LAINI Pietro
(Lovere, 16 maggio 1875 - Breno, 11 marzo 1967). Sacerdote musicista, della nota famiglia di Angolo. Figlio dell'avv. prof. Giov. Antonio (v.) e di Santina Grassi di Schilpario, nipote del card. Angelo Mai. Benchè nato a Lovere, ritenne tuttavia sua patria Angolo ove, nel palazzo degli avi, trascorse lunghi periodi del tempo giovanile e dove ogni anno, sino alla morte, tornava per le ferie autunnali nel suo "roccolo" sulla strada per Anfurro. Ben presto rivelò propensione alla musica, che, sin da fanciullo, coltivò frequentando in Lovere l'Accademia Tadini. Peraltro tutto il parentado Laini aveva il culto della musica e del canto: discreto pianista fu il padre; conseguì diploma di pianoforte il fratello primogenito Fiorino, morto nel 1954, dopo una lunga carriera di console in vari paesi dell'Africa; suonava e cantava con singolare maestria la sorella Irma, sposa allo scultore Timo Bortolotti e morta a 26 anni nel 1910. In varie occasioni di convegni familiari il modesto appartamento brenese di d. Pietro destava l'ammirazione dei vicini per i canti e le armonie che vi risuonavano. Finiti gli studi elementari manifestò al padre la vocazione sacerdotale, il quale, nonostante fosse un cattolico liberale, assecondò la scelta. Pose come unica condizione: che avesse a continuare gli studi musicali. Per questo, entrato in Seminario, ebbe il permesso di poter aver lezioni di pianoforte da un maestro della città. Nel 1890, nella cappella del Vescovo, ricevette la Cresima avendo per padrino il servo di Dio, l'avv. Giuseppe Tovini, che assistette devotamente a tutta la funzione in ginocchio e regalò al figlioccio un orologio d'argento conservato gelosamente per tutta la vita. In seconda liceo, fu ammesso alla tonsura il 30.6.1894. Al termine di terza liceo, per le insinuazioni di un vicerettore e per una sua eccessiva passione per la musica, specie del genere lirico, il rettore, mons. Primo Giugni, diede un giudizio dubitativo delle sue attitudini sacerdotali. Gli fu quindi proposta dal Vescovo. mons. Corna, l'alternativa di una remissoria presso un altro seminario o la frequenza della classe ottava in seminario. Si ritenne più opportuno optare per la remissoria nel seminario di Belluno, dove il padre, tramite il prof. don Pietro Ghidelli, suo compagno di studi all'Università di Pavia, aveva trovato accoglienza. Fece gli studi teologici nel seminario di Belluno riportando ottimi voti e godendo la fiducia dei superiori che lo ammisero agli ordini minori. Il 27.6.1899 fu incardinato alla diocesi di Belluno e addetto al servizio della Cattedrale di Belluno. Nel frattempo continuava lo studio del pianoforte e, nel 1900, si diplomava "summa cum laude" al Conservatorio di Venezia come maestro di pianoforte e di organo. Nel 1899, terminati gli studi, ottenne di essere ordinato a Bergamo da mons. Guindani, essendo vacante la sede di Belluno. In settembre: il 10, fu ordinato suddiacono; il 17, diacono e il 23, sacerdote. Ritornato a Belluno, fu destinato come vicario cooperatore alle parrocchie cittadine di S. Biagio e S. Stefano, continuando a prestare servizio come viceorganista nella Cattedrale di Belluno e direttore del coro. Preso da nostalgia per la sua Valcamonica, chiese a mons. Corna di poter tornare in diocesi. Il 23.9.1907 veniva incardinato a Brescia e destinato come coadiutore nella parrocchia di S. Giovanni in Brescia, retta da don Agostino Lascioli, nativo di Cemmo. Nel frattempo veniva libero il posto di organista a Breno, per la rinuncia del maestro Ravelli in favore dell'Accademia Tadini di Lovere. Partecipò al concorso e lo vinse. Arrivò a Breno nel gennaio del 1908, accolto con molto entusiasmo, e vi rimase fino alla morte. Nel frattempo il parroco di Breno, don Domenico Faustinelli, l'aveva richiesto come coadiutore: la sua nomina data 29.12.1907. La sua opera come coadiutore tu molto preziosa sia per l'ascendente sui giovani sia per il momento propizio alle iniziative cattoliche in Breno, tra le quali primeggiava il Circolo Giovanile Alessandro Manzoni, appena fondato. Doveva venire poi la guerra con tutto il movimento di truppe, dato che Breno era considerata zona di guerra (per accedere bisognava avere il permesso scritto) e soprattutto l'infermità che colpì il parroco. Per sua fortuna, l'arciprete di Breno, poteva giovarsi di due ottimi curati: don Giuseppe Bona che curava le omelie e don Pietro Laini che curava le dottrine. Il loro impegno rese possibile all'arciprete di curare la parrocchia, nonostante fosse quasi paralizzato. Dopo la morte del parroco Faustinelli, avvenuta nel 1920, e l'ingresso del nuovo arciprete, don Stefano Regazzoli, fu sollevato dall'incarico di coadiutore e assunse quello meno impegnativo di cappellano del Convento delle Suore del S. Cuore e confessore. Tuttavia restò sempre il sacerdote disponibile a tutti che avvicinava gli ammalati più difficili: molti devono a lui la conversione sul letto di morte. L'impegno costante della sua vita a Breno fu la promozione della musica. Appena giunto, nel gennaio 1908, bruciò le tappe. In aprile aveva già insegnato a cantori e suonatori la messa del Messelet. In luglio teneva in piazza il primo concerto, con un programma nutrito. Alla festa dell'Assunta, aveva insegnato una messa facile a una quindicina di ragazzi. Nel 1909 poteva annunciare al parroco che si poteva fondare la "Filarmonica Brenese": una scelta schola cantorum con annessa la banda. Un complesso da far invidia alla banda municipale di Breno. Da quel momento non si contano le presenze della "Filarmonica Brenese" nelle feste paesane e quelle valligiane. Il calendario annuale era ben scandito da impegni fissi: le musiche per la celebrazione solenne del Triduo dei morti (l'ultima domenica di gennaio); la partecipazione alle processioni solenni del Corpus Domini e della Madonna del Rosario; i due concerti in piazza S. Antonio e del mercato. A coronamento di tutto, la partecipazione alle iniziative ricreative promesse dal circolo giovanile A. Manzoni. Per queste manifestazioni musicali non mancava di scrivere dei pezzi, che gli riuscivano facili, essendo diplomato anche in composizione. Se la sua modestia e il proposito di scrivere della musica accessibile al popolo non lo avesse trattenuto, avrebbe raggiunto livelli molto più alti. Certamente molto diversa sarebbe stata la sua carriera, se non si fosse lasciato vincere dalle lacrime dell'arciprete Faustinelli. Era il 1917 e, avendo vinto il posto di maestro all'Accademia Tadini di Lovere, si portò dal parroco per informarlo. L'arciprete, ormai infermo, si mise a piangere e lo supplicò di fermarsi a Breno almeno fino alla sua morte. Poi l'occasione non si ripetè e anche don Pietro Laini non poteva fare a meno di Breno. Un merito inestimabile certamente va riconosciuto a questo umile sacerdote musicista: quello di aver promosso la musica sacra e profana nel popolo della Valcamonica. Rivedendo la sua opera si può constatare come egli abbia attuato le direttive lanciate dal Congresso Ceciliano Lombardo di musica sacra, tenuto a Brescia il 14.9.1909, dove si davano precise norme pastorali per le scholae cantorum, le bande e per il suono artistico delle campane. A riconoscimento di tale azione gli fu affidata l'organizzazione della parte musicale del congresso eucaristico, tenuto a Breno nel 1925. E nel 1949, fu persuaso dall'arciprete Regazzoli a comporre l'inno per la "Peregrinatio Mariae" della Valcamonica, su testo del prof. Giuseppe Bonafini, sindaco di Cividate Camuno. Si può dire con verità che portò il popolo camuno alla musica e la musica al popolo camuno. Soleva dire: "Impara la musica, perchè quando sei triste fai una suonata e la tristezza scompare". Amò la musica e visse di musica. L'amava perchè suonò il suo pianoforte fino agli ultimi mesi e visse di musica, perchè si guadagnò il pane quotidiano insegnando musica. Per le sue lezioni si spostava in treno e anche a piedi. Insegnò a tutti quelli che avevano passione per la musica, anche gratuitamente. Molti organisti della Valcamonica devono a lui il merito di averli avviati allo studio dell'organo. Era un ottimo esecutore sia di pianoforte che di organo: il popolo di Breno ricorda ancora con nostalgia le pastorali delle notte di Natale del "suo don Piero". Morto a Breno, dopo un affollatissimo funerale, è stato sepolto ad Angolo nella tomba di famiglia. Alla sua memoria è stata dedicata, nel decennale della morte, la schola cantorum di Breno ed è stato tenuto a Montecchio, il 18.5.1980, da don Carlo Domenighini, un concerto dedicato con esecuzione della sua musica. Nel 1959, cadendo il 60° di ordinazione e 52° di residenza a Breno, fu festeggiato, il 22 novembre, da tutto il popolo, presenti mons. Ducoli e mons. Gazzoli, con medaglia d'oro del Comune di Breno. In quell'occasione, la Sezione Cacciatori di Breno gli offrì una doppietta dedicandola "al cacciatore più anziano e illustre della provincia". Particolari festeggiamenti furono celebrati, su iniziativa di mons. Vittorio Bonomelli, per il 90° genetliaco. In un repertorio, non definitivo, si contano 65 pezzi di musica sia sacra che profana. Della musica sacra sono da segnalare: tre messe: "Missa brevis exequialis" a due voci uguali del 1929; la "Missa Melodica" in onore della Beata B. Capitanio a due voci uguali del 1938 che ebbe l'onore di venire eseguita dal Perosi in S. Pietro a Roma, per l'interessamento del brenese mons. Matteo Ducoli; la "Regina coeli" a 3 voci dispari del 1941, dedicata alla zia paterna, Lucia. Nelle composizioni minori figurano: 2 De Profundis, 3 Pange Lingua, 3 Tantum ergo; 2 Tu es sacerdos, di cui uno dedicato a mons. Stefano Regazzoli per il 25° di parrocchiale e il 50° di ordinazione sacerdotale (1946). Il pezzo più popolare è l'inno per la "Peregrinatio Mariae" del 1949. Il repertorio della musica profana comprende composizioni di vario genere: valzer, canzoni, melodie, bozzetti e marce. Ben 21 composizioni sono dedicate alla musicalizzazione delle composizioni del poeta bresciano Angelo Canossi, quasi a indicare una emblematica consonanza di sentimenti. Musicò pure alcune composizioni del poeta camuno, Fortunato Rizzi. Di una, "Edelweis" (Fior dell'Alpi), pensiero melodico per mandolino o violino e pianoforte, ebbe il primo premio con targa d'oro nel 1915. Gli originali manoscritti sono stati ceduti da don Pietro Laini, in parte, alla parrocchia di Breno e, in parte, al rag. Rizzardo Bino, purtroppo prematuramente scomparso, e ora attendono di essere riscoperti e di diventare patrimonio comune. Messa "Regina coeli": a 3 voci dispari/organo obbligato/Breno 11.3.1941; Messa "Missa Melodica" in honorem Beatae Bartholomeae Capitanio duabus vocibus aequalibus (S./C.)/Organo vel Harmonio vomitante/Breno 17.1.1938; Messa "Missa brevis exequialis": 2 vocibus aequalibus/Breno 2.2.1929; Mottetto "Ave Cor Iesu" di autore ignoto: armonizzato da d. Pietro Laini/per soprani e contralti; "De Profundis": a 3 voci dispari e organo; lo stesso "De Profundis: ridotto a 2 voci virili con lo stesso accompagnamento d'organo; "De Profundis": a tre voci uguali e organo/Breno 12.2.1940; "Pange lingua" a tre voci uguali e organo; "Pange lingua" a tre voci uguali e organo; "Pange lingua" a 2 voci pari e organo (T.B. = S.C.)/Breno 17.1.1941; "Tantum ergo" per tenore solo e coro all'unisono/Breno 21.7.1912; "Tantum ergo" a 3 voci dispari e organo/Breno 9.3.1931; "Tantum ergo" a 4 voci pari (organo)/Breno 18.5.1963; "Tu es sacerdos" (a 4 voci pari e organo)/Breno 20.6.1921; "Tu es sacerdos": Mottetto per tenore solista e coro di voci bianche (S.C.) - Omaggio al Rev.mo Signor Arciprete V.F. di Breno don Stefano Regazzoli per il suo 25° di parrocchiato e 50° di sacerdozio - lì 23 giugno 1946 - don Pietro Laini offre; "Canto d'amore": Notturno di F. Liszt ridotto per organo da d. Pietro Laini; "Serenata": per tenore/pianoforte e flauto/parole e musica di d. Pietro Laini/dedicata al fratello Fiorino/Breno 10.3.1912; "Edelweis" = Fior dell'Alpi: Pensiero melodico/per mandolino o violino e pianoforte/premiato con I premio e targa d'oro nel 1915/parole di Vicenzina De Felice Lancellotti; "La poa": parole di Gian Antonio Tenchini da Manerbio; "Nostalgia": Valzer lento/Breno 20.3.1915; "Fascino": Valzer/Breno Agosto 1923; "Canzone alla Beata Vergine Maria"; "Canzone a Maria SS.": dedicata alla sua cara mamma del cielo; "Di Maggio al solo...": canzone/Breno 2.2.1962; "Stella mattutina": parole di ignoto (traduzione dal tedesco); "Inno peregrinatio Mariae" in Valle Camonica: aprile-settembre 1949/parole del prof. G. Bonafini; "Canto popolare camuno" alla pastorale/parole del prof. Fortunato Rizzi; "Fiorellin di siepe" canzone (sotto il titolo "Pagine sparse di un album)/parole d'ignoto/traduzione dal tedesco/Breno 29 aprile 1957; "Barcarola": Breno 10 maggio 1957; "Picciol ventaglio": bozzetto/Breno 22 aprile 1957; "Valzer di maggio": Breno 15.7.1958; "Così lontano!": Breno 5.5.1959; "Hai tu mai pensato?": Breno 28.4.1957; "La cansù dei 'mbreagù"; "Mai!": bozzetto; "Ai patroni di Brescia: SS. Faustino e Giovita": parole del reverendissimo don Vittorio Bonomelli arciprete di Breno; "Conosci la colomba?": parole d'ignoto; "Congedo dal roccolo": Breno 6.6.1962; "Abbandono nel Divin Cuore...": Breno 2 dicembre 1962; "Terme di san Silvestro, salve": marcia per banda/Breno 24.1.1963; "San Silvestro, grazie!": coro all'unisono/da eseguirsi per pianoforte o per armonica e chitarra/Breno 26.1.1963; "Mai ": autore ignoto; "La processione": trilogia/parole del prof. Fortunato Rizzi; "preghiera": melodia per violoncello e piano conduttore/Breno 25.1.1918; "On miracol dè San Gaetano": parole di A. Canossi; "Oh Magalì!" (vezzeggiativo di Margherita) per T.e e S.o/serenata provenzale di Federico Mistral ricantata in strofe bresciane per la celebrazione del primo centenario della nascita del poeta (8.9.1930)/Breno 9.2.1945/V anno di guerra/ore 19; "Serenada con docia natural": parole di A. Canossi; "La notizia dè sfrus": scherzo per tenore e pianoforte: parole di A. Canossi; "Co' diü o cor gentil": Breno 22.3.1962: parole di A. Canossi; "Scète, chè ghi'l có vöt": parole di A. Canossi; "Ninna, nanna": parole di A. Canossi; "Dunì al ciar dè luna": parole di A. Canossi; "El romét dè la Val Surda": parole di A. Canossi; "Complimèncc": parole di A. Canossi; "La boca e la büsa del ledam": parole di A. Canossi; "Comedia dei noma chè tè scherza": parole di A. Canossi; "Moral": parole di A. Canossi; "Pater noster": parole di A. Canossi; "Requiem": parole di A. Canossi; "Angele Dei": parole di A. Canossi; "Ave Maria": parole di A. Canossi; "Semper zuen": parole di A. Canossi; "Sgubù e schia fadighe": parole di A. Canossi; "El rispèt dè le upiniù": parole di A. Canossi; "Pronta risposta": parole di A. Canossi.

EB – Enciclopedia Bresciana di Antonio Fappani
Fondazione Civilità Bresciana
Brescia
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