Paolo Chimeri
CHIMERI Paolo
(Lonato, 26 maggio 1852 - Brescia, 4 aprile 1934). Di Filippo e di Maria Frera. Compì la sua educazione musicale alla scuola del padre. Nel 1859, a sette anni, diede un concerto a vantaggio dei feriti della battaglia di S. Martino e Solferino, in seguito partecipò ad altre manifestazioni di beneficenza. Trasferitosi col padre a Brescia nel 1866 a quattordici anni era già istruttore del coro del Teatro Grande e a sedici direttore d'orchestra al Teatro Guillaume dove riformò l'ordine dei cori. A 17 anni era tra i fondatori, accanto a Bazzini, della Società dei Concerti per esecuzioni più artistiche. Segnalato dal maestro Franco Faccio a Verdi e da questi apprezzato, rifiutato l'incarico di direttore dei cori alla Scala si ritirò anche dal Teatro Grande, dove per anni diresse intere stagioni liriche, per dedicarsi alla composizione e all'insegnamento di piano. Diede impulso nuovo all'insegnamento della musica rendendo popolari, al posto di insulse ariette, i grandi musicisti come Bach, Beethoven, Chopin ecc. Nel 1892 diresse l'esecuzione dello Stabat del Rossini e nel 1893 della Messa da Requiem di Verdi con un complesso di 300 esecutori. Il 23 dicembre 1897 veniva nominato socio dell'Ateneo di Brescia. Di lui inoltre rimasero memorabili l'esecuzione della "Resurrezione di Lazzaro" del Perosi, e di un concerto di musiche del Bazzini. Si creò un suo particolare "sistema" di insegnamento in cui Czerny e Cramer costituivano il fondamento della tecnica. Era convinto che per suonare bene, bisognasse ascoltare i cantanti soprattutto italiani. Fu grande ammiratore di Beethoven e, ottocentista convinto, predilesse Verdi e Debussy, di cui sentì profondamente l'influenza. Fu consigliere della "Società dei Concerti" dal 1878 al 1934. La sua produzione edita riguarda quasi esclusivamente il pianoforte, quella inedita, oltre a pezzi per pianoforte, comprende musica vocale, canzoni sul tipo di quelle di Tosti (autore che egli stimava molto), musica corale sacra e profana. "Indubbiamente, ha affermato M. Conter, sapeva scrivere musica, aveva una preparazione invidiabile, e non mancava di inventiva benché strettamente legata all'uso corrente nella sua epoca. Spirito generoso e battagliero, aveva abbracciato la causa di Costantino Quaranta che egli riteneva “un musicista di primo ordine". Lavoratore instancabile, Paolo Chimeri, riusciva a trovare il tempo per tenersi al passo con i tempi dedicandosi alla lettura di testi storici e letterari. Non gli mancarono le prove della vita come la morte della moglie, l'invito da parte del comune, di abbandonare la cattedra di pianoforte al "Venturi", che gli suonò come offesa. Passò gli ultimi anni all'Istituto Rossini, al tempio della Memoria, fra le cure e le attenzioni delle fanciulle orfane di guerra che lo adoravano, e le visite degli amici fra i quali il più assiduo era il poeta Angelo Canossi. Piuttosto burbero nell'aspetto ma ricco di profonda bontà. All'Orfanotrofio femminile e al pio luogo zitelle lasciò con testamento 2 dicembre 1928 e 4 novembre 1930 L. 296.238,70, la cui rendita volle che andasse a beneficio delle ragazze ospiti che desiderassero seguire gli studi letterari, musicali e pianistici.
Tra le sue pubblicazioni: "Musetta" (per pianoforte) (Milano, Ricordi 1890 in 4.o); "C'est toi que j'aime! Pages d'album, melodie pour piano" (Ib. 1890); "M'aimes tu? Pages d'album pour piano" (Ib. 1890); "Tramonti sul Garda" (Rimembranza, Barcarola, In chiesa, Villareccia, Angelus e Danza Campestre) (Ib. 1892); "Leggenda (In Giardino, Dialogo, Dichiarazione, Scherzo, Di notte, Solitudine") (Ib. 1893); "Sogno celeste" Valzer elegante. Minuetto, Tramonto (Ib.); "Fiori d'arancio" per mazurca; "Tramonto di Montagna" (premiato con menzione onorevole al concorso parigino del giornale "Figaro"); "Canzone degli eroici mitraglieri" (su parole di A. Canossi); "Pax" su parole di don Antonio Navi (Brescia "Scuola Italiana Moderna"); "Pace ai caduti! " su versi di don Pietro Rigosa (Ibidem); "Alla Vittoria" su parole di D. Pietro Rigosa. E' anche autore di uno studio su Costantino Quaranta (in "Commentari dell'Ateneo di Brescia" 1936 p. 77-117).
EB – Enciclopedia Bresciana di Antonio Fappani
Fondazione Civilità Bresciana
Brescia
www.enciclopediabresciana.it