Vincenzo Tommasini

Vincenzo Tommasini.
A Roma — dove nacque il 17 settembre 1880 - il Tommasini attese contemporaneamente agli studi letterari, al violino e alla composizione; allievo, rispettivamente dell'Ateneo romano, di Ettore Pinelli, di Stanislao Falchi. Compiuti tali corsi in patria, frequentò per un anno le lezioni di Max Bruch a Berlino.
L'operosità del Tommasini - per l'agiatezza che glielo ha permesso — si è svolta interamente nel campo della composizione. Ha scritto per il teatro: Medea in tre atti, su libretto proprio, (Trieste, 1906); Uguale fortuna, scherzo lirico in un atto — su libretto proprio — premiato al Concorso del Comune di Roma nel 1913 (Teatro Costanzi, 1913), e la commedia coreografica Le donne di buon umore su soggetto goldoniano, e con musica di Domenico Scarlatti ordinata e orchestrata dal T., rappresentata dalla Compagnia dei Balli Russi del Diaghilew nel 1917.
Notevole è la sua produzione da camera, che comprende: due Quartetti per archi, un Trio per violino, viola e cello, una Sonata per violino e pianoforte, molte liriche vocali e vari pezzi pianistici.
Al genere sinfonico il T. ha dedicato forse la più larga parte della sua attività, il cui frutto può dividersi in due periodi: quello giovanile, che comprende l'ouverture La Vita è un sogno, il Poema erotico, il preludio Hymne à la Beauté e la Suite in quattro tempi, tutti eseguiti all'Augusteo di Roma; e il periodo della maturità, le cui opere dimostrano una singolare perizia di orchestratore e una solida costruzione sinfonica. Tali sono Chiari di luna, Il Beato Regno, Paesaggi Toscani, Preludio Fanfara e Fuga, e Il Carnevale di Venezia.
CHIARI DI LUNA. Prima esecuzione: Roma, 1916. Direttore: A. Toscanini. Sono due impressioni orchestrali, il cui contenuto programmatico è espresso nei rispettivi titoli.
Nel primo episodio, Chiese e ruine, sono in antitesi due elementi melodici principali, proposti, il primo dai violini, il secondo dall'ottavino, su sfondo di archi divisi. Il loro sviluppo, sebbene arieggi i procedimenti impressionisti, nel giustapporre l'uno all'altro brevi quadretti strumentali, appare tuttavia sorretto da una stretta logica costruttiva.
Il secondo episodio, Serenate, è composto di due parti. Nella prima una opportuna disposizione del Quartetto imita l'accompagnamento di popolari strumenti a pizzico, su cui si svolge una melodia duettante tra flauto e violoncello, con successivo intervento degli altri agenti sonori dell'orchestra. Nella seconda parte timbri acuti e stridenti e disegni capricciosi accennano, con fare grottesco, a qualche litigiosa complicazione, che la serenata abbia provocato. Da ultimo le frasi melodiche, intrecciate polifonicamente, hanno il sopravvento.
IL BEATO REGNO. Poema sinfonico. Prima esecuzione: Roma, 1922. Direttore: R. Coates.
Il contenuto tematico di questo poema - che vuole mantenersi tutto in una sfera mistica ed elevata di sentimenti — è di carattere prevalentemente gregoriano, sia nel contenuto tonale, sia nella ritmica dei disegni scelti; ed è poi volontariamente circondato da una colorazione arcaica, nella frequente condotta a quinte ed ottave parallele, arieggiante le antiche diafonie medievali.
A questa materia melodica l'autore aggiunge a poco a poco una più ricca e policroma orchestrazione e una dinamica a crescendo, per destare l'idea di una graduale elevazione in sfere dove la luce domina sempre più tersa e scintillante. I temi, affidati per lo più ai fiati, s'intrecciano in polifoniche linee cantate, sino ad una specie di apoteosi finale.
PAESAGGI TOSCANI. Rapsodia su temi popolari. Prima esecuzione: Roma, 1923. Direttore: B. Molinari.
Invece che illustrare i luoghi presi a soggetto della composizione coi sistemi descrittivi della musica a programma, l'autore ha qui preferito servirsi dei più caratteristici spunti di note canzoni popolari - ora sentimentali, ora vivaci, ora biricchine — per ridestare l'idea di una colorita vita paesana. I motivi folkloristici sono adoperati dal Tommasini quasi nella loro integrità e per lo più affidati agli strumenti a fiato; mentre gli archi, con sapienti suddivisioni e con abile sfruttamento delle loro molteplici risorse, conferiscono alla partitura uno sfondo di colore.
IL CARNEVALE DI VENEZIA. Variazioni alla Paganini. Prima esecuzione: New York, 1929. Direttore: A. Toscanini.
La composizione è una evocazione del carnevale veneziano attraverso la maniera musicale di Nicolò Paganini. Il celebre violinista compose sul tema popolare notissimo Venti Variazioni di bravura per violino, nelle quali, secondo la tradizione, pare egli abbia voluto descrivere episodi ed aspetti della vita festiva nella Regina dell'Adriatico.
La partitura del Tommasini s'apre con una introduzione, che vuol richiamare alla mente dell'ascoltatore un suggestivo tramonto sui canali della città lagunare. Dopo l'esposizione del tema, iniziata dall'oboe, si svolgono tredici variazioni, il cui spunto è tolto da altrettante scelte fra le Venti del Paganini, e il cui trattamento orchestrale rappresenta uno dei vertici a cui può arrivare il virtuosismo della strumentazione moderna.
Improvvisamente, verso la fine, s'ode un alto squillare di trombe e tromboni, che interrompe il corso delle variazioni, e subito dopo si odono i rintocchi della mezzanotte. Da questo punto una rapida conclusione descrive il riprendere della festa nel suo fervore notturno.
Giulio Cesare Paribeni
Sinfonisti italiani d'oggi. Guida per i radio-amatori dei concerti
Musica sinfonica, da camera e varia n. 6-8
Milano, ERTA - Edizioni Radio Teatrali Artistiche, 1932
TOMMASINI Vincenzo
Vincenzo Tommasini (Roma, 17.IX.1878 – ivi, 23.XII.1950).
Dopo gli studi di violino con Ettore Pinelli, di pianoforte con Benedetto Mazzarella, di composizione con Stanislao Falchi nel Conservatorio Santa Cecilia, di filologia classica all’Università di Roma, si perfezionò a Berlino con Max Bruch. Fece rientro a Roma per intraprendere la carriera di compositore e di docente del Conservatorio di Santa Cecilia dopo aver soggiornato a Parigi, a Londra e a New York. Esordì con l’opera in un atto Uguale fortuna nel 1913 che vinse un concorso nazionale. I suoi più grandi successi internazionali furono l’arrangiamento delle Sonate di Domenico Scarlatti per il balletto Le donne di buon umore di Diaghilev nel 1917 e il completamento del Nerone di Boito insieme a Toscanini. Fu Accademico di Santa Cecilia.
Claudio Paradiso, Andrea Pomettini, Daria Grillo
Arrigo Tassinari ovvero i fasti del primo Novecento musicale italiano, con CD audio
Perugia, Edizioni Anteo, 2009