PAOLI Padova Gioietta
(Empoli, 24 marzo 1921 - Milano, 2 giugno 1962). Giovanissima manifestò una altissima sensibilità per la musica e l'arte in genere tanto che i genitori la iscrissero al corso di pianoforte principale presso il Conservatorio Giuseppe Verdi ove a soli sedici anni conseguì il diploma. Si perfezionò poi con i maestri Cortot, Arturo Benedetto Michelangeli e Lipatti. Iniziò prestissimo la sua carriera di concertista a Firenze e a Milano. Nel 1938 otteneva il diploma in pianoforte col maestro Lonati, tenendo nel 1941 al Salone da Cemmo per la Società dei Concerti il suo primo con certo, rivelando come scrisse il critico del "Popolo di Brescia" «un genere di pianismo tutto saldo e tutto tendente alla robustezza, Gioietta Paoli è ben felice di rivelarsi artisticamente con la dolce intima e delicata femminilità». Nel 1942 sposava l'ingegnere bresciano Giuseppe Padova e si trasferiva a Brescia. Dopo un breve periodo di inattività si dedicò intensamente allo studio, in vista di una meta ben precisa: il Concorso internazionale di Ginevra, dove venne premiata con il diploma corrispondente al quinto posto in campo internazionale, accompagnato dal consenso unanime di critici e stampa. Iniziò così una intensa e acclamata carriera concertistica in molte città italiane e con lusinghieri successi. Verso il 1950 si dedicava allo studio del clavicembalo, senza lasciare il pianoforte, ed in poco tempo otteneva risultati tanto entusiasmanti da deciderla ad abbandonare il pianoforte per dedicarsi completamente al cembalo. Intanto frequentava i corsi dell'Accademia Chigiana e del maestro Gilbert e dopo poco tempo diventava una delle più grandi clavicembaliste del mondo, tanto da essere invitata a partecipare ai concerti settecenteschi del Teatro Reale di Drottingholm. Per lei, per la sua arte e per il prestigio di cui unanimemente godeva nel 1954 il Conservatorio di Milano istituiva una cattedra di clavicembalo a lei affidata. Ebbe in tal modo fra gli allievi Eva Frick, Enzo Ferrari e Bruno Canino. Sempre nel 1954 il maestro bresciano Franco Margola le affidava la prima esecuzione del suo "Kinderkonzert" «un esemplare gustosissimo ed unico nel suo genere di musica dedicata ai bambini». Compositori come Jean Francaix e Wladimir Wladimir dei quali aveva interpretato alcune composizioni, le tributavano vive attestazioni di stima e gratitudine. Seguirono intense tournée specie all'estero che le diedero modo di collaborare anche con molti strumenti solisti: flauto, viola da gamba e da braccio. Il paese da lei preferito divenne la Svezia dove venne molto apprezzata. Nel 1955 formò con Irma Bozzi il duo "Cembalo e voce" con un repertorio di musica vocale liutistica e clavicembalista tra il XII e il XIII secolo. Nel bicentenario della morte di Domenico Scarlatti ritornò a Stoccolma per una serie di prestigiosi concerti che riscossero notevole successo. Rivelò anche come ha scritto R. Lonati «un inconsueto talento pittorico: espresso a mezzo di nitido segno deciso in alcuni nudi femminili, in alcune figure; affidato a pochi, piccoli ritratti di bimbi e all'Autoritratto vibrante di vita». Ma il meglio di sè lo diede nella musica. Dotata di un'altissima sensibilità musicale, ebbe un modo di suonare estremamente raffinato, con il quale la sua trasparente personalità venne rivelando un'umanità tenera e trepida, traboccante di calore e di simpatia.

EB – Enciclopedia Bresciana di Antonio Fappani
Fondazione Civilità Bresciana
Brescia
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