ZILETTI Edoardo
(Calcinato, 31 gennaio 1894 - Botticino Sera, 20 agosto 1973). Laureatosi all'Accademia Scientifico letteraria di Milano, insegna nell'Istituto Tecnico di Lecco e poi a Brescia. Nel febbraio 1923 una compagnia di Orzinuovi rappresenta un suo dramma, "I morti vivi", incentrato sul contrasto fra la coscienza del protagonista, invalido di guerra, e il fratello disertore dell'immane tragedia e speculatore. Nel 1925 entra in contatto con l'antifascismo ed è esule in Francia dove, come egli afferma, a Parigi è in contatto con i Rosselli, Ernesto Rossi, Riccardo Bauer, Parri, Nenni, segnalandosi anche come repubblicano. Nel 1936 compare a Brescia come collaboratore del fascista "Popolo di Brescia" e nel 1938 dirige l'Istituto privato "La Leonessa" (con corsi magistrali, liceali, di ragioneria), in via Diaz, 5. Nello stesso anno pubblica "Caino", poema lirico in un atto, e firma la presentazione di un opuscolo di Aldo Gamba sugli ebrei a Brescia nei sec. XV-XVI, dove sottolinea «quanto siano provvide e giustificate le disposizioni del Regime» in materia di leggi razziali. Nel 1939 collabora alla rivista "Brixia fidelis", di orientamento fascista. Del 1940 è il libretto dell'opera teatrale "Il Mito di Caino" musicata da Franco Margola e rappresentata la prima il 20 settembre di tale anno al Teatro Donizetti di Bergamo per iniziativa del "Teatro delle novità". Il testo viene duramente criticato dai giornali del tempo, ma egli prepara un altro libretto d'opera dal titolo "Il Titone", sempre per la musica di Franco Margola, andato perduto per il siluramento della nave che trasportava i bagagli del maestro Margola in Sardegna. Buon musicista, si esibisce nel Quartetto Ferri. Nei primi anni '40 accentua un atteggiamento antifascista e nel maggio 1942, stampate dal tipografo Giannino Bardelli, vengono diffuse 1500 copie di un manifestino dal titolo "Il convegno dei Martiri", a due colori, con rosse macchie di sangue che colano da una Italia rappresentata con l'elmetto su un teschio. Spostatosi sempre più sulla fine del 1942 su posizioni comuniste, pur da esterno al P.C.I. raccoglie intorno a sé un gruppo di antifascisti di indirizzo azionista e comunista quali il prof. Vasa del Partito di Azione, Piero Cornacchiari, Alghisio Bottarelli, comunisti, Arturo Maestri, socialista massimalista, e altri simpatizzanti quali Gastaldi, Fagioli, Marini. Nel febbraio 1943 promuove la diffusione in città di quadratini di carta velina riproducenti, in timbro di gomma, falce e martello e la sigla "Libera Italia" e, nell'aprile, di bigliettini con lo stesso timbro e frasi incitanti alla lotta antifascista. Rifiutato dal Partito Comunista, che lo ritiene troppo avventato e impaziente, nel marzo seguente con la collaborazione di alcuni azionisti pubblica "Il Risveglio", che esce in tre numeri (marzo, aprile e luglio) e che, richiamandosi al programma del Partito d'Azione, lancia appelli alle diverse categorie sociali a mobilitarsi per abbattere presto il fascismo e a convocare un'assemblea costituente, incitando al boicottaggio e alla resistenza passiva verso negozi, giornali, manifestazioni del regime. Incitamenti alla lotta vengono diffusi con volantini. Nel giugno e luglio 1943, con il suo gruppo, con Cornacchiari e Maestri, Ziletti pubblica, a nome di un sedicente Comitato centrale comunista di Brescia, due numeri a stampa "Falce e Martello" dai quali sollecita la costituzione nei comuni, nelle fabbriche, nelle cascine, di Consigli con a capo comitati esecutivi per l'organizzazione della resistenza passiva e la preparazione alla lotta diretta contro il fascismo. A sostegno si accenna all'esistenza di una Concentrazione, guidata da un Comitato esecutivo d'azione. Il 26 luglio 1943 è uno degli organizzatori del Comitato interpartitico riunitosi in via Diaz e il giorno seguente viene arrestato assieme all'on. Arturo Maestri e a Pietro Cornacchiari per atteggiamenti contro Badoglio e rilasciato dopo una settimana. Viene di nuovo incarcerato il 3 ottobre 1944 a Orzinuovi per ordine del Comando della Guardia Nazionale Repubblicana, a disposizione dello stesso e poi del Tribunale speciale con l'imputazione di attività antinazionale. Il Tribunale lo condanna il 6 febbraio 1945 a due anni di reclusione. Addetto in carcere all'ufficio matricola, condivide la cella 67 con Bruno Boni, l'avv. Leonardi, il geom. Bertozzi, Pierino Berardi, Guido Vitale, ecc. Orientatosi verso il Partito Liberale, lo abbandona negli anni Cinquanta per fondare, con Licinio Valseriati, Giorgio Masi e altri, il circolo "Cultura nuova" di orientamento radicale. Nel dopoguerra è preside all'Istituto Franciscanum. Nel 1971 è tra i fondatori della loggia massonica "Zanardelli 715", di cui è Venerabile, attiva ancora nel 1975, e il cui Tempio è in casa sua a Botticino Sera (via Tito Speri). La loggia chiude poco dopo la morte dello Ziletti e la sua "demolizione" totale è datata 2 dicembre 1977. Si dilettò anche di poesia dialettale. PUBBLICAZIONI: "I morti vivi. Dramma"(1923); "Patria: poema italico" (Brescia, il Maglio, 1938-1939, Morcelliana, 2 voli.); "Voci nell'ombra" (Brescia, Morcelliana, 1939); "Il Mito di Caino. Opera in un atto". Musica di Franco Margola (Brescia, Cooperativa Tipografica Bresciana, 1940, 30 pp.); "Titone, il poema delle rose". Tragedia (Brescia, ib., marzo 1942); "Musa clandestina" (Brescia, ib., 1945); "... Son passati vent'anni: 1945-1965" (Brescia, tip. Maghina, 1965, 34 pp.); "Maddalena". Romanzo (Brescia, Ed. Franciscanum, 1966, 322 pp.); "Favole per i bambini più grandi" (Brescia, ib., 1968); "Piccoli attori" (Brescia, ib., 1970).

EB – Enciclopedia Bresciana di Antonio Fappani
Fondazione Civilità Bresciana
Brescia
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