SCARAMPELLA Giuseppe
(Comune di S. Alessandro, Brescia, 25 settembre [?] 1838 - Varese, 14 dicembre 1902). Di Paolo. Nell'officina del padre, che oltre a fabbricare macchine idrauliche si applicava anche alla costruzione di strumenti ad arco, egli si avviò alla conoscenza dell'arte che lo farà celebre, quella del liutaio. A Parigi, frequentando la scuola del genovese Nicolò Bianchi, divenne esperto conoscitore in quell'arte. Tornato in Italia nel 1866 si stabilì a Firenze dove Luigi Castellani, conosciutane la valentia, se lo fece compagno di lavoro. Splendida prova della sua riconosciuta perizia è il fatto che a lui solo fu affidato il restauro della viola e del violoncello costruiti da Antonio Stradivari nel 1690 per incarico di Cosimo III dè Medici e conservati nel Museo del Regio Istituto Musicale di Firenze, il primo del genere in Italia. Alla morte del Castellani, Scarampella divenne fornitore del Regio Istituto Musicale di Firenze e nel 1884 è Conservatore del Museo. La nomina suscitò in tutta Italia lodi ed approvazioni e la sua fama si allargò sempre più. Compì parecchi lavori di restauro fra i quali nel 1896 quelli di un violino del bresciano Maggini (proprietà ing. Tito Brusa di Brescia) e di una magnifica viola di Gasparo di Salò (proprietà F. Bruni). Altri restauri furono compiuti sopra violini di Andrea Guarneri, dello Stradivari, di Giuseppe Guarneri del Gesù (propr. Cav. Villa di Savigliano). Difficilissimo fu, nel 1876, il restauro di un violino di Gasparo di Salò di proprietà di Ole Bull e di un altro di Nicola Amati e Giuseppe Guarneri del Gesù (propr. prof. Ole Bull). Non solo restaurò ma costruì anche strumenti nuovi con metodo e timbro molto simili a quelli di Antonio Stradivari e di Giuseppe Guarneri del Gesù. Ne costruì circa una cinquantina tutti ricercatissimi. Nel 1900 si trasferì a Varese dove morì. Il marchese De Piccolellis e M. Villa hanno affermato che Giuseppe Scarampella non ha, quale restauratore di classici strumenti, chi lo superi, in alcun luogo del mondo. Ne egli dimostrò, come ha scritto Pio Bettoni, soltanto la impareggiabile sua valentia nelle opere di restauro, ma si rivelò altresì costruttore di strumenti assai pregiati. Venne scritto di lui: «Tutta la vita consacrò alla sua arte nella quale raggiunse una squisitezza mirabile. I suoi istrumenti, specialmente i violini e violoncelli, furono ricercatissimi anche all'estero, ed ora colla scomparsa dell'eletto artefice diverranno oggetti preziosi, quasi da museo».

EB – Enciclopedia Bresciana di Antonio Fappani
Fondazione Civilità Bresciana
Brescia
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