VINCO IVO - È un giovane basso, già arrivato ai fastigi di una rinomanza internazionale. Ha ereditato la passione per la musica dal padre, buon violinista e pianista. La natura gli aveva inoltre fatto dono di una robusta e calda voce, che sotto l'esperta guida della maestra Zilotti-Franchi si raffinò a tal punto da consigliare l'insegnante e l'allievo a tentare il concorso per l'ammissione alla scuola di perfezionamento della Scala. Superate le prove, ha frequentato tre anni detta scuola e quindi promosso al palcoscenico di quel grande teatro. La sua prima importante esperienza l'aveva però fatta alla nostra Arena, sostenendo la parte del Re nell'Aida e, nella stessa stagione, quella assai più importante ed impegnativa di Ramfis. È stato un successo che gli aprì immediatamente le porte dei maggiori teatri italiani ed europei e che gli valse riconferme per oltre dieci anni all'Arena. Ha già varcato l'oceano con allettanti scritture, sia per il Sud che per il Nord America, ove ottenne successi calorosissimi di pubblico e di stampa. Voce e scuola compongono un'armonia sapiente e completano l'arte di questo illustre cantante, ormai disputato dalle più grandi imprese liriche del mondo. Un segreto dei suoi successi è quello di stabilire una intensa corrente tra palcoscenico e uditorio, pur mirando più alla classicità del canto che all'effetto. Si può affermare che pochi artisti, oggi, possano vantare le unanimi celebrazioni di plauso che al Vinco hanno procurato quella notorietà che spetta soltanto a chi realmente s'è guadagnato il blasone artistico. Nel 1958 sposò Fiorenza Cossotto, una delle più celebrate mezzosoprano dei nostri giorni.

Alberto Gajoni Berti
Dizionario dei musicisti e cantanti veronesi (1400-1966)
Verona, Tipo-lito Cortella, 1966