Giovanni Battista Pedersoli
PEDERSOLI (Pederzuoli, Pedezzuoli, Petricciolus) Giovanni Battista
(Chiari, battesimo il 17 gennaio 1630). Unico figlio maschio di "ser Girolamo" e di Maddalena, venne battezzato dallo zio, il prevosto don Pietro Pedersoli. Fin da giovanissimo ha mostrato inclinazione alla musica. Fu mandato a Brescia, alla scuola del celebre organista Francesco Turini presso il quale fece in breve tali progressi, che a soli 18 anni il Consiglio comunale, nella tornata del 18 ottobre 1648, lo nominava organista della parrocchiale di Chiari preferendolo al sacerdote D. Carlo Vignadotti che aveva pure concorso. Come ha scritto Luigi Rivetti, quantunque giovanissimo, non contando ancora i 22 anni, la fama del suo valore si sparse fuori di Chiari e dal Capitolo della cattedrale di Bergamo vennero a lui pressanti inviti perchè assumesse l'onorifico incarico di organista di quella cattedrale. "Nullis dictis" (cioè senza nessun preavviso), e nonostante il contratto con il Consiglio comunale, abbandonò (nel 1651) Chiari per portarsi a Bergamo, sostituito a Chiari dal suo contendente don Vignadotti. A Bergamo, secondo il Rivetti, fu organista della Cattedrale dal 1651 fino al 1662. Con delibera del Consiglio della Misericordia Maggiore dell' 1 settembre 1661 veniva nominato organista della basilica di S. Maria. L'anno seguente, resosi vacante il posto di maestro di cappella nella stessa chiesa, ebbe anche questo compito che sostenne per un solo anno lasciandolo il 3 febbraio 1665. Nel 1673 è a Vienna in qualità di organista di Sua Maestà Cesarea l'imperatore d'Austria e Ungheria Leopoldo, mentre a Chiari era in lite con il prevosto di Chiari Baldassare Bigoni. Diventò poi maestro di cappella dell'imperatrice Eleonora (terza moglie di Leopoldo). Ricca la produzione viennese come si rileva dall'elenco delle sue composizioni, come ha scritto John Bergsagel nel dizionario "The New Grawe". Durante il suo servizio in Vienna, la musica alla corte degli Asburgo era quasi interamente dominata dal Draghi, ma egli compose opere drammatiche a carattere sacro più di ogni altro musicista alla corte degli Asburgo, alla fine del XVII secolo, eccettuato il Draghi. Egli fornì alla Cappella di Eleonora, un "Nuovo Sepolcro" (un genere d'oratorio rappresentato in Vienna durante la Settimana Santa), ogni anno, dal 1683 al 1686. Come i lavori del Draghi, le sue opere ed i suoi oratori sono nello stile, piuttosto conservatore, del medio Barocco favorito dall'Imperatore Leopoldo I. Le sue sinfonie mostrano influenze sia francesi che veneziane. Le sue arie, occasionalmente concepite con un insolito colore strumentale, come ad esempio tre viole in due arie dell'oratorio "Sant'Elena", sono generalmente solo per voce e continuo. In "Sant'Elena" egli ottenne un altro insolito effetto scrivendo il coro di demoni per un quartetto di bassi. I suoi pezzi d'insieme sono solitamente più semplici di quelli del Draghi, come ad esempio i suoi recitativi, che contengono modelli d'arioso poco fioriti. Le sue melodie includono occasionalmente espressive scritture cromatiche, riminiscenze del primo '600. Tra i suoi lavori minori vi sono dieci "Accademie" o cantate filosofiche, che sono i primi esempi di questo genere composte per Vienna. Esse erano probabilmente eseguite alle riunioni dell'Accademia Italiana, fondata in Vienna nel 1657, della quale erano membri sia la protettrice del Pederzoli (l'Imperatrice), sia il suo principale librettista, Minati Minato. Tutte iniziano con sinfonie in 4 parti, in forma di danze. Rimasto alla morte dell'imperatrice senza impegni di lavoro, nel 1687, il Consiglio Comunale di Chiari all'unanimità in vista della sua "non ordinaria virtù et qualità in specie di orghanista et compositore di musica" gli apriva la via del ritorno a Chiari come organista e maestro di cappella. Ma il Pedersoli non tornò a Chiari. Si portò invece a Venezia allargandosi in qualità di professore di musica e di maestro di coro delle "Donne dell'Ospitale degli Incurabili di Venezia". Qui venne a morte a 59 anni il 20 ottobre del 1689 come si leggeva nelle "Iscrizioni Venete illustrate" del Cicogna e che suonava: «D.O.M. / IO. BAPTISTA PETRICCIOLVS BRIXIENSIS / IN AULA CAESAREA ARTIS MVSICAE CLARVS / HVIVS HOSPICII VIRGINVM PRAECEPTOR / CLARISSIMVS / OBIIT ANNO AETATIS SVAE 59 INCARNAT. 1689 / DIE 20 OCTOBRIS». Dieci anni dopo la sua morte la moglie offriva, attraverso Pancrazio Cavalli, al Comune di Chiari le opere musicali lasciate dal marito che il Comune stesso acquistava il 17 luglio 1699 offrendo 20 filippi. Musica poi dispersa e forse perduta mentre si conservò quella raccolta nella Biblioteca Imperiale di Vienna. Nel 1989 gli venne dedicata una scuola elementare di Chiari. Nel marzo dello stesso anno a Chiari venne eseguito sotto la direzione del maestro Alessandro Gozzini "La sete di Cristo". Di questo Fulvia Conter ha scritto che "Risente di influssi lombardo veneti e veneziani... evidenziatissimo è il riferimento a Monteverdi...". «Pur ammettendo che la sua scrittura migliora continuamente e le pagine finali risultano assai interessanti per un crescendo bellissimo di tensione e di partecipe commozione». OPERE: "I presagi della sorte, festa musicale (Vienna, 6 gennaio 1677, musica perduta); «Vienna festeggiante» (in occasione del ritorno di S. M. Leopoldo I da una battaglia. Serenata) (Vienna 1679); «Ragguaglio della fama» (Servizio di camera in onore dell'Imperatrice Eleonora in occasione del suo compleanno) (Vienna, 18 nov. 1680); "Il giudice di Villa. Intermedio a A. Scarlatti"; Amor non vuol inganni (Vienna 1681); «Il monte Chimera» (Trattenimento musicale: testo di M. Minati) (Vienna, Augarten, 9 luglio 1682); "Le fonti della Boezia, festa musicale" (Testo di Minati) musica perduta, preparata ma non finita" (Venezia); «Introduzione d'una festa e ballo di zingare» (Eseguite per la Regina di Polonia. Testo di Minati. Coro e pianoforte) (Vienna, carnevale 1684); «Didone costante» (Composizione per musica). Vienna, Hofburg, carnevale 1685 - perduta; «Le ricchezze della madre dei Gracchi» introduzione ad un balletto (Vienna 6 gennaio 1685, rimane il solo libretto); "Musica, pittura e poesia, trattenimento musicale (Minati) (Vienna, Bellaria, 24 july 1685); "Scherzo musicale in modo di scenica rappresentazione" (Minati) (Vienna, carn. 1685); «Musica per una festa di Carnevale» (Testo di Minati) (Vienna, Carnevale 1686); «L'ossequio della bizzaria» (Introduzione per un balletto) (Vienna, Carnevale); "L'ozio ingannato. Musica da camera" (Testo di N. Minati).
EB – Enciclopedia Bresciana di Antonio Fappani
Fondazione Civilità Bresciana
Brescia
www.enciclopediabresciana.it