Ignazio Pasini
PASINI (Busecchi) Ignazio
(Colombaro, 15 agosto 1796 - 8 dicembre 1875). Nonostante quanto si è scritto il vero cognome è Pasini come si legge nell'atto di battesimo dove viene indicato come figlio di Giuseppe "quondam lacobi de Buzzecchio" e di Antonia Alberti. Tenore e compositore, nato con il genio della musica ebbe come istitutore don Stefano Prati, rivelandosi un bambino prodigio. Fu poi tra i primi undici allievi della scuola di musica sussidiata dal Pio Luogo della Misericordia aperta a Bergamo dal celebre Giovanni Simone Mayr, direttore della cappella di S. Maria Maggiore. Fu con contratto datato 16 giugno 1816 organista della parrocchiale di Adro. Estratto a sorte per il servizio militare con destinazione Graz ed aggregato al reggimento Barone Prochaska fu impegnato a ripristinare le fortificazioni, venne congedato solo nel 1822 per interessamento di un ufficiale italiano, certo Ermenegildo Rossi, in comando a Vienna.
Ritornato in patria, fu negli anni 1822-1824 insegnante di musica e, ripresi gli studi a Bergamo, Simone Mayr lo indirizzava al canto e lo aiutava facendolo debuttare con parti serie raccomandandolo al Donizetti: che a sua volta lo piazzava in diverse compagnie. Sposata Laura, figlia di Giuseppe Barboglio Gaioncelli, nobile e ricco potè dedicarsi all'arte. Nella primavera 1828 cantava a Madrid come primo tenore nella compagnia dell'impresario italiano Gavina nell'opera "Osmir e Netzarea" del maestro Vaccai. I coniugi Pasini si stabilirono a Madrid ove ebbero tre figli: Elettra (gennaio 1829, che morì a pochi mesi come scriverà da Madrid il 30 marzo 1830); Oreste che non raggiunse i vent'anni, morto per tifo nel 1850; Pilade che fu anche sindaco a Colombaro. Dopo l'opera del M. Vaccai, negli anni 1828-1829 cantava a Madrid in «La donna del lago», «Giulietta e Romeo»; a Cadice «La Zoraide» di Gioacchino Rossini trattenendovisi dall'agosto 1829 sino a dicembre per le nozze del re di Spagna Ferdinando, acclamato anche per strada e nei caffè. Nel gennaio 1830 su invito dei reali di Spagna cantava a Madrid la "Caritea" di M. Mercadante. L'opera fece fiasco: si salvò solo l'aria da lui cantata. Nello stesso anno cantava nel "Pirata" e in "Tebaldo ed Isolina". A marzo 1811 cantava in "La straniera" di Vincenzo Bellini ricevendo le più alte lodi del Rossini che rilevò la sua voce come "una delle voci più belle che abbia sentito" e lo invitò ad andare con lui a Parigi. Egli stesso si riteneva il cantante più stimato di Spagna. Nel 1834 si spostava e a Cadice, su scrittura del Mercadante, per ordine dell'impresario Darchan che lo ricompensa con la cifra enorme di 6 mila "colonne" (45 mila lire dell'epoca). In Spagna si impegna in numerose opere come quelle di Bellini, di Rossini e nell'"Elisir d'amore" di Donizetti, misurandosi con i cantanti più affermati quali G.B. Rubini, F. Galli ecc. Per un breve periodo fu anche cantante di camera nella Reale Cappella.
Mortagli di colera la moglie ritorna in Italia e nel 1835 si ferma a Milano dove nel settembre debutta alla Scala nell'«Otello» di Rossini con Maria Malibran Garcia, una delle soprano più complete di tutti i tempi e che ebbe nell'«Otello» di Rossini il suo cavallo di battaglia. Interpretò poi «Giulietta e Romeo» di Vaccai e sul finire dell'anno diede quattro rappresentazioni del «Barbiere di Siviglia», con la Malibran e il basso Salvatori nelle vesti del barbiere. Con una compagnia rifatta, a gennaio 1836 si spostava a Venezia ove il cartellone de «La Fenice» presentava «L'assedio di Corinto» mentre sul posto Gaetano Donizetti scriveva il suo «Belisario» che il 4 febbraio 1836 lo vedeva protagonista con la Ungher, la Vial e il baritono Salvatori, con successo strepitoso presenti il conte Dandolo di Adro e il conte Lana di Borgonato. Continue scritture lo portavano in Italia, a Venezia, Napoli e Milano e nel 1837 di nuovo a Madrid, dove insegnò pianoforte e canto ai figli dell'Infante di Spagna e portò in scena "La straniera" di Bellini. Chiusi la maggior parte dei teatri spagnoli per la difficile situazione politica, rientrava in Italia per cantare negli anni 1838-43 nei teatri di diverse città. Nel 1839-40 canta a Piacenza per la Fiera, a Pisa per la "Luminare" e a Firenze in primavera, esibendosi inoltre a Perugia e Firenze. Nel 1841 il Marchese Pallavicini lo scrittura per il carnevale al teatro La Fenice di Venezia. Nell'aprile-maggio 1842 cantava a Modena: 24 recite in due mesi in occasione dello sposalizio del Principe ereditario di Modena con la figlia del Re di Baviera. Chiuse la sua carriera di cantante nel 1844 a Pietroburgo nel Belisario. Nel frattempo e in seguito teneva lezione di canto per artisti quali una soprano francese, protetta dal re di Francia, ed un'altra straniera che accompagnò a Londra, Parigi, Vienna e Pietroburgo. Ritiratosi a Colombaro vi ricoprì a lungo la carica di sindaco. Di lui il Regli ha scritto che «sortì da natura un umore bizzarro e stravagante, ma la sua onestà e la sua schiettezza fanno scordare in lui queste pecche». Sulla sua tomba venne posta la seguente epigrafe: «IGNAZIO PASINI / NATO COL GENIO DELLA MUSICA / A 9 ANNI ORGANISTA / ALL'ACCADEMIA DI BERGAMO / APPRESE DA MAYR IL CANTO E VI ECCELSE / CALCO' LE PRIMARIE SCENE D'ITALIA E DI SPAGNA / FU CONDISCEPOLO E AMICO DI DONIZETTI / CHIUSE LA SUA CARRIERA TEATRALE / A PIETROBURGO NEL 1844 NEL BELISARIO / ONORATO DA QUELLA CORTE IMPERIALE / N. 15-8-1796 - 8-12-1875».
EB – Enciclopedia Bresciana di Antonio Fappani
Fondazione Civilità Bresciana
Brescia
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