VIRCHI Famiglia
Famiglia di liutai, musicisti e intarsiatori. Il cognome, che secondo l'Averoldo ("Le scelte pitture di Brescia") può manifestare «la sua origine oltramontana», è conosciuto come Virchi o Virghi e nella forma latina Virchis, Virchinus, Vigris, Virche o de Virgis. In origine la famiglia doveva essere composta dal padre, Bernardino I, già rilevato nelle Custodie notturne di Brescia del 1517 come "zupelarius", dalla madre (il cui nome non compare nei documenti) e da quattro figli maschi: Benedetto (v.), intagliatore e liutaio, nato nel 1520, Battista (v. Virco Benedetto e Battista), intagliatore, (n. 1521), Girolamo (v.), liutaio (n. 1523), Marco Antonio (n. 1528), zoccolaio, e infine l'unica figlia, Marta. La polizza d'estimo più antica è datata 14 aprile 1563 ed è redatta da Girolamo Virchi. A questa data il padre, «decrepito e infermo di età de ani 82», viveva presso il terzogenito, a spese di questi e degli altri fratelli; nessuna indicazione invece nei riguardi della madre. Dalle polizze si desume che fino al 1568 vivevano tutti in «quadra Prima di S. Alessandro» (odierna via Cavour), Girolamo aveva rilevato la casa paterna, per questo è debitore di molti "cargi" ai fratelli e alla sorella. Costui pagava di sua tasca il mantenimento del padre e i rimborsi ai rispettivi fratelli in cambio del possesso della casa. Dalla polizza per l'anno 1568 ricaviamo che la famiglia di Girolamo Virchi aveva in Brescia «una casa in Borgo S. Alessandro, co doi bottege per mio uso... quali bottege se fitterieno L. 12». Ernesto Meli ("Storia di Brescia", III, p. 891) li ascrive tra i più insigni liutai bresciani della scuola cinquecentesca, in contatto con i Bertolotti. «I Virchi infatti, sottolinea il Meli, possedevano terre a Salò, come i Bertolotti a Salò e Calvagese: era naturale un rapporto e contatto d'interesse tra di loro. In Brescia avevano l'attività liutaria con personale specializzato alle loro dipendenze che assicurava una produzione continua e di prim'ordine, venduta in Italia ed all'estero, specie verso la fiera di Lione». Della attività liutaria dei Virchi Ugo Ravasio ha però trovato dei documenti che lo hanno portato ad escludere come sia infondata l'informazione circa possedimenti di Girolamo Virchi nel territorio di Salò (citati dal Mucchi ma da ascrivere alla famiglia degli Ugeri) e insussistente l'ipotesi di vicinanza abitativa fra i Virchi e i Bertolotti a Salò. Tuttavia a Brescia Girolamo Virchi nel 1565 fu padrino di battesimo di Francesco Bertolotti, figlio primogenito di Gasparo. Dai documenti si rilevano rapporti con l'ambiente musicale bresciano, come ad esempio con Lelio Bertani, maestro di cappella del Duomo di Brescia, testimone al matrimonio del figlio Giovanni Paolo. Il fratello di Girolamo, Benedetto (v. Virchi Benedetto e Battista) fu intarsiatore e liutaio, mentre l'attività di costruttore di strumenti musicali fu continuata dal figlio Bernardino. Anche il figlio di Bernardino, Giovanni Battista, lavorò nell'azienda paterna. L'altro fratello di Girolamo, Battista, da alcuni ritenuto uno degli intagliatori e forse colui che realizzò la parte scolpita della cetera di Vienna, parrebbe invece estraneo alla produzione liutaria. L'attività di Bernardino "zupelarius", cioè fabbricante di zoccoli, continuò a costituire la base del sostegno economico dei fratelli Battista e Marcantonio Virchi, nonché del figlio di quest'ultimo, Lucrezio, i quali la svolsero stabilmente; ma probabilmente fu anche la professione principale di Benedetto, benché risulti anche costruttore di cetere e intarsiatore. Secondo U. Ravasio i Virchi «Girolamo, per la costruzione, e Paolo, per la composizione, si adoperarono per elevare musicalmente la cetera».

EB – Enciclopedia Bresciana di Antonio Fappani
Fondazione Civilità Bresciana
Brescia
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