Sirio Piovesan (Venezia, 19.I.1917 - ivi, 26.V.2007), iniziò lo studio della musica a quattro anni, entrando successivamente nel Liceo musicale «Benedetto Marcello» nella classe di Giuseppe Sacerdoti. Si diplomò in violino a soli sedici anni e già nel 1936 si affermò nel concorso di Milano indetto dalla Società Umanitaria aggiudicandosi così la possibilità di debuttare diciannovenne nel Teatro alla Scala. Nel 1938 gli venne offerta per chiara fama la cattedra di violino al Conservatorio «Benedetto Marcello» di Venezia, ma preferì trasferirsi a Pècs, in Ungheria, per approfondire la propria preparazione artistica. Si perfezionò con Edouard de Zathureczky, allievo di Jenö Hubay, e diviene uno dei protagonisti della vita musicale ungherese. Nel 1940 vinse il primo premio al Concorso Remeny indetto dall’Accademia «Listz» e nel 1942 gli venne affidata una cattedra di violino a Pècs. Nel 1946 vinse il secondo premio al concorso di Ginevra e nel 1948 ottenne il primo premio del Budapest International Competition, presentando il Secondo Concerto di Béla Bartók: sarà Zoltán Kodály a consegnargli il premio. Da allora Piovesan venne invitato dalle più prestigiose istituzioni musicali europee: i Berliner Philharmoniker, i Wiener Symphoniker, la Filarmonica di Budapest. Dopo aver debuttato nel 1942 come solista dell’orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, ne fu da quell’anno primo violino di spalla per quarant’anni senza trascurare la partecipazione a I Virtuosi di Roma e altri prestigiosi complessi. Da segnalare la prima esecuzione italiana del Secondo Concerto di Bartók, nel 1953, con l’Orchestra della Fenice diretta da Ettore Gracis. Dopo il suo definitivo rientro in Italia, insegnò in diversi Conservatori e infine al «Benedetto Marcello» di Venezia fino al 1978. Diede vita all’Orchestra Italiana da camera Stradivarius e poco prima di lasciare l’insegnamento Piovesan creò l’orchestra di giovanissimi allievi del Conservatorio denominata Piccola Symphonia Veneziana, da lui preparata e diretta, che suonò in diverse occasioni alla Fenice e tenne numerose tournée in Italia, Francia, Germania e Giappone.

Bibliografia: Claudio Paradiso [a cura di], Biografie, in La straordinaria storia de I Virtuosi di Roma di Renato Fasano. Un racconto (quasi fotografico) dell’orchestra da camera italiana più famosa nel mondo, Latina, Edizioni Novecento, 2018.

Claudio Paradiso