MANENTI Luigi
(Cazzago S. Martino, 16 marzo 1899 - Brescia, 24 febbr. 1980). Il padre, un artigiano, aveva potuto portare a termine un regolare corso di studi musicali all'Accademia di Lovere. Fu ottimo suonatore di clarinetto. Luigi, a dieci anni, nel 1909, iniziò nel paese nativo lo studio di pianoforte sotto la guida del maestro Pietro Orizio e nel 1913 era organista in parrocchia. Stabilitosi nello stesso anno in città per continuare gli studi, iniziava con il maestro Oreste Riva, direttore della Banda cittadina, lo studio di armonia. Chiamato nel 1917 alle armi, combattè nel giugno 1918 alla battaglia del Piave. Avendo contratto la malaria dovette trascorrere lunghe degenze in ospedali militari, ottenendo il congedo solo nel dicembre 1920. Superate grosse difficoltà, nella primavera del 1922 potè riprendere gli studi musicali, sotto la guida del maestro Isidoro Capitanio che nel 1928 lo portava al conseguimento del diploma di licenza superiore di Composizione presso il Conservatorio Musicale "A. Boito" di Parma. La mancata adesione al fascismo gli ostacolò una promettente carriera, obbligandolo a dare lezioni private, dirigere cori e concerti, a fare l'insegnante dì musica presso il Collegio Arici, l'organista in parecchie chiese di Brescia o il pianista accompagnatore. Per qualche anno fu direttore della Corale "Luca Marenzio" di Brescia, in seno alla quale fondava la Lirica Sperimentale. Per due anni fu maestro sostituto al Teatro Grande di Brescia. Nel 1943 potè entrare come professore di pianoforte complementare, armonie e storia della musica, all'Istituto Musicale "A. Venturi" di cui divenne direttore nel 1946, professore di composizione nel 1947 e professore di esecuzione orchestrale nel 1949. Nel 1958 fondava l'orchestra d'archi "Gruppo amici dell'orchestra stabile dell'Istituto musicale A. Venturi", con la quale nel 1959 diede vita ai concerti della domenica, gratuiti al Da Cemmo. Nel 1963 portò l'Istituto Venturi al pareggiamento; lo lasciò per limiti di età nel 1966 continuando poi instancabilmente a comporre. Opere liriche eseguite: "I martiri del Messico" (tre atti su libretto di Grazioli; teatro Akoi, 1936); "Tito e Lucietta" (due atti su libretto di Anna Bonazzoli; teatro Duse, 1938); "Stellina e l'orsa" (dramma lirico in un atto e due quadri su libretto di Giuseppe Adami desunto da una novella di E. Allan Poe; teatro Grande, 1942); "Terra senza passato" (racconto drammatico in un atto su libretto di Nino Pivetta; teatro Grande, 1956 e RAI 1961, teatro Grande gennaio 1973); "La Galla" (Azione buffa su testo di Edoardo Zietti ultimata nel 1965; teatro Donizetti 1971, teatro Grande febbr. 1974). Opere liriche non rappresentate: "Il velo di Tanite" drammo lirico in quattro atti e sei quadri su libretto di Francesco Mascialino desunto dalla Salambò di Flaubert (non rappresentata), composta tra il 1942 e il '45; "44-45" dramma musicale in tre atti su testo di Giuseppe Manfredi ultimato nel 1964; "Macchina meravigliosa" (1978). Nel 1975 rielaborò e diede una nuova strumentazione all'opera "Stellina d'oro". Compose quindici pezzi per organo (Bergamo edizioni Carrara e "Musica Sacra"); quattordici brevi brani sacri ad una e più voci (Ibidem pubblicati tra il 1932 e 1940); tre composizioni corali polifoniche e profane (Edizioni Scuola dì Musica Sacra, Edizioni F.T.S.C. di Lugano, 1962-1970); composizioni per pianoforte a due mani; 5 pezzi (Edizioni "Le chant de monde", 1936); "Nacchere" (1939), "Lau" (1956), "Toccata" (1958) (Edizioni Ricordi), "Suite" per due pianoforti (Edizioni Bongiovanni, 1959); "Moto perpetuo"e "Fantasia" per pianoforte a quattro mani (Edizione Curci, 1962); "Primi colloqui" (Edizioni Curci, 1959). Cinquantadue educativi (Edizioni La Scuola) e altri sessanta canti educativi. Il Bignami registra le seguenti altre composizioni per pianoforte: Lai (1933), Nacchere (1934) cinque pezzi ricordi d'infanzia, Piccolo campanile, Corte d'oche, Cipressi, Chiarità 1936, Toccata 1954, Suite (1936), Passacaglia e fuga (1950). Pianoforte a quattro mani: Primi colloqui (1958). Due pianoforti: Moto perpetuo (1956), Fantasia (1955). Violino e pianoforte: Sonata in Sol (1948), Sonata in Do (1955). Per trio: Trio in Si minore (1961). Quartetto d'archi: Quartetto in Re (1949), Sonata a quattro (1953). Per organo: Tre pezzi (1929), Nove pezzi (1933), Toccata e fuga (1952). Dodici pezzi brevi. Per coro: Messa a quattro voci virili con orchestra (1928), Mottetto "A te levarci" a quattro voci miste (1950), Croce dei Morti a quattro voci virili (1956), Sedici mottetti per voci sole o con organo, Coro a voci miste "Nessun sa" (1968), coro a voci miste "Dondola dondola, campana di Pasqua" (1969). Per orchestra d'archi: Tre pezzi (1937), Cantico per archi e organo (1957), Preludio e Berceuse (1937), Preludio e fuga per archi arpa e timpani (1943), Tre quadretti (1950), Preludio e Toccata (1951). Per orchestra sinfonica: "Metamorphosis" (1934), Sinfonia in La (1950), Tema e variazioni (1950), Concerto breve (1958), Divertimento per orchestra e piano (1961), Ciaccona per orchestra (1965), Concerto in Sol per piano e orchestra (1966), Concerto in Fa per piano e orchestra sinfonica (1968), Concerto per violoncello e orchestra (1970), Sonata a quattro per due trombe e due tromboni (1972). Tra le composizioni dopo il 1972: 24 improvvisazioni in modo maggiore e minore sui 12 semitoni della scala cromatica. I Parte; 24 improvvisazioni in modo maggiore e minore sui 12 semitoni della scala cromatica. II Parte; Sonata per violino e pianoforte (1977), Divertimento in tre tempi per orchestra d'archi, Sonata per flauto e pianoforte (1978). Da ricordare inoltre la cantata di "Emmaus" (1961); scrisse inoltre diversi pezzi per orchestra d'archi, molta musica da camera, ecc. Ebbe il I premio al concorso internaz. di Vercelli (1953); il I premio al Concorso Nazionale "Arti" (1954 e 1956); II premio Concorsi Internaz. "Viotti" (1954); II premio al Concorso internaz. "Città di Trieste" (1963); I premio Concorso Internazionale "Galfetti" (Lugano, 1969); altri cinque premi minori e numerosi altri riconoscimenti.

EB – Enciclopedia Bresciana di Antonio Fappani
Fondazione Civilità Bresciana
Brescia
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