TURINI Francesco
(Praga, 1589 o 1590 - Brescia, 10 giugno 1656). Di Gregorio (v.) e di Lucrezia. Organista e compositore. Dei suoi dati anagrafici sappiamo dal registro dei morti della chiesa di S. Clemente, che lo dice morto con tutti i sacramenti il 10 giugno 1656, lo qualifica sposato, di anni 66, "omnium musicalium instrumentorum et organorum praecipue peritissimum" e deposto in un sepolcro nuovo sotto l'organo. Una polizza d'estimo del 1653 suggerisce che ha 63 anni circa, abita in Brescia, in contrada S. Clemente e lo qualifica organista. Tutto ciò per smentire il Tiraboschi che lo vuole modenese. In una sua polizza d'estimo del 1564 dichiara di avere 64 anni. Della sua educazione artistica nella musica lo storico Rossi dà un cenno vago, scrivendo che essendo fanciullo (e rimasto orfano in teneressima età; il padre morì a Praga dove era alla corte di Rodolfo II) «era nondimeno dimestichissimo della Camera imperiale e tanto caro a Cesare (Rodolfo II) che famigliarissimamente trattava con lui dandogli titolo di suo Organista di Camera e poscia mandandolo a perfezionarsi a Roma, collocandolo in casa del prencipe di Castiglione» (un Gonzaga?) «e d'indi in Vinetia in casa pur anco del suo ambasciatore». Soggiunse lo stesso Rossi che il Turini «fu allievo "de i primi huomini d'Italia" e imparò a suonare vari istrumenti, ma principalmente l'organo». Se quello di organista di corte, a Praga, assegnatogli a 12 anni dall'imperatore Rodolfo, come scrive il Valentini, può essere ritenuto un titolo d'incoraggiamento, largito dalla benevolenza dell'imperatore Rodolfo al giovane orfano perché gli fosse sprone a proseguire gli studi ed a ritornare, dopo essersi in essi perfezionato in Italia, alla Cappella di Corte, di rilievo invece per la sua formazione musicale fu l'aver frequentato «le scuole musicali di Roma e di Venezia, che toccarono allora la perfezione coi due Anerio, col Suriano, col Nanini, con Giovanni Gabrieli e Giovanni Croce, possiamo arguire la fonte donde attinse la sua cultura e l'arte, che lo fece degno continuatore dell'opera paterna». Con tale bagaglio culturale fu attivo anche a Vienna presso l'imperatore Ferdinando III. Tornò infine a Praga, ma senza l'intenzione di fermarsi definitivamente; forse dopo la morte del suo mecenate l'imperatore Rodolfo II (1612) pensava già a ritornare a Brescia, dove fu a più riprese ricercato dai canonici della cattedrale come maestro di cappella e organista. Ritornato in Italia, fu per un certo tempo al servizio di G.F. Morosini a Venezia, quindi, ritornò a Brescia dove venne in effetti nominato nel 1617 organista del Duomo, occupando tale posto fino alla morte, dedicandosi nello stesso tempo a scrivere e comporre musiche di alto valore artistico. Il 12 maggio 1619 si accasava nella chiesetta di S. Maria della Consolazione con Bianca Cesareni, riconosciuta figlia naturale del conte Carlo Caprioli, che costituiva una buona dote. Da questa prima moglie il Turini ebbe tre figli, Teresa Angela (n. 1624), Giacinto (1625-1631) e Vincenzo (1627-1631), e quando essa morì circa nel 1629, a 26 anni, ereditò alcuni fondi e censi nella terra di Cizzago, costituiti come dote alla figlia dal conte Carlo Caprioli. Appena che ella fu morta, il maestro passò a seconde nozze con Bradamante Simoncelli d'anni 19, che gli portò un'altra discreta dote, e gli diede altri cinque figli, cioè: Orsola (1632), Claudio (1634), Giulio Cesare (1637), Angela (1639), Antonio (1641), tutti battezzati nella chiesa di S. Clemente, presso la quale egli era andato a stabilirsi con la famiglia numerosa, nella casa del nobile Cristoforo Gallo. I due primi bambini gli morirono di peste nel 1631, e degli altri sopravvissero soltanto Orsola, Giulio Cesare (v.) e Angela. Ai canonici della Cattedrale dedicava nel 1620, tramite un'ampollosa dedica scritta dall'amico suo Ottavio Rossi, "la primizia" del suo ingegno, cioè la raccolta di "Messe a quattro e cinque voci". Ad essa seguiva nel 1621 la pubblicazione in Venezia di una raccolta di "Madrigali a una, due e tre voci con alcune sonate a due e tre", che, a parere del Burner, furono i primi trio per due violini e basso pubblicati, dedicati, sempre attraverso la penna del Rossi, al vescovo d'Alba mons. Lodovico Gonzaga dei marchesi di Luzzago alla cui corte il Turini fu per qualche tempo e nella quale erano stati eseguiti. In tali composizioni il Turini metteva in evidenza una delle più eminenti sue qualità artistiche, la sua predilezione per il genere madrigalesco, cioè per la musica descrittiva, cromatica, con accompagnamento di strumenti a corda, della quale egli darà un altro saggio anche nella collezione di "Madrigali a cinque voci, cioè tre voci, due violini e chitarrone" (1629). Per il suo pressochè quotidiano servizio in Cattedrale, oltre alle Messe, pubblicò, in Brescia, per le stampe di G.B. Bozzola, un libro di "Mottetti a voce sola da potersi cantare in soprano, in contralto, in tenore e in basso con accompagnamento di basso numerato per l'organo": una raccolta che ebbe fortuna per la sua praticità, e fu ristampata in Venezia nel 1629. Il Turini produsse inoltre, per le stampe, anche una "Messa a cappella a quattro voci" (Venezia, 1643) e molte altre composizioni sacre sparse in varie raccolte dell'epoca, così come lasciò all'archivio della cappella del Duomo parecchie messe e altre composizioni a più voci, rimaste manoscritte. All'attività di esecutore e compositore accompagnò quella di insegnante, per cui il Cozzando, suo contemporaneo, ebbe a scrivere che «dalla sua scuola sono usciti uomini grandi in quella professione (suonatori d'organo) e vivono pur hoggidì due celebri e valorosi organisti, Gio Battista Pedersoli di Chiari e Gio Battista Quaglia di Salò». Ai quali sono da aggiungere Stefano Pasini ed altri. Il Cozzando (in "Vago e curioso...") scrive che «hebbe sopra tutti prerogative di singolarissima cognitione, pratica, e maestria nel tasteggiare l'Organo. ...Sonò l'Organo del Domo, tenuto, come meritava, in gran pregio, e stimato per uno de più eccellenti Organisti d'Italia» e lo dice «organista per gran tempo dell'imperatore Rodolfo e della città di Brescia, adoprò anco dottamente la penna in varie composizioni». Un'analoga presenza nel campo della musica profana è segnalata dai "Diari" dei Bianchi che sotto la data del 14 gennaio 1627 registrano l'esecuzione di Madrigali da lui composti su testi di Ottavio Rossi "in lode dei Signor Rettori e Città"; e sotto quella del 31 dicembre 1627 quella di "bellissime musiche" sotto la direzione o sia composte da Francesco Turino e cantate più volte da un frate delle Grazie "Gardello". Insieme a G.B. Richino compose musiche per la venuta a Brescia del granduca di Toscana, Ferdinando II, il 29 giugno 1628. Quale stima godesse basta quanto ebbero a scrivere i canonici della Cattedrale il 22 maggio 1656 nominando a suo successore il figlio don Giulio Cesare (v.), definendolo «d'ingegno finito et peritissimo in tutte le facoltà musicali et istrumenti, singolarmente nel passeggiarne da tasto senza pari, et perciò celebre anco presso le Nationi lontane, soggetto d'ottimi costumi e tolto dalla Morte con dispiacere universale nel colmo di godersi di sua rara virtù, doppo acquisto di molti meriti per servitio prestato di quaranta e più anni, e per affetto e devotion singolare verso la Patria, mentre più volte già invitato da Prencipi Grandi con honorevoli et avantaggiose conditioni, mai s'è lasciato vincere da qualsivoglia largo partito; onde ben merita la sua memoria ogni possibil attestato di grata et amorevole dimostratione». Ottavio Rossi ("Elogi historici", Brescia, 1620, p. 494-495) lo dice «eccellente et raro nel sono di varii stromenti, et in particolare in quel dell'organo, et ha di già composto opere diverse che comprendono tutto l'essere perfetto dell'Armonia dei nostri tempi». SUE COMPOSIZIONI: "Madrigali a una, due, tre voci con alcune Sonate a due et a tre Libro Primo di Francesco Turini Organista del Duomo di Brescia. Dedicati all'Ill.mo et Rev.mo Signor il Signor Lodovico Gonzaga Marchese, Vescovo d'Alba" (Venezia, 1621, Bartolomeo Magni, libro primo e libro secondo, 4 fasc.; ristampa: "Novamente ristampati, & dall'istesso Auttore ricorretti di molti errori che sono occorsi nella prima Stampa, & aggiuntovi dal medesimo alcuni Madrigali & Sonate. Con privilegio. Dedicati all'Ill.mo...", Venezia 1624, Alessandro Vincenti; ristampa di Brescia. "Nuovamente Ristampati", ibidem, 1624, Bartolomeo Magni); "Madrigali a due, tre e quattro voci con alcuni concertati con due Violini & una Cantata a voce sola in stile recitativo. Libro Secondo di F.T. Organista del Duomo di Brescia. Dedicati al Serenissimo Signore il Signore D. Alfonso da Este Prencipe di Modena & c." (Venezia, 1624, A. Vincenti, 5 fasc.); "Madrigali a cinque, cioè tre voci e due violini con un Basso continuo duplicato per un Chitarrone o simil Istromento. Libro Terzo di F.T. ...Nuovamente composti & dati in luce. Con licenza de' Superiori et Privilegio. Dedicati all'Illustrissimo e Reverendissimo Signore Abbatte Gio. Francesco Morosini" (Venezia, 1629, A. Vincenti, 7 fasc.); "Mottetti a Voce Sola da potersi cantare in Soprano, in Contr'Alto, in Tenore & in Basso. Libro Primo. Di F.T. ...Dedicati all'Illustriss. e Molto Rever. Signor D. Antonio Bocchi Digniss. Mansionario nella Cattedrale di Brescia" (Brescia, 1629, G.B. Bozzola, 2 fasc.); "Mottetti a Voce Sola di F.T. ...Libro Secondo Dedicati all'Illus. e Molto Reverendo Signor D. Aventino Glísenti Con Licenza de' Superiori et Privilegio" (Venezia, 1640, A. Vincenti, 2 fasc.); "Messe Da Capella a quatro e cinque voci con il Basso Continuo. Libro Primo di F.T. ...Dedicati all'Ill.mo Sig.r Pietro Moresini Podestà & Capitanio di Rovigo" (Venezia, 1643, Bartolomeo Magni, 6 fasc.). COMPOSIZIONI SPARSE IN ANTOLOGIE: "Parnassus Musicus Ferdinandaeus..." (contiene: Sacrificemus Reginae Coeli); "Seconda raccolta de' sacri canti..." (contiene: n. 18 Congaudete; n. 33 Ad te piissima virgo); "Il Primo Libro de Motetti..." (contiene: Quemadmodum; Sancti et justi; Gaudeamus omnes); "Madrigali del Signor Cavaliero Anselmi..." (contiene: Quei crini e quella faccia; Vedo Lilletta mia); "Quarta raccolta de sacri canti a una, due, tre et quattro voci de diversi eccellentissimi autori, fatta da Don Lorenzo Calvi musico nella Catthedrale di Pavia. Novamente composta et data in luce" (Venezia, 1629, Alessandro Vincenti, 5 fasc.) (contiene 1 composizione); "Cunibus solennib. Jesuli recens-nati sacra Genethliaca. Id est, psalmodiae epaeneticae. Edit. studio et sumptib. Ambrosii Profi Elisabetani Vratisl. Organoedi" (s.l. 1646, Typis Ligiis Sartorianis, 9 fasc.) (contiene : Freuer euch, o Wunder gross); "Vierdter und letzter Theil Geistlicher Concerten, aus den beriihmtesten Italianischen und andern Authoribus, so theils mit andern oder auch noch mehrern Texten beleget, und zu Lobe Gottes in ffentlichem Kirchen-Versamlungen zu gebrauchen auch zu gefallen allen Music-Liebhabern colligiret und publiciret von Ambrosio Profio Organisten zu S. Elisabeth in Bresslaw" (Lipsia, 1646, Timotheus Ritzsch, 9 fasc.) (contiene: Ecce quam bonum, In montes elevo/Ch'io ami, Nisi Deus nobiscum esset, Verbum patri/Mentre vaga); "Teatro Musicale de Concerti ecclesiastici a due, tre e quattro voci di diversi celebri e nomati autori. Con una messa, antifone & letanie della B. Verg. Maria, di nuovo ristampato, con aggionta di un Magnificat e Lettanie de Santi. All'Ill.mo e Rev.mo Monsig.r Alfonso Litta arcivescovo di Milano" (Milano, 1653, eredi di Giorgio Rolla, 5 fasc.).

EB – Enciclopedia Bresciana di Antonio Fappani
Fondazione Civilità Bresciana
Brescia
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