso nel Collegio di Musica della Pietà de' Turchini, allora esistente, a mezza piazza franca. Si applicò in prima a sonare il violino, ed essendovi ben riuscito occupò il posto di primo sonatore del detto stromento, essendo in età di anni 15. In tal tempo cominciò a studiare il contrappunto, e con l'assiduo studio in poco tempo vi fà progressi in guisa, che di anni 16 compose due sinfonie che furono assai applaudite. E stando ancora nel Collegio compose la Musica per un'accademia, che ivi si tenne; e tanto le due sinfonie, quanto i pezzi vocali, che vi furono eseguiti furono applauditi non solo dal pubblico, ma ancora dal rinomato Rossini, che se ne congratulò col cav. Zingarelli, dicendogli, «mi rallegro sig. Direttore, che i vostri giovani allievi cominciano dove noi finiamo». Essendo uscito poi dal Collegio compose la Musica per l'esame della scuola di ballo, che fu tenuto nel teatro del fondo, e riscosse la generale approvazione; e quasi contemporaneamente scrisse una cantata in lode di Carlo IV Re delle Spagne che venne in Napoli e fu eseguita nella villa detta Floridiana. In seguito a premura dell'impresario del real teatro di S. Carlo compose la Musica per due balli pe'l teatro medesimo. Nell'anno 1818 compose il primo dramma per lo teatro di S. Carlo intitolato l'apoteosi di Ercole applaudito universalmente, e per lo teatro nuovo l'altro, che avea per titolo violenza e costanza -- nel 1820 per lo teatro di S. Carlo lo dramma Anacreonte in Samo -- nel 1821 in Roma quello che avea per titolo Scipione in Cartagine -- nel 1822 in Milano l'Elisa e Claudio. Scrisse anche la Musica per gli seguenti drammi: Ipermnestra -- gli Sciti -- D. Caritea per Madrid -- la Didone per Venezia -- li due Figari per Madrid -- la testa di bronzo per Milano -- il duca di Sex per Milano -- D. Chisciotte per Portogallo -- la Zaira per Napoli nel 1831 -- li Normanni a Parigi per Torino -- Costanza ed Almenyscha per Vienna -- il signore del Villaggio per Vienna -- Emma di Antiochia per Torino -- Gabriella de Vergy per Torino -- Ismalin, o sia amore e morte per Milano -- Nictoni per Bergamo -- Uggero il Danese per Torino -- amor tutto vince per Torino -- li briganti a Parigi nel 1836 -- il giuramento per Milano nel 1837 -- le due illustri rivali per Venezia nel 1838 -- Elena da Feltre per Napoli nel 1838 -- il bravo per Milano nel 1839. Per tutte queste armoniche produzioni Mercadante riscosse generali applausi, senza incontrare i menomi morsi della maldicenza, e dell'invidia.

Carlantonio de Rosa marchese di Villarosa
Memorie dei compositori di musica del Regno di Napoli
Napoli, dalla Stamperia reale, 1840


MERCADANTE Saverio Raffaele.
Compositore, nato ad Altamura da Giuseppe Urazio e Rosa Bia, non uniti in matrimonio, il 17 settembre 1795. Morto a Napoli il 17 dicembre 1870. Ebbe i primi insegnamenti dal fratellastro, poi, trasferitosi con i genitori a Napoli (1806), entrò al San Sebastiano e iniziò lo studio del violino, e quindi di composizione con Furno, Tritto, Fenaroli e Zingarelli; di quest'ultimo fu il discepolo favorito. A sedici anni aveva composto due sinfonie, che Rossini, in visita al Conservatorio, gradì molto, tanto da dire allo Zingarelli: «Mi rallegro, signor direttore, che i vostri giovani allievi cominciano dove noi finiamo».
Il vero esordio, tuttavia, non lo ebbe che nel 1818, quando fu incaricato di scrivere dei balli per il S. Carlo: Il servo balordo di S. Taglioni (Napoli, S. Carlo, 1818); Il califfo generoso di A. Vestris (Napoli, Fondo, 1818); Il flauto incantato di S. Taglioni (Napoli, S. Carlo, 1818) e I portoghesi nelle Indie, id. (id. 1819), che ebbero tale un successo da fargli ordinare una opera, L'Apoteosi di Ercole, che, diretta dal celebre Giuseppe Maria Festa (v.), ebbe un successo straordinario, superato, però, di molto da quello che nel 1821 avrà con Elisa e Claudio alla Scala. Intanto il suo nome comincia a farsi strada nel mondo: Austria, Spagna, Portogallo si contendono le opere.
In Spagna e Portogallo passa due anni, dal 1827 al 1829. Ritornato in Italia fa rappresentare Zaira al S. Carlo. Il 9 luglio 1832 si sposa con Sofia Gambaro, che gli darà tre figli. Il 1833 assume la direzione della cappella musicale di Novara, succedendo a P. Generali, deceduto l'anno prima, ed inizia componendo la Sinfonia funebre per il defunto. Nel 1836 viene invitato a Parigi da Rossini per prendere parte alla stagione lirica del Theatre Italien, e presenta I briganti, opera che non ottiene ottimi risultati. Il 1837 ottiene un grandissimo successo alla Scala con Il giuramento, uno dei suoi capolavori, cui seguirà un altro grande successo due anni dopo con Il bravo. Nel 1939 accetta, invitato da Rossini, il posto di maestro di contrappunto a Bologna, e quello di maestro di cappella a S. Petronio, ma invitato ad assumere, nel 1840, la direzione del S. Pietro a Majella, li lascia, cosa che dispiace sia a Rossini che ai bolognesi. Nel 1846 fa un viaggio ad Altamura, accolto con archi di trionfo. Nel 1862 perde la vista, ma continua a lavorare, quasi sino alla fine. La fortuna delle opere di Mercadante è stata vastissima in vita e nulla dopo morte. Non staremo qui a rilevare quanto ci sia di giusto o d'ingiusto in ciò; altri lo faranno o l'hanno fatto, e chi vuole approfondire si rivolga a questi testi. Una cosa vorremmo mettere in luce, ed è che una vera valutazione della sua opera non è ancora stata fatta. Scrive M. Rinaldi che «L'immagine del critico Amintore Galli - «Mercadante è servito di sgabello a Verdi» - pur se sfiora il ridicolo, conserva una punta di verità. Ed è proprio qui che sta racchiuso, volere o no, il maggior merito di Mercadante. Egli aveva scritto 45 opere prima che a Milano venisse data Oberto conte di S. Bonifacio, prima opera di Verdi; compose Il Giuramento nel periodo delle maggiori affermazioni melodrammatiche (1837) della prima metà del secolo (Lucia di Lammermoor è di due anni prima, la Norma di 6 anni prima); fece rappresentare Il Bravo (1839), una delle sue opere più mature e fortunate, quando Verdi stava lottando per far accettare alla Scala il ricordato Oberto. D'altra parte l'autore di Aida ebbe molto rispetto per il suo più anziano collega: lo preferì quale giudice nella scelta degli interpreti per il suo Macbeth (1848) a Napoli e più tardi lo volle a capo dei compositori chiamati a scrivere una Messa per onorare Rossini. Si è visto in quale conto lo teneva Rossini, nè va dimenticato che Bellini ebbe a chiedergli di assumere la cattedra di composizione nella città partenopea, preferendolo a Donizetti». Ora, non vogliamo polemizzare, ma ci sembra che il Rinaldi riduca a molto poco l'importanza dell'opera di Mercadante, il cui successo fu tutt'altro che contingente, e la dimenticanza in cui è caduto un accidente, di cui il pubblico non è affatto colpevole, perchè nulla ha sentito e nulla ha decretato.
La poca stima che si ha oggi dell'opera di Mercadante è dovuta, pensiamo, più che alla bontà o meno delle opere, alla cancellazione del suo nome dai repertori. Il Rinaldi ha citato Rossini, Bellini e Verdi, come estimatori (ma sino ad un certo punto) del Mercadante, ma ve ne sono moltissimi altri, non escluso Franz Listz, che, parlando sulla Gazzetta Musicale di Milano, dello stato della musica in Italia, scrisse: «...Il faut toutefois excepter Mercadante de ce reproche très juste pour la masse des «maestri» ultramontains. Il ecrit avec une sage lenteur et revoit avec soin ses composition les plus correctes et le mieux instrumentés de tous ceux'que j'ai entendus». E lo stesso, l'anno seguente: «... Les dernieres ouvrages de Mercadante sont sans contredit les mieux pensées du répertoire actuel». E non aggiungiamo altro.
Opere: L'Apoteosi di Ercole, su lib. di G. Schmidt (Napoli, S. Carlo, 1819); Violenza e costanza, su lib. di A. L. Tottola (id. 1820); Anacreonte in Samo, su lib. di G. Schmidt (id. 1820); Il geloso ravveduto, su lib. di B. Signorini (Roma, Valle, 1820); Scipione in Cartagine, su lib. di G. Ferretti (Roma, Argentina, 1820); Maria Stuart, su lib. di G. Rossi (Bologna, Comunale, 1821); Elisa e Claudio, su lib. di L. Romanelli (Milano, Scala, 1821); Andronico, su lib. di D. Tindario (Venezia, Fenice, 1821); Adele ed Emerico ossia Il posto abbandonato, su lib. di F. Romani (Milano, Scala, 1822); Amleto, id. (id. 1822); Alfonso ed Elisa, su lib. di G. Schmidt (Mantova, Sociale, 1822, poi col titolo Aminta ed Argira, Reggio Emilia, Teatro Vecchio, 1823); Didone abbandonata, su lib. di P. Metastasio (Torino, Regio, 1823); Gli Sciti, su lib. di A. I.. Tottola (Napoli, S. Carlo, 1823); Costanzo ed Almeriska, id. (id. 1823); Gli amici di Siracusa, su lib. di G. Ferretti (Roma, Argentina, 1824); Doralice, su lib. scon. (Vienna, Kärntnertorth, 1824); Le nozze di Telemaco ed Antiope, id. (id. 1824); Il podestà di Burgos, su lib. di C. Bassi (10. 1824); Nitocri, su lib. di A. Zeno (Torino, Regio, 1824); Ipermestra, su lib. di L. Ricciuti (Napoli, S. Carlo, 1825); Les noces de Gamache, su lib. di J. Dupin e T. Sauvage (Parigi, Odeon, 1825); Erode, su lib. di L. Ricciuti (Venezia, Fenice, 1825); Donna Caritea, su lib. di P. Pola (id. 1825); Ezio, su lib. di P. Metastasio (Torino, Regio, 1827); Il montanaro, su lib. di F. Romani (Milano, Scala, 1827); La testa di bronzo, id. (Lisbona, Quintella, 1827); Pietro il grande, su lib. scon. (id. 1827); Francesca da Rimini, su lib. di F. Romani (Madrid, Principe, 1828); Adriano in Siria, su lib. di P. Metastasio (Lisbona, S. Carlo, 1828); Gabriella di Vergy, su lib. di A. Profumo (id. 1828); Eduardo ed Angelica, su lib. scon. (Napoli, Nuovo, 1828); Don Chisciotte alle nozze di Gamaccio, id. (Cadice, Principal, 1829); La rappresaglia, id. (id. 1829); Zaira, su lib. di F. Romani (Napoli, S. Carlo, 1831); I Normanni a Parigi, id. (Torino, Regio, 1832); Ismailia ossia Amore e morte, id. (Milano, Scala, 1832); Il Conte di Essex, id. (id. 1833); Emma d'Antiochia, id. (Venezia, Fenice, 1834); Uggero il Danese, id. (Bergamo, Ricciardi, 1834); La gioventù di Enrico V, id. (Milano, Scala, 1834); Parisina, id. (Venezia, Fenice, 1834); I due figaro, su lib. di F. Romani (Madrid, Principe, 1835); Francesca Donato ossia Corinto distrutta, id. (Torino, Regio, 1835); I briganti, su lib. di J. Crescini (Parigi, Th. Italien, 1836); Il giuramento, su lib. di G. Rossi (Milano, Scala, 1837); Le due illustri rivali, id. (Venezia, Fenice, 1838); Elena da Feltre, su lib. di S. Cammarano (Napoli, S. Carlo, 1838); Il bravo, su lib. di G. Rossi e M. M. Marcelliano (Milano, Scala, 1839); La Vestale, su lib. di S. Cammarano (Napoli, S. Carlo, 1840); La solitaria delle Asturie, su lib. di F. Romani (Venezia, Fenice, 1840); Il proscritto, su lib. di S. Cammarano (Napoli, S. Carlo, 1842); Il reggente, id. (Torino, Regio, 1843); Leonora, su lib. di M. D'Arienzo (Napoli, Nuovo, 1844); Il vascello de Gama, su lib. di S. Cammarano (Napoli, S. Carlo, 1845); Orazi e Curiazi, id. (id. 1846); La schiava saracena, su lib. di F. M. Piave (Milano, Scala, 1847); Medea, su lib. di F. Romani e S. Cammarano (Napoli, S. Carlo, 1851); Statira, su lib. di D. Bolognese (ia. 1853); Violetta, su lib. di M. D'Arienzo (Napoli, Nuovo, 1853); Pelagio, id. (Napoli, S. Carlo, 1857); I cacciatori delle Alpi, su lib scon. (Mantova, 1859); Virginia, su lib. di S. Cammarano (Napoli, S. Carlo, 1866); Caterina de' Medici (ined.).
Compose, inoltre: Sinfonia funebre in memoria del M° Generali (Novara, Cattedrale, 1836); Le celebri sette parole di N. S., oratorio (id. 1838); Inno a S. Irene, protettrice della città d'Altamura (Altamura, Cattedrale, 1844); Due sinfonie a grande orchestra, composte ed eseguite in occasione della sua visita ad Altamura (1844); Inno a Pio IX a 5 voci e grande orchestra (1850); Inno funebre in memoria di Mons. Somma (1851); Inno alla Vergine Immacolata (1854); Giaele, azione sacra (Oratorio dei PP. Filippini, Roma, 1855); 3 sinfonie caratteristiche napoletane a grande orchestra (1860); L'Aurora, sinfonia a grande orchestra (1860); Il lamento dell'arabo, id. (1860); La rimembranza, id. (1860); Omaggio a Donizetti, id. (1860); Omaggio a Bellini, id. (1860); Inno guerriero, coro all'unisono dedicato a Garibaldi (1861); Il lamento del bardo, sinfonia a grande orchestra (1862); Inno popolare all'unisono per voci di soprano, contralto, tenore, basso a grande orchestra, dedicato a Dante (1863); Inno all'Armonia, pezzo concertato per 5 voci, composto in occasione del I° Congr. Music. tenuto in Napoli in quel mese di settembre (1864); Inno a Rossini, per grandi masse (600 esecutori) vocali e strumentali (Pesaro, per l'Inaug. del Monum. 21 agosto 1864); Sinfonia a grande orchestra, dedicata a Rossini (1866); Sinfonia sopra i motivi dello Stabat di Rossini a grande orchestra (1868); Omaggio a Pacini, sinfonia a grande orchestra (1868); Sinfonia-marcia, scritta per la nascita del Principe di Napoli (1869) e Messe, Mottetti, Mottettoni, Dixit, Magnificat, Salmi, Miserere, Tantum ergo, Romanze, Notturni, Ariette, Marce, ecc., oltre alle seguenti canzoni napoletane: La Palomba, La Rosa, Lo Zucchero d'amore, Lo Marinaro, La risposta a Retella, La Sposa de lo marinaro; L'Uacchie de Nenna mia, che ebbero tutte grandissima voga.
Bibliog. essenziale:
Omaggio a F. S. Mercadante (Napoli, 1844); Martinez Andreas: Mercadante in Altamura (in Museo di Sc. e Lett., Napoli, 1844); Lauris G. A.: Mercadante in Altamura (in Poliorama Pittoresco, IX); Neumann W.: S. Mercadante (Kassel, 1855); Vari: Omaggio a F. S. Mercadante (Napoli, 1844); Colucci R.: Biografia di S. Mercadante, in La Scena (Venezia, 1867); Gannucci B.: Monografia intorno alle opere di S. M. (s.l. s.a); Marchese di Villarosa A.: op. cit.; Florimo F.: op. cit.; Parole pronunziate il giorno XVII dicembre MDCCCLXX sul feretro del grande Ital. S. Mercadante (Napoli, 1871); Rossi B.: Napoli o Altamura? (Gazz. Mus., Milano, XXXI); id.: S. Mercadante (in Giorn. di Napoli, 1871); Petroni G.: op. cit.; Sessa C.: La patria di Mercadante (in Scena, Venezia, VIII); Sylos V.: Mercadante in Altamura (in Lucifero, Napoli, VII); Paloschi: La patria di M. (in Gazz. Mus., Milano, XXXI, 18 giugno 1876); Serena O.: op. cit.; Bustico G.: S. M. a Novara (in Rass. Mus. It., 1921); Paeli V.: op. cit.; Schmidi C.: op. cit.; Villani C.: op. cit.; De Napoli G.: Triade melodrammatica altamurana: op. cit.; Pannain G.: Da Mercadante a Martucci (Roma, 1924); Schlitzer I.: Mercadante e Cammarano (Siena, 1945); Solimene G.: La patria e i genitori di M. (Napoli, 1940); Cicconetti F.: Nella morte di Mercadante (Roma, 1870); Luciani S. A: S. Mercadante. Note e docum. (Bari, 1945); Pomè A.: Saggio critico sull'opera musicale di S. M. (Torino, 1925); Notarnicola B.: Mercadante nel 1509 della morte (Roma, 1945); id.: S. M. nella gloria e nella luce (id. 1948-49); id.: id. con app. (id. 1951); id.: Verdi e Mercadanle (ia. 1952); Walker F.: Mercadante and Verdi (Music and Letters, London, 1952-53); Sardone A. R.: Mercadante, le due patrie e la gran madre Italia (Napoli, 1954); Gallini W.: Anche S. M. dietro le barricate (in M. L., 1953); Il mondo della musica: op. cit.; De Oliveira Castro Cerquera P.: op. cit.; Enciclopedia della musica: op. cit.: Enciclopedia dello spettacolo: op. cit.

Pasquale Sorrenti
I musicisti di Puglia
Bologna, Arnaldo Forni Editore, 1988


Mercadante Giuseppe Saverio (Altamura, 17 settembre 1795 – Napoli, 17 dicembre 1870).
Il famoso maestro di Altamura ebbe sempre un legame forte con la città di Lanciano. Ne fanno fede i rapporti di amicizia col violoncellista Raffaele Masciangelo, padre di Francesco Paolo. D’altra parte, per la cappella musicale di Lanciano Mercadante aveva scritto nel 1841 l’oratorio Giaele poi personalmente diretto, secondo quanto riporta Giuseppe Bellini. Un’affermazione credibile giacché nel 1841 Mercadante era stato sicuramente a Lanciano visto che il 7 novembre di quell’anno fu padrino di cresima proprio del giovane Francesco Masciangelo.

© Gianfranco Miscia
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Dizionario dei musicisti frentani
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