Arrigo Tassinari (Cento, 29.XII.1889 – Roma, 21.I.1988). Iniziati gli studi con Napoleone Alberghini nella cittadina natale, si diplomò nel 1907 nel Conservatorio «G. B. Martini» di Bologna con Emilio Gillone. Dopo un periodo di esperienza iniziale con grandi direttori quali Pietro Cimini, Gaetano Bavagnoli, Gaetano Zinetti, Riccardo Zandonai, Leopoldo Mugnone e Antonio de Guarnieri, entrò alla Scala in un primo tempo nel 1910 e poi definitivamente nel 1921 dopo aver sostenuto il concorso d’ammissione personalmente con Arturo Toscanini. Fu primo flauto dell’Orchestra scaligera fino al 1934, fino all’abbandono per gli USA del suo direttore preferito. Fu il primo a rieseguire in tempi moderni i Concerti di Vivaldi, iniziando dalla Settimana vivaldiana del 1939 presso l’Accademia Chigiana di Siena con l’esecuzione de La notte. Si dedicò quindi all’insegnamento: dopo Trieste e Parma fu docente nei Conservatori di Napoli (1934-1939) e Roma (1940-1960) dando vita a un’intera generazione di docenti e professori d’orchestra tra i quali Severino Gazzelloni, Pasquale Esposito, Angelo Persichilli, Giancarlo Graverini, Adello Arzilli ecc. Fu primo flauto del Teatro San Carlo di Napoli, dell’Orchestra Sinfonica del Cairo, fondatore e solista del Collegium Musicum Italicum diretto da Fasano, e poi dell’Orchestra d’archi di Ferrara diretta da Italo Rizzi, dell’Orchestra della Scuola Veneziana e dell’Orchestra Italiana da Camera dirette da Angelo Ephrikian, dei Cameristi di Cremona diretti da Ennio Gerelli, dell’Orchestra «Giuseppe Tartini» diretta da Nino Serdoz ecc. Diede vita a numerosi complessi da camera tra i quali i duo con i pianisti Rodolfo Caporali, Alfredo Casella, Lya De Barberiis, Edwin Fischer, Arnaldo Graziosi, Argeo Quadri, Armando Renzi, Florinda Santos, Roman Vlad, Carlo Zecchi e con la figlia Wally; il Trio Artis (con il violista Renzo Sabatini e l’arpista Ada Ruata Sassòli); il Trio Antico (con János Scholz alla viola da gamba ed Egida Sartori al clavicembalo); il Trio Romano (con il soprano Ingy Nicolai e il pianista Erich Arndt); il Quintetto strumentale di Roma (con Pina Carmirelli al violino, Renzo Sabatini alla viola, Arturo Bonucci al violoncello e Alberta Suriani all’arpa) diventando uno dei primi strumentisti a fiato in Europa a proporsi come solista. Tenne concerti in Europa e in America del Sud e incise per Beka, Pathé, Cetra, Columbia, La voce del padrone, EdiPan.

Bibliografia: Claudio Paradiso [a cura di], Biografie, in La straordinaria storia de I Virtuosi di Roma di Renato Fasano. Un racconto (quasi fotografico) dell’orchestra da camera italiana più famosa nel mondo, Latina, Edizioni Novecento, 2018; Claudio Paradiso [curatela insieme ad Andrea Pomettini e Daria Grillo], Arrigo Tassinari ovvero i fasti del primo Novecento musicale italiano, con CD audio allegato Perugia, Edizioni Anteo, 2009; Arrigo Tassinari, Ricordi della mia carriera artistica, Roma, Arti grafiche Jasillo, s.d. [1969].

Claudio Paradiso

L’archivio Tassinari è custodito nel Museo a lui dedicato nel Teatro «Borgatti» di Cento.