Giovanni Tonoli
TONOLI Giovanni
(Tignale, 11 marzo 1809 - Brescia, 6 luglio 1889). Di Giovanni e di Argispina Silvestri. Fabbricatore d'organi. È ancora bambino quando si trova per caso ad osservare l'ex cappuccino p. Damiano Damiani mentre monta l'organo del santuario di Montecastello di Tignale. «Indovinatone il genio, come scrive padre Vladimiro Bonari nel volume "I cappuccini delle Province milanesi", lo prese con sé e lo venne educando alla propria professione». Il giovanetto segue il Damiani in vari luoghi, fino al 1838, quando p. Damiano rientra in convento a Bergamo. Da quel momento il giovane Tonoli ne eredita il mestiere, costruendo l'organo di Prabione di Tignale. Per alcuni anni l'attività del Tonoli si svolge in prevalenza nel Trentino. Nello stesso 1838 amplia per 130 fiorini l'organo della chiesa del Suffragio di Rovereto, forse costruito dal Damiani. Nel 1844 costruisce un nuovo organo per la parrocchia di Mori, collaudato il 26 febbraio 1845. Ancora nel 1847 viene chiamato a riparare l'organo del duomo di Trento.
Rimasto vedovo il 15 ottobre 1847, si trasferisce, con la sorella Domenica, cucitrice, a Brescia, dove dimora nella casa del conte Martinengo, in Piazza Nuova n. 1595. Allarga sempre più la sua attività insediandosi in via Montebello, presso S. Francesco (all'attuale n. 39 di Corso Palestro), con laboratorio anche in via Grazie. Ottenuta, il 1° novembre 1853, la cittadinanza di Brescia, il 26 febbraio 1854 sposa la sorella di Tito Speri, Santina (Brescia, 10 agosto 1827 - 20 luglio 1901), la quale il 12 ottobre 1855 gli dà un figlio, cui viene imposto il nome di Tito, e che diventerà anch'esso organaro. Anche un nipote di Giovanni, Pietro, verrà segnalato come organaro nel 1885.
Ha sottolineato Flavio Dassenno: "L'estrema solidità e qualità di ogni dettaglio delle sue opere gli era assicurata da maestranze scelte con estrema cura e severità: negli anni compresi tra il 1865 e il 1885 arriveranno a raggiungere le 15 unità, specializzate in tutti i settori della costruzione". A lui si devono gli organi più grandi mai costruiti nel nostro territorio, come ad esempio quelli monumentali a due tastiere del Duomo Nuovo in città (1855) e delle parrocchiali di Gussago e Lonato. Tutti e tre possedevano un'ottava cromatica in più dell'estensione massima raggiunta da qualsiasi altro strumento. La sua attività diventa sempre più frenetica, tanto che si calcolano a 169 gli organi costruiti nel Bresciano, nel Trentino, a Trieste e in Dalmazia. Nel 1874 veniva premiato dall'Ateneo di Brescia. Nel marzo 1881 i giornali bresciani registravano la costruzione, nel coro della chiesa di S. Barnaba, del "mastodonte degli organi", l'organo "monstre" destinato all'Esposizione Industriale di Milano, dove nello stesso anno vince la medaglia d'argento e dove si confronta con i più grandi organari dell'epoca, per la novità di alcune sue invenzioni. La motivazione è la seguente: "Il Tonoli di Brescia, per l'ampia mole primeggiante, comunque i suoni di ripieno non completamente rispondenti all'ampiezza dell'organo esposto, per voci imitative di strumenti; e soprattutto per commendevole e minuta elaborazione di meccanismo". Il Valdrighi (1884) lo cita anche come costruttore di altre tastiere, cembali o fortepiani. Ancora nel 1882 riceveva commissioni di organi in Dalmazia e a Buenos Aires.
Gli ultimi anni furono amareggiati dalla condotta del figlio Tito (v.), che, imparata l'arte, si mise in proprio e poi emigrò a Buenos Aires, facendo vita scapestrata e morendo a 42 anni. Morto Giovanni Tonoli, ne continuò l'attività la moglie Santina Speri, con una ditta che prese il nome di "Santina Speri Tonoli. Ditta organaria", che durò poco. L'attività passò a Diego Porro, già aiuto dal 1875 del Tonoli, che nel 1890 costruiva l'organo di Poncarale e via via altri. A lui si unì, come consocio e collaboratore, Giovanni Maccarinelli, ma poi i due si divisero. La fabbrica venne poi rilevata da Facchetti, Frigerio, Fusari e, per ultimo, da Armando Maccarinelli.
Di Giovanni Tonoli ha scritto il Valentini: "Dopo gli Antegnati non vi furono in Brescia altri fabbricatori d'organi che li pareggiasse, se non il Tonoli. Egli diede alla sua fabbrica un tale incremento da meritarsi il titolo di Cavaliere della Corona d'Italia. Della sua perizia ne diede prova in tutte le Esposizioni Industriali in Italia e fuori, ed ottenne parecchi premi, per cui ebbe anche all'estero commissioni. In Brescia si può dire che quasi tutte le chiese hanno, per la di lui mano, un nuovo o rifatto organo, su moderni sistemi dei quali non pochi di sua invenzione". Di poco inferiore ai Serassi lo indicava Carlo Cocchetti. Ernesto Meli afferma (Storia di Brescia, III, p. 904) che "il Tonoli può essere considerato il fondatore di una vera e propria scuola organaria bresciana dell'Ottocento, proseguita coerentemente sino ai nostri giorni. Tutti gli organari posteriori sono direttamente o indirettamente legati a lui. I suoi strumenti rivelano una paziente e scrupolosa cura artigianale delle parti, specie per quanto riguarda la trasmissione meccanica, ed un pregevole equilibrio fonico dell'insieme; legato saldamente ai valori della tradizione; si compiaceva di mantenere l'ottava corta o "scavezza" e le file del ripieno separate singolarmente sino alla XXIX; nei suoi strumenti migliori conservò la tendenza a sonorità chiare ed incisive".
Alla sua morte i giornali bresciani scrivevano: "compianto da quanti lo conoscevano onestissimo e buono; egli era stato nell'arte sua valentissimo; la modestia del costume della sua vita, in questi ultimi tempi amareggiata da famigliari dolori, fu esempio costante di cittadine virtù e di vita laboriosa ed onesta: oggi è un altro artista, che quasi ignorato, si spense povero ed onestissimo, e che onorò coll'intelligente lavoro e colla mente l'arte che egli professava". Giuseppe Pagani scrisse di lui: "Le composizioni foniche degli strumenti costruiti dal Tonoli rispettano il pensiero classico basato su un buon ripieno e su un'accurata disposizione dei registri da "concerto", seguendo attentamente l'evolversi del gusto e non dando mai senso di staticità, introducendo anzi sovente elementi pressoché sperimentali".
Il Dassenno lo ha definito: «l'ultimo grande organaro della nostra scuola per l'imponente personalità artistica unita ad una capacità progettuale e caparbietà realizzatrice che lo portava a rifiutare radicalmente il subappalto di certe lavorazioni, come ad esempio la realizzazione dei mantici, dei somieri o delle canne, per le quali erano esistite anche in passato botteghe specializzate. Gli organi tonoliani rimasti quasi intatti sono numerosi. Nato e cresciuto all'interno della tradizione dell'organo romantico italiano di impronta operistica, Tonoli compete con i contemporanei per dotarlo di ritrovati tecnici che ne possano rendere più agevole "l'uso moderno" e più attuali le sonorità, come contemporaneamente avveniva ad esempio per il timbro dei flauti d'orchestra, costruiti non più in legno o avorio e con poche chiavi, ma in metallo e più "armati", quindi più potenti e penetranti. A tal fine costruì alcuni strumenti con il somiere maestro a diverse secrete (Lovere, parrocchiale, a 2 tastiere; Nave, Mompiano, S. Antonino) e particolari ventilabri verticali, per ottenere pressioni dell'aria diversificate e registri (in particolare Trombe a Squillo) a pressione più alta del solito. Verso la fine della sua esperienza, rivolse anche qualche attenzione all'ulteriore mutamento del gusto, con disposizioni foniche e concessioni all'aspetto esterno della cassa tendenti allo stile dell'organo sinfonico d'oltralpe. L'organo a due tastiere dell'abbazia di Leno ne è una prova. La sua facciata ed alcuni registri di colore accolgono, infatti, soluzioni di impronta franco-tedesca».
IL CATALOGO "UFFICIALE" nel 1880 registra 169 strumenti, mentre è stato calcolato un numero di 179.
Tra gli strumenti costruiti dalla ditta Tonoli si registrano IN BRESCIA CITTÀ: Borgo Pile: oratorio S. Luigi, Tonoli n. 25 (?); Buffalora: Tonoli n. 30; S. Agata: Tonoli n. 3 (Inzoli 1886, ora Frigerio-Fusari, pneumatico); Chiesanuova: n. 25; S. Alessandro: (Antegnati n. 1) Tonoli 1884, riformato con trasmissione pneumatica da Frigerio-Fusari; S. Barnaba: Tonoli n. 20; S. Clemente: Tonoli n. 12; SS. Cosma e Damiano: Tonoli n. 11; S. Cristo: Tonoli n. 13 (1878); Duomo Nuovo: a due manuali (1851-1855); S. Eustacchio: Tonoli n. 29 (collocato nella parrocchiale Immacolata dei Pavoniani); S. Faustino: interventi (1885); S. Francesco: Tonoli n. 9 (1875); S. Francesco di Paola: Tonoli n. 24 (rifatto dai Bianchetti, 1918); S. Gaetano: Tonoli n. 5 (1871), ora a trasmissione elettrica; S. Gaetano: Tonoli n. 6 (?); S. Giovanni Evangelista: Tonoli n. 2, 1875 (ora Maccarinelli-Mascioni); S. Luca: Tonoli n. 7; S. Maria in Calchera: Tonoli n. 4; S. Maria delle Grazie: Tonoli n. 10 (ora pneumatico); S. Maria dei Miracoli: Tonoli n. 15 (1861-1862) già Antegnati (distrutto dal bombardamento nel 1945); S. Maria in Silva: Tonoli n. 22, 1855 c., lesionato dai bombardamenti); S. Nazaro, intervento (1881); S. Orsola (Fatebenefratelli): Tonoli n. 16 (ora pneumatico Maccarinelli); Chiesa della Pace, oratorio: Tonoli n. 19 (perso, ora cinematografo); S. Pietro in Oliveto: Tonoli n. 8 (+); S. Zeno (p.zza del Foro): Tonoli n. 14, 1877; Ancelle Ospitaliere: Tonoli n. 17 (ora Porro); Figlie di Carità: Tonoli n. 18 (ora Porro); Seminario (S. Pietro in Oliveto): Serassi 1822 (il Tonoli avrà fatto lavori); Teatro Grande: Tonoli n. 21, 1863 (ha subito rifacimenti).
IN PROVINCIA DI BRESCIA: Acquafredda: Tonoli n. 89, (1852); Adro: Tonoli n. 68, 1850, poi Inzoli (1891); Alfianello: Tonoli n. 96 (con qualche manomissione); Avenone: Tonoli n. 52; Bagolino: Serassi (1840), Tonoli n. 53, Bianchetti Organo Eco 1891-1903; Bassano Bresciano: Serassi (1806), Tonoli n. 91 (ora Pedrini pneumatico); Bione: Tonoli n. 48; Cadignano: Tonoli n. 90; Camignone: Tonoli n. 33 (ha subito notevoli manomissioni); Carzago Riviera: Tonoli n. 41 (1853-1854); Cevo: Tonoli n. 80; Civine: Tonoli n. 32; Clibbio: Tonoli n. 57; Coccaglio: Tonoli (?) 1882; Cologne: Tonoli n. 46, 1850 (costruito da Cadei, 1813-1817); Corlo: Tonoli n. 36; Corzano: Tonoli n. 93; Dello: Tonoli n. 92; Folzano: Tonoli n. 26, 1870-1871 (rifacimenti); Fraine: Tonoli n. 69; Gambara: Tonoli n. 85 (a due manuali); Gardone V.T.: Tonoli n. 58; Gavardo (Orsoline): Tonoli n. 95; Gratacasolo: Tonoli n. 70; Grevo: Tonoli n. 77; Gussago: Tonoli n. 31; Gussago (Madonna della Stella) : Tonoli n. 35, 1880 (ora a trasmissione elettrica); Idro: Tonoli n. 49; Lavino: Tonoli n. 55; Lavone: Tonoli n. 51; Leno: Tonoli 1882-1883 (a due manuali); Livemmo: Tonoli n. 54; Lonato: Tonoli n. 34, 1863 (nella parrocchiale); Lonato (S. Martino): Tonoli n. 37 (abbandonato); Mompiano: Tonoli n. 27, 1857 (nella ex parrocchiale S. Antonino, abbandonato); Monte Maderno: Tonoli n. 94; Monterotondo: Tonoli n. 67; Monticelli s/Oglio: Tonoli n. 86; Muslone: Tonoli n. 65 (ora Bianchetti-Facchetti, abbandonato); Nave: Tonoli n. 87; Nozza: Tonoli n. 78 (vincolato sotto Serassi); Nuvolento: Tonoli n. 42, Madonna della Pieve (in completo abbandono); Nuvolera: Tonoli n. 43 (Inzoli n. 63, 1882); Offlaga: Tonoli n. 84 (rifatto con trasmissione pneumatica); Ome (1882); Ono: Tonoli n. 50; Padenghe: Tonoli n. 38; Padergnone: Tonoli n. 17 (?), 1868; Paitone: Tonoli n. 40; Pezzoro: Tonoli n. 47; Pian di Borno: Tonoli n. 75 (ora Pedrini, pneumatico); Piovere: Tonoli n. 63 (P. Mario Levri lo dice costruito da don Gerolamo Venturelli); Prabione: Tonoli n. 64 (1838); Precasaglio: Tonoli n. 82; Prevalle sopra: Tonoli n. 39; Qualino: Tonoli n. 71; Rogno: Tonoli n. 74; Sabbio Chiese: Tonoli n. 56; San Gervasio: restauro (1881) dell'organo Serassi; S. Zeno Naviglio: Tonoli n. 28 (rimaneggiato); Santicolo: Tonoli n. 79; Serle (parrocchiale) : Tonoli n. 44; Serle (Santuario B.V.) : Tonoli n. 45; Tignale: Tonoli n. 61 (lavori su un Bonatti); Tignale Montecastello: Tonoli n. 62 (lavori su un Damiani); Trenzano: Tonoli n. 88; Valle Saviore: Tonoli n. 83; Villa Dalegno: Tonoli n. 91; Zanano: Tonoli n. 59 (ex parrocchiale).
FUORI PROVINCIA: MILANO: Ponte al Lambro (1886). VERONA: Teatro Filarmonico Verona; parrocchia di Lazise (Vr). PORDENONE. VICENZA, parrocchie di: Lonigo, Barberano, Convento di Mossano. ROVIGO, parrocchie di: Lendinara, Seguedo, Fratta, Trecenta, Bagnolo, Melara. FERRARA, parrocchie di: Porto Maggiore, Voghiera. CREMONA, parrocchia di Cavatigozzi. BERGAMO, parrocchie di: Barzesto (1884), Fonteno, S. Giacomo Gandino, Pradella, Teveno (1872), Dorga, Castione Presolana, Lonore (1872, restauro), S. Lorenzo Clusone (1870), Vilmaggiore (1884). LECCO, parrocchia di Melgrate. MODENA, parrocchie di: Delvetro, Morzolo, S. Possidoro, Possolo. MANTOVA, parrocchie di: Ospitaliere Mantova, Poggio, S. Silvestro, S. Maurizio, Bonizzo. TIROLO, parrocchie di: Mori, Madonna Loreto di Rovereto, Suffragio (Rovereto), Predazzo (1870). TRIESTE: S. Giusto Cattedrale, altro in Cattedrale per uso funzioni slave, parrocchie di: S. Giacomo, Catenara, Roiano, Opicina, Tornai, Bassovizza. ISTRIA, parrocchie di: Pola, Lindaro, Sgoniekò, Antegnana. DALMAZIA: Cattedrale Ragusa (agosto 1880), S. Biagio Ragusa, Suore di Carità Ragusa (novembre 1879), S. Maria Gesuiti Ragusa, Spalato. AMERICA: Tempio Balbanara in Buenos Aires, S. Elmo Buenos Aires, Cordoba a Buenos Aires, 13 organi spediti al sig. Alberto Poggi nello spazio di 6 anni a Buenos Aires. ASIA: Gesuiti Marianopoli. AFRICA: Padri Michitaristi Alessandria d'Egitto.
Tra i collaudatori la stessa ditta segnalava nel catalogo: cav. Luigi Ricci e Cimoso di Trieste, cav. Petrali di Crema, Foroni e Sala di Verona, Padre Davit di Piacenza, Comencini e Campiani di Mantova, Frasi di Vercelli, cav. Degiorgi di Gandino, Remondi e Vacchelli di Brescia, Dobrovich di Dalmazia, Pratner di Nuova Tais.
EB – Enciclopedia Bresciana di Antonio Fappani
Fondazione Civilità Bresciana
Brescia
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