BARBESI FERRUCCIO (1894). Tenore. In poco più di quattro anni di carriera calcò le più importanti scene d'Italia, di Vienna, Berlino, Costantinopoli, Atene, Pietroburgo, Mosca, Cracovia, Amburgo, Cairo, Alessandria d'Egitto, Tunisi, Malta, Marsiglia, Varsavia e Bucarest. E tutto ciò, nell'età fra i 10 e i 14 anni! Chi era almeno ragazzo al sorgere del nostro secolo, non potrà non ricordare la famosa Compagnia Lirica Lillipuziana diretta dal prof. Ernesto Guerra, gli entusiasmi che suscitava, le incredibili interpretazioni dei minuscoli artisti. In quella Compagnia venivano raccolti i fanciulli dai 10 ai 12 anni, che nelle funzioni religiose emergevano come solisti. Maestri diplomati provvedevano alla loro istruzione, all'insegnamento della musica, del canto singolo e corale, della recitazione e del ballo. Ognuno di essi doveva inoltre studiare uno strumento, preferibilmente il piano od il violino. Nelle tournées all'estero indossavano sempre costumi del luogo: irlandesi in Gran Bretagna, cosacchi in Russia, cacciatori delle Alpi in Austria e Germania. La disciplina era quella dei collegi più severi. Il Barbesi venne «scoperto» dall'indimenticabile impresario teatrale Federico Rovato. Era in quei giorni a Verona il prof. Guerra, per stipulare un contratto con il proprietario del Ristori. Ne stipulò due: uno per 8 recite di Barbiere di Siviglia, Sonnambula, Pipélet e Don Pasquale; l'altro, per la durata di due anni, con il padre del futuro primo tenore della Compagnia Lillipuziana da lui diretta. In poco più di due mesi di studio il ragazzo debuttò con la Sonnambula a Torino e in due anni si formò un repertorio di ben sette opere, per portarlo a tredici nei due anni successivi. Un episodio simpatico, fra i tanti ricavati dai giornali dell'epoca: Nelle stesse sere in cui si davano al S. Carlo di Napoli il Barbiere e la Sonnambula, la Compagnia Lillipuziana aveva messo in scena le stesse opere al Politeama Garibaldi, con pieno gradimento di pubblico e di stampa, che ovviamente si sbizzarrivano in spiritosi ma cordiali commenti sulla «concorrenza sleale!». Ad una recita del Barbiere al Garibaldi, vollero assistere il tenore De Lucia, il baritono De Luca ed il soprano Maria Barrientos. Alla fine del secondo atto, invitarono nel loro palco i prodigiosi Almaviva, Rosina e Figaro, che coprirono di carezze e di baci. La celeberrima Barrientos - dice la cronaca - era commossa al punto da far brillare nei suoi splendidi occhi una lagrima. Il Barbesi lasciò la Compagnia a 14 anni, per «limiti di età», ma conservò lungamente una voce bellissima per timbro e duttilità. Non proseguì, tuttavia, nella carriera lirica, contrariamente a quanto fece Augusto Beuf, stabilitosi da alcuni anni a Verona, che da cantante lillipuziano divenne uno dei baritoni più acclamati in Europa e in America.

Alberto Gajoni Berti
Dizionario dei musicisti e cantanti veronesi (1400-1966)
Verona, Tipo-lito Cortella, 1966