GAZZANIGA (Giuseppe) da Venezia, morto, pochi anni sono, maestro di cappella in Verona, compositore espressivo e nitido. Dopo l'anno 1771 scrisse moltissimi drammi serj per i teatri d'Italia, e nel 1780 per il nostro di Palermo, che gli acquistarono gran nome non che nell'Italia, ma in Francia ancora ed in Germania. In Palermo scrisse egli una Messa, che piacque allora moltissimo, per la solennità che celebrano i musici di S. Cecilia; egli era stato allievo di Sacchini e ne imitò perfettamente la legiadria, e chiarezza dello stile.

Giuseppe Bertini
Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de’ più celebri artisti di tutte le nazioni si’ antiche che moderne
Palermo, dalla Tipografia Reale di Guerra, 1814
GAZZANIGA GIUSEPPE (1743 - Cremona, 1791). Operista di schietta vena italiana, ricca di melodie dolci e vivaci, contribuì efficacemente al progresso della musica melodrammatica e soprattutto giocosa, trattando pure con singolare perizia il genere semiserio. Compose un numero imprecisato di opere liriche (una ventina secondo il Sonneck, una trentina e addirittura più di cinquanta secondo altri storiografi), su libretti di Goldoni, Chiari, Bertati, Zoppa, Mazzola, Livigni, Palomba, ecc. Fra quelle che gli diedero vasta rinomanza sia in Italia che all'estero, sono da citare: Il barone di Trocchia (Napoli, 1768); Il finto cieco (Vienna, 1770); Il Calandrino (Venezia, 1771); La locanda (Vienna, 1771; indi a Milano e al Teatro Accademia Vecchia di Verona nel 1772); Ezio (Venezia, 1772); L'Isola di Alcina (ivi, 1772); La donna soldato (Vienna, 1774); L'Isola di Calipso (Padova, 1774 e nello stesso anno al nostro Filarmonico); Fedeltà e amore alla prova (?, 1776 e nel 1799 al Filarmonico); La Contessa di Nuova Luna (Dresda, 1778); La donna capricciosa (ivi, 1778); Il ritorno di Ulisse (Palermo, 1781); Penelope (ivi, 1781); Circe Venezia, 1786); La cameriera di spirito (ivi, 1787); Didone abbandonata (ivi, 1787); Il convitato di pietra (Bergamo, 1788); L'Italiana di Londra (Piacenza, 1789); Don Giovanni Tenorio (Lucca, 1792); Il divorzio senza matrimonio (?, 1797 e nello stesso anno al Filarmonico); La moglie capricciosa (Ferrara, 1789 e nel 1797 al Filarmonico). Clamorosi furono i successi riportati sulle scene del nostro massimo teatro da La vendemmia, dramma giocoso di Carlo Goldoni, già musicato dal Sacchini, e dal citato Divorzio senza matrimonio, in cui «il serio e il faceto sono mirabilmente espressi con una musica piena di garbo e agilità». Oltre alla musica di teatro si dedicò alle composizioni religiose, nelle quali volle sempre esprimere sentimenti nobili ed elevati. Una di queste, dal titolo La Concezione di Maria Vergine, fu pure eseguita a Verona nel 1776, al teatrino dei Padri Filippini. Fu allievo di Porpora e di Piccinni e amico di Sacchini. Diresse per lunghi anni la Cappella di Crema, una delle più illustri d'Italia (Cfr. L. Schiedermair Briefe an S. Mayr, SIMG VIII, 1906-907 pag. 628; L. Da Ponte Memorie, Bari 1918; S. Di Giacomo Il Consiglio di S. Onofrio a Capuana, Palermo 1921).

Alberto Gajoni Berti
Dizionario dei musicisti e cantanti veronesi (1400-1966)
Verona, Tipo-lito Cortella, 1966