SALIERI (Antonio) nacque a Legnano nello Stato Veneto li 29 Agosto del 1750 da un ricco negoziante. All'età di undici anni cominciò a prender lezioni di cembalo; ma crebbe talmente la sua passione per la musica, che alla morte di suo padre, cui perdette all'età di quindici anni, consacrossi intieramente a quest'arte. La protezione di Mocenigo, patrizio Veneto, gli offrì l'occasione di rendersi a Venezia per continuarvi i suoi studj. Giovanni Pescetti maestro di cappella in S. Marco, fu il suo primo maestro, e morto costui, Salieri scelse Pietro Passini. Il cel. Gasman essendosi portato in quel tempo a Venezia, il giovane Salieri fecesi da lui eziandio istruire sul cembalo e nell'arte di cantare. L'affezione che egli prese al suo maestro lo determinò ad accompagnarlo in Vienna, col permesso del suo protettore, per prendervi ancor lezioni nell'arte della composizione. Giunse egli in Vienna nella primavera del 1766, e vi dimorò per otto anni di seguito approfittando delle lezioni di Gasman sul contrappunto. Alla di lui morte Salieri divenne maestro della cappella, della musica di camera e del teatro di Vienna, ne' quali posti fu ajutato da' consigli del cel. Gluck. L'età e le malattie avendo ridotto costui nell'impotenza di soddisfare al pubblico di Parigi, che non desisteva dal chiedergli delle nuove composizioni per i teatri di quella città, Salieri fu quegli, che compose per lui l'opera intitolata les Danaides, sotto gli occhi di Gluck, e secondo le idee che date aveagli sulla maniera di trattare quel dramma. Gluck gli rese allora l'attestato, ch'egli aveva saputo familiarizzarsi colla sua maniera, e 'l suo stile, il che era riuscito impossibile a verun tedesco. Credevasi frattanto in Parigi, che Salieri non aveva altra parte che nel terzo atto di questo dramma. L'artifizio ebbe un compiuto successo. Salieri venne nel 1784 in Parigi colla sua opera, che fu assai volte eseguita dinanzi la famiglia reale, e sempre con esito vieppiù fortunato. La regina stessa degnossi ancora cantarvi qualche volta. Finalmente quest'opera fu eseguita sul gran teatro della capitale. I critici riconobbero sin d'allora ne' dettagli, principalmente ne' recitativi e nel canto, uno stile particolare, e convennero ch'egli annunziava il più distinto talento. Non fu se non dopo la decima terza rappresentazione che Gluck in un indirizzo al pubblico di Parigi, dichiarò Salieri solo compositore delle Danaidi. La direzione dell'opera gli pagò una somma di diecimila franchi, ed altri tremila per le spese del viaggio. La regina gli fece altresì un considerevolissimo dono, e l'incisore pagogli la partitura duemila franchi. Prima di partire per Vienna, la direzione dell'opera gli commise ancora di scrivere gli Orazj e Curiazj. Alcun tempo di poi, egli compose pel teatro di Vienna la musica del dramma Axurre di Ormo; per il quale l'Imperatore Giuseppe II donogli 200 ducati, ed una pensione di altri 300. Poco dopo sposò egli una damigella, che gli recò una pinguissima dote. Salieri è attualmente in Vienna, maestro di cappella dell'Imperatore d'Austria: egli ha scritto molta musica sì per chiesa che per teatro, per tutta l'Europa celebratissima. L'oratorio della Passione del Metastasio posto da lui in note è un capo d'opera; vi ha in questo una fuga bellissima, che veniva lodata molto dall'Hasse medesimo. “Un bello esempio dell'economia e del buon uso che dee farsi degli strumenti da fiato, dice il dotto Carpani, trovasi nel Cesare in Farmacusa del profondo maestro Salieri, che applicò con tanta felicità la metafisica alla sua arte. Egli acciocchè una sortita furiosa di Cesare nel finale del primo atto facesse più colpo, sospese per molti tempi dello stesso pezzo di musica tutti gli strumenti da fiato e particolarmente le trombe, e fe' tacere i timpani, e li adoprò poi tutt'insieme al luogo sopra indicato con stupendissimo effetto. Non è a dirsi qual energia riceva la musica da quella sortita improvvisa di strepito marziale. Ho sempre sentito fremere l'udienza a quel passo, il cui incanto sta tutto nell'artificio riferito, e che il più degli ascoltanti non si curano nemmeno d'indagare d'onde venga.” (Lettera X). Racconta lo stesso Carpani che il grand'Haydn aveva in sommo conto Salieri, e che a lui affidò egli sempre la direzione de' suoi due capi d'opera, la Creazione e le quattro Stagioni (Lettera XIV). La maniera che usa Salieri per eccitare la sua fantasia nel comporre, così vien descritta da quel lepidissimo scrittore. “Salieri, egli dice, il maestro della ragione, deve fecondare la sua fantasia coll'uscir di casa, scorrer per le vie più frequentate della città masticando confetti, e col suo graphiarium, e la cannuccia nelle mani gli è forza notar subito le idee felici, che a volo gli passan pel capo.” (Lettera XIII).

Giuseppe Bertini
Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de’ più celebri artisti di tutte le nazioni si’ antiche che moderne
Palermo, dalla Tipografia Reale di Guerra, 1814

SALIERI ANTONIO - Celebre compositore, nato a Legnago il 19 agosto 1750, morto a Vienna il 12 maggio 1852. Dedicatosi alla musica fin dall'infanzia, dovette troncare gli studi per sventure familiari e trasferirsi a Venezia dove li riprese alla scuola del maestro Pescetti, contemporaneamente a lezioni di canto impartitegli dal tenore Ferdinando Pacini. In casa di questi, il giovane Salieri conobbe Floriano Gassmann, direttore dell'Opera Italiana di Vienna, che nel 1776 lo condusse con sé nella capitale austriaca per impartirgli lezioni di contrappunto e composizione. Acquisita, non ancora ventenne, una personalità di notevole rilievo artistico, il Salieri mise in scena al Burgtheater la sua prima opera: Le donne letterate conquistandosi il favore del pubblico e dell'Imperatore. A questa ne seguirono quarantacinque: L'amore innocente e Don Chisciotte alle nozze di Gamache (1770); Armida e La moda ossia Scompigli domestici (1771); La Fiera di Venezia (1772), con tale successo da essere rappresentata in varie città dell'Austria e della Germania; il Barone di Rocca Antica e La secchia rapita (1772); La locandiera (1773); La calamita dei cuori (1774); La finta scema (1775); Delmita e Dalisio (1776), tutte allo stesso Burgtheater. Già da due anni, dopo la morte del Gassmann, era maestro di Cappella della Corte e direttore del Teatro Italiano. Avuta licenza dall'Imperatore di recarsi in Italia, inaugurò a Milano, nel 1778, il nuovo R. Ducal Teatro (la Scala) con L'Europa riconosciuta e l'anno successivo fece rappresentare La scuola dei gelosi al Teatro Giustiniani di Venezia, La partenza inaspettata al Valle di Roma e Il Talismano alla Canobbiana di Milano. Nel 1780 fu nuovamente a Roma per mettere in scena La dama pastorella al Teatro Valle, poi ritornò a Vienna per raccogliere nuovi allori con Der Rauchfangkehrer (Lo spazzacamino) al Burgtheater. Nel 1782 gli venne richiesta da Monaco La Semiramide, rappresentata in quel teatro nuovo di Corte. Fervido ammiratore di Gluck, che lo aveva preso sotto la sua protezione, seppe imitarne così bene lo stile da giungere a far rappresentare a Parigi (cadémie Royale de Musique, 1784) la tragedia lirica Les Danaides con il nome del grande Gluck. Il successo fu clamoroso e, il giorno dopo il trionfo, una lettera di Gluck, pubblicata sui giornali, rivelava il vero autore del nuovo lavoro che innalzò il Salieri all'apice della fama. Il Maestro italiano ricevette onori dalla Corte francese e un ricco dono dalla Regina Maria Antonietta, mentre la direzione dell'Opera, a rimborso delle spese sostenute, gli versò la bella somma di diecimila franchi. Nello stesso 1784 al Burgtheater di Vienna mise in scena l'opera comica II ricco d'un giorno e l'anno successivo La grotta di Trofonio. La vasta produzione operistica del Salieri si completa con: Prima la musica poi le parole (Teatro del Palazzo Imperiale di Schönbrun, 1785); Les Horaces (Fontainbleau, 1786); Tarare, che all'Académie Royale di Parigi viene accolta trionfalmente nel 1787; Axsur Re d'Ormus (Vienna, Burgtheater, 1788); Il pastor fido (Vienna, Burgtheater, 1789); Il mondo alla rovescia (Hoftheater, 1795); Eraclito e Democrito (Hoftheater, 1795); Palmira Regina di Persia (1795); Il Moro (Burgtheater, 1796); Falstaff (Dresda, Teatro dell'Elettore, 1798); Angiolina ossia II matrimonio per sussurro (Hoftheater, 1800); Cesare in Farmacusa (ivi, 1800); Annibale in Capua (Trieste, 1801); Die Neger (Vienna, Schikaneder's Theater, 1804); Cyrus und Astiages (Vienna, 1818). Altre opere del Salieri rimasero incomplete e pertanto non rappresentate. Compose pure musica da chiesa: cinque Messe; quattro Te Deum; un Requiem; oltre a Sinfonie e Concerti. Tra i suoi allievi sono da citare Weigl, Hummel, Moscheles, Schubert, Beethoven e Meyerbeer (Cfr. Giuseppe Magnani: Antonio Salieri - Ed. Stab. Tipografico Manani, Legnago, 1934).

Alberto Gajoni Berti
Dizionario dei musicisti e cantanti veronesi (1400-1966)
Verona, Tipo-lito Cortella, 1966