ALESSANDRI Giuseppe

Giuseppe Alessandri (San Pancrazio, 26.X.1894 – Parma, 29.VI.1976). Iniziò giovanissimo lo studio del violino nel Conservatorio di Parma con Lodovico Mantovani e lo proseguì con Mario Corti diplomandosi nel 1904 in violino e viola, vincitore dei premi «Barbacini» e «Campanini». Iniziò subito l’attività violistica con il Quartetto Scalero di Roma, con il Quartetto Abbado di Milano, poi con il Quintetto Capitanio-Francesconi di Brescia (Isidoro Capitanio, pf; Maria Trentini Francesconi e Ferruccio Francesconi, vli; Giuseppe Alessandri, vla; Gino Francesconi, vlc). Durante la I guerra mondiale combatté nei bersaglieri, fino a quando Toscanini lo chiamò a far parte della sua orchestra militare; seguì il direttore parmense anche nella lunga tournée del 1920-1921 in Italia e in America. Vinto nel 1924 il concorso per la cattedra di violino e viola presso il Conservatorio di Parma, impartì un ottimo insegnamento fino al pensionamento avvenuto nel 1965. Pur facendo parte di numerosi complessi di musica da camera come il Quartetto Strub (con il quale suonò anche alla Società del Quartetto di Milano nel 1942), il Quartetto Poltronieri (con Alberto Poltronieri e Giannino Carpi ai violini e Antonio Valisi al violoncello), il Doppio Quintetto Italiano formatosi a Bologna nel secondo dopoguerra, l’Orchestra da camera di Salsomaggiore (estate 1951) e dando anche concerti da solista di viola e di viola d’amore, continuò sempre a svolgere attività di prima parte d’orchestra (Teatro Regio e Reinach di Parma, Teatro Regio di Torino, I Pomeriggi Musicali di Milano). Compilò anche La perfetta indipendenza delle dita e dell’arco sul violino (1934), La tecnica della viola (1934), Esercizi e letture per viola (1936), opere che ebbero numerose ristampe per le Edizioni Ricordi, nonché il metodo rimasto inedito Le basi teorico-pratiche dell’insegnamento del violino (1935).

Bibliografia: Claudio Paradiso [a cura di], Biografie, in La straordinaria storia de I Virtuosi di Roma di Renato Fasano. Un racconto (quasi fotografico) dell’orchestra da camera italiana più famosa nel mondo, Latina, Edizioni Novecento, 2018.

Claudio Paradiso