Paolo Donati (Verona, 6.VII.1940 - Roma, 8.I.2019), figlio della grande cantante lirica Maria Caniglia e del compositore Pino Donati, ha studiato a Roma, dove si è laureato in Lettere. Ha lavorato dapprima alla RCA italiana, come responsabile della promozione per il settore della musica classica dal settembre 1968 al marzo 1969, quando si è dimesso per partecipare al concorso indetto dalla RAI per funzionari programmi. Nel novembre del 1969, vinto il concorso, viene assunto in RAI. Da allora ha lavorato in quell’azienda, dapprima nel settore della radiofonia, poi nella Direzione Teche, fino alla pensione, nel novembre 1999. Pur occupandosi prevalentemente di musica classica, ha dato un nuovo indirizzo ai programmi musicali di Radio3, che fino ad allora si limitavano a proporre una serie di brani annunciati dalla voce neutra di un presentatore. È stato, infatti, l’ideatore di trasmissioni innovative come Pomeriggio musicale e La barcaccia (che va tuttora in onda, a trent’anni dalla prima edizione, ed è la più longeva trasmissione della RAI), veri “cult” per gli appassionati. La musica vi veniva proposta da giovani conduttori, in maniera informale, spesso divertente e scherzosa, evitando accuratamente parole e termini tecnici incomprensibili ai più, ma sempre basandosi su una seria conoscenza della materia. E ha dato fiducia e messo in luce due autori nuovi come Gianni Boncompagni e Renzo Arbore (col quale condivideva la grande passione per la musica jazz) e al loro programma fortemente trasgressivo Alto gradimento. Quanto a Paolo (che aveva un finissimo orecchio musicale e suonava vari strumenti, dal pianoforte al clarinetto al sassofono) preferiva rimanere nell’ombra e solo poche volte si è sentita la sua voce nel corso dei programmi da lui inventati o che ha contribuito a inventare (per esempio Radio anch’io che apriva per la prima volta i microfoni ai radioascoltatori). Ancora oggi, nonostante i tanti anni trascorsi e i vari cambiamenti intervenuti, Rai Radio3 reca ben riconoscibile la sua impronta.
Si era intanto, nel 1975, diplomato in canto corale e direzione di coro presso il Conservatorio Rossini di Pesaro. Dal 1975 al 1978 aveva anche collaborato con il Lyric Opera di Chicago come produttore esecutivo degli allestimenti.
Per la Casa editrice Rusconi ha tradotto dal francese Brahms di C. Rostand (1986) e Guide à la musique pour piano di autori vari, a cura di J. F. Tranchefort (1995). Dal 1995 faceva parte del comitato di redazione della «Nuova Rivista Musicale Italiana» edita dalla Nuova ERI. Infine, dal 2001 al 2014, è stato presidente della Associazione Musicale InCanto di Terni. Aveva infatti deciso, nella seconda metà degli anni Novanta, di stabilirsi in Umbria, nella campagna intorno al comune di Giove. Nel 2003 su commissione dalla Scuola di musica di Fiesole scrive anche il libretto di Fashion, opera in un atto di Andrea Portera, rappresentata lo stesso anno a Firenze (Teatro Everest). E nel 2007 - sempre per opera InCanto - intraprende una breve, divertente “carriera” da regista teatrale, mettendo in scena sei spettacoli lirici (un Don Giovanni di Mozart nel 2007, La scala di seta di Rossini nel 2008, Così fan tutte di Mozart e Bach Haus di Michele Dall’Ongaro nel 2010, ancora Rossini con L’occasione fa il ladro nel 2011 e con La cambiale di matrimonio nel 2013).
Sofferente di cuore da vari anni, è morto a Roma l’8 gennaio del 2019 per le complicazioni di un intervento all’anca subito il mese precedente.
A Paolo Donati è dedicato il Meditativo per clarinetto, violino e violoncello (edizioni Suvini Zerboni), composto da Ivan Vandor nel 2019 in occasione della serata commemorativa che si è tenuta il 17 febbraio di quell’anno nel Teatro Sociale di Amelia.

Sandra Petrignani

L'archivio di Paolo Donati è custodito nel DMI di Latina.